Era il 14 ottobre di trentanni fa, e il Corriere dello Sport ha celebrato la ricorrenza andando a intervistare il protagonista di quella domenica pomeriggio. Un periodo nel quale la Serie A si giocava in un solo giorno, alla stessa ora. Quinta giornata, Verona-Juventus: al Bentegodi arrivavano i campioni dItalia, ma quella era una squadra che faticava, aveva pareggiato tre delle quattro partite giocate e doveva già rincorrere. Il Verona invece di gare ne aveva vinte tre, pareggiando solo a San Siro contro lInter: era già in testa alla classifica. Il primo gol lo realizzava Giuseppe Galderisi, tre stagioni alla Juventus con altrettanti scudetti. E poi, a dieci minuti dal termine, la leggenda prese corpo: la racconta lo stesso Elkjaer al Corriere. Ricordo che presi palla e cominciai a correre evoca il danese. Unazione fantastica in solitaria: progressione a superare Stefano Pioli (sì, lattuale allenatore della Lazio), rientrare in area su Luciano Favero (che avrebbe poi giocato nel Verona) e trafiggere Tacconi. Andando poi a festeggiare con i compagni, indicando il piede. Scalzo. Come? Già: nel contrasto con Pioli cera stato un tocco sul tallone. La scarpa destra mi è rimasta attaccata al piede ma male, come quando la stai per togliere. La perse effettivamente appena prima di calciare; qualcosa che è successo ad Alessandro Matri, molti anni più tardi, proprio indossando la maglia della Juventus. Lantesignano però è Elkjaer: Verona-Juventus finì 2-0, gli scaligeri in quel campionato persero solo due partite (ad Avellino e in casa contro il Torino) e festeggiarono uno strepitoso e del tutto insperato scudetto. Ma noi eravamo una squadra vera, unita, fatta di amici”. Che si vedono ancora ogni tanto, come lui stesso – che ha una casa sul Lago di Garda – ha ricordato. “Non penso sia impossibile che si ripeta ci crede il danese, che al Bentegodi rimase fino al 1988 segnando più di 40 gol. E infatti dopo un po aggiunge, ridendo: Spero che questanno il campionato lo vinca il Verona. E se fosse così? Nel trentennale del gol senza scarpa i sogni sono del tutto legittimi.
(Claudio Franceschini)