Adriano Galliani con gli occhi lucidi firmava una cessione che rappresenta una svolta nella politica societaria del Milan. L’ad rossonero fino all’ultimo ha sperato di non passare alla storia come il dirigente che ha venduto il suo giocatore più rappresentativo. Ma per la società di via Turati si è chiusa definitivamente un’epoca ed è tempo di voltare pagina, in campo e non solo.Rimpiazzare Kakà sarà impossibile almeno in tempi recenti, in questa storia c’è poco spazio per i sentimenti, visto che è una questione di soldi: i 68 milioni di euro versati dal Real coprono il rosso di bilancio e non è escluso che il Milan accetti anche i 25 milioni offerti dal Chelsea per Pirlo, che Ancelotti – in questi giorni in Italia – tanto vorrebbe portare con sè a Londra.
I tifosi si possono consolare sapendo che invece Pato, erede designato da Kakà, è blindato. Ma è evidente che ora a Galliani spetta traghettare la barca in condizioni di austerity, in attesa che fra un anno si realizzi una probabile partnership da diverse centinaia di milioni di euro (derivanti anche dalla costruzione di un nuovo stadio) con la compagnia aerea del Dubai, Fly Emirates. Intanto, il patrimonio appena accumulato in parte andrà investito. Il primo nome sul taccuino di Galliani è Edin Dzeko, l’attaccante bosniaco di 23 anni che ha guidato il Wolfsburg alla conquista della Bundesliga.