È agli ottavi di finale di Wimbledon. Pensate: non ci arrivava dal 2006, quando per la seconda volta consecutiva era riuscita a entrare nella seconda settimana del torneo più prestigioso al mondo. Battuta Alize Cornet 0-6, 7-6, 6-2: una partita dai mille volti e dalle mille sfaccettature, prima persa, poi tirata in piedi e quasi persa di nuovo, infine portata a casa. Un applauso va anche alla francese, che ha tanto talento, non ha nell’erba la sua superficie favorita e a causa di problemi personali ha dovuto abbandonare le posizioni migliori del ranking WTA a lungo (nel 2008 arrivava in finale agli Internazionali d’Italia). E’ uscita dal campo ed è scoppiata a piangere: non aveva mai raggiunto un terzo turno a Wimbledon, sognava gli ottavi e qualcosa di più visto il tabellone aperto, ma le ha detto male, tradita ancora una volta da un’emotività che nel tennis non ti puoi concedere. Flavia, da gran signora, si è contenuta nell’esultanza, ma dentro di sè era un torrente in piena: la prima giocatrice nella storia italiana ad entrare nella top 10 della classifica mondiale sta tornando sui suoi livelli abituali superati i 30 anni, ma molto probabilmente non sarebbe qui ad aspettare un ottavo di finale contro Kirsten Flipkens se Victoria Azarenka non le avesse dato strada libera al secondo turno per l’infortunio al ginocchio. “Spero non si sia fatta nulla, ma intanto io sono contenta così”, aveva detto con la caratteristica onestà e semplicità delle donne del Sud. Ha ragione: oggi, ha dimostrato di non sedersi sull’alloro di un regalo della sorte e ha lottato e combattuto. Anche quando il primo set finiva per lei senza raccogliere un game, anche quando dal 5-1 nel secondo parziale si trovava 5-6, anche quando centrato il tie break lo iniziava perdendo i primi tre punti. Sembrava finita, e invece Flavia si rialzava: 3-3, poi 3-6, poi la vittoria e il terzo set. Dove Alize, poverina, crollava definitivamente: tormentata dalle occasioni perse, smetteva di giocare come sarebbe in grado di fare e lasciava campo aperto alla Pennetta, che si prendeva il break che le serviva, poi subito un altro, e infine vinceva la partita. L’anno scorso veniva eliminata al primo turno da Camila Giorgi (in campo contro Marion Bartoli, 4-6 4-3 prima dell’interruzione per la pioggia, ma una palla break da fronteggiare), dimostrando che il polso non era a posto (e infatti, si sarebbe operata a fine agosto). Rientrata, ha fatto fatica ma oggi è qui, alla seconda settimana di Wimbledon. Dove sogna di arrivare, per la prima volta in carriera, anche Karin Knapp: la sudtirolese, favorita dall’eliminazione a sorpresa di Maria Sharapova (che avrebbe incrociato oggi), è avanti di un set contro Michelle Larcher De Brito (7-5) e all’inizio del secondo ha già fatto il break. Speriamo che la pioggia e l’interruzione forzata non le tolgano concentrazione e fluidità, e che possa fare l’impresa. Potenzialmente, agli ottavi potrebbe esserci il derby con Camila Giorgi: una bella occasione, vorrebbe dire avere almeno un’italiana ai quarti di finale. (Claudio Franceschini)