La fase a gironi della Champions League 2014-2015 ha preso forma dopo il sorteggio di Montecarlo. Questo l’esito: nel girone A Atletico Madrid, Juventus, Olympiakos e Malmo; nel girone B Real Madrid, Basilea, Liverpool e Ludogorets Razgrad; nel girone C Benfica, Zenit San Pietroburgo, Bayer Leverkusen e Monaco; nel girone D Arsenal, Borussia Dortmund, Galatasaray e Anderlecht; nel girone E Bayern Monaco, Manchester City, CSKA Mosca e Roma; nel girone F Barcellona. PSG, Ajax e APOEL Nicosia; nel girone G Chelsea, Schalke 04, Sporting Lisbona e Maribor; nel girone H infine Porto, Shakhtar Donetsk, Athletic Bilbao e Bate Borisov. Più abbordabile appare il gruppo della Juventus (clicca qui per le date dei bianconeri), mentre quello della Roma (clicca qui per le date dei giallorossi) è complicato. Per commentare il sorteggio della fase a gironi della Champions League 2014-2015 ilsussidiario.net ha intervistato in esclusiva il giornalista Fabio Ravezzani.
Il sorteggio della Juventus si può definire fortunato? Sì direi di sì, il girone della Juventus è abbordabile. Per quanto riguarda Allegri è quasi un fatto statistico: anche con il Milan non è mai finito nei gironi cosiddetti di ferro.
Come valuta la sfida contro l’Atletico Madrid? Affascinante, la Juventus potrà dimostrare tutto il suo valore nel doppio confronto con la squadra vicecampione d’Europa. Questo potrebbe servire anche per sconfessare il pronostico di Conte che diceva che la formazione bianconera non era attrezzata per fare grandi cose in Europa.
Il Malmoe di quest’anno può essere come il Copenhagen dell’anno scorso? A livello teorico sì ma resta il fatto che la Juventus è tecnicamente superiore al Malmoe, e salvo imprevisti vincerà la doppia sfida. Per quanto riguarda l’Olympiakos invece sono stato in Grecia, ho respirato l’aria che gira attorno alla squadra: sono sempre agguerriti ma anche quella del Pireo non mi pare una trasferta così difficile.
Parlava di gironi di ferro: quello della Roma lo è? E’ uno dei gironi più difficili, questo sì. Il Bayern è superfavorito per passare come prima classificata, la Roma dovrà giocarsi il secondo posto con il Manchester City che però al momento è ancora un gradino sopra.
E il CSKA Mosca? Naturalmente non va sottovalutato, come tutte le formazioni russe dovrebbe giocare bene nella fase a gironi, perché il campionato nazionale è ancora in corso e sono in ritmo, per così dire.
Cosa servirà alle due squadre italiane per qualificarsi agli ottavi di finale? Entrambe e in particolare la Roma potranno approfittare del fatto che tante grosse squadre programmano la preparazione per arrivare al top a febbraio. Quindi con una partenza sprint anche i colossi come Bayern o City potrebbero essere sorpresi. Di certo la Roma ha già un mezzo alibi, quello di essere stata inserita in uno dei gironi più complicati, se non il più difficile.
A proposito di gruppi complicati, cosa ne pensa del D in cui rientrano Arsenal, Dortmund, Galatasaray e Anderlecht? L’Arsenal è la squadra favorita per il primo posto, mi sembra più forte dell’anno scorso anche se gli manca ancora un difensore. Vedremo cosa potrà fare Prandelli con i turchi, per rilanciarsi dopo il flop mondiale: l’ho sempre ritenuto un buon allenatore, un livello sotto i vari Mourinho, Conte, Lippi. Diciamo che in Brasile ha vissuto il peggior blackout della carriera.
Quale è la favorita numero uno per la vittoria, considerando anche che la finale si giocherà a Berlino?
Il calcio va per cicli e dopo quello spagnolo sembra essere partito quello tedesco, quindi potrei dire il Bayern Monaco che oltretutto avrà lo stimolo della finale in casa. E’ un appuntamento che ha già fallito nel 2012, quando perse ai rigori contro il Chelsea: ora hanno una grande occasione per rifarsi.
Altre squadre in prima fila? Il Real Madrid e il Chelsea mi sembrano quelle che si sono rinforzate di più, investendo tanti soldi per migliorare squadre già molto forti.
E’ giusta la decisione di non far incontrare squadre russe ed ucraine, a causa delle contemporanee tensioni politiche tra gli stati? Direi di sì, è vero che lo sport è un ambito parallelo alla politica, che non la incontra; d’altra parte in alcuni casi non si può fare finta di nulla e passare sopra situazioni complesse, difficili che succedono nel mondo. Ricordo ad esempio quando andai a seguire la Juventus ad Istanbul all’epoca del caso Ocalan, nel 1998. Lo stadio era pieno di poliziotti, c’erano più guardie armate che tifosi ed era una situazione surreale, incredibile. E’ sempre meglio evitare di dare adito a questioni extracalcistiche, quindi la decisione per le squadre ucraine e russe mi sembra opportuna.
(Franco Vittadini)