Kakà, Ronaldinho, Pato. Ecco il tridente rossonero che promette di trafiggere qualsiasi difesa avversaria e che ha permesso al Milan di rompere l’empasse degli abbonamenti e di raddoppiarli già alla data del 18 luglio: «da quando il fuoriclasse brasiliano è arrivato in rossonero, – si legge sul sito del Milan – i tifosi hanno sottoscritto 10.000 abbonamenti. Il dato complessivo (aggiornato alle 18 di oggi), prevendita compresa, è di 23.820 tessere vendute per un incasso di 8.696.969 euro. Superata la soglia dell’anno scorso allo stesso punto dell’estate, quando gli abbonati erano 22.791 per un incasso di 7.626.268 euro».
La squadra, i tifosi, tutti sembrano ringiovaniti e rinvigoriti dal colpo di mercato che promette spettacolo e sogni che – anche se non saranno di trionfi nell’Europa che conta – sono tornati ad essere, come vorrebbero sempre a Milano, sponda rossonera, di vedere del bel calcio e grandi giocate. Insomma di vincere dando spettacolo. Vi proponiamo ampi stralci dell’intervista che la Gazzetta dello Sport ha fatto a un altro Brasiliano simbolo del nuovo Milan: Alexandre Pato.
Che Pato ritroveranno i tifosi del Milan? «Il solito ragazzo semplice, questo è sicuro: non sono mica cambiato. Però sono cresciuto, ho imparato che cosa significa giocare a calcio in Italia e posso garantire che migliorerò. Non avete ancora visto il vero Pato».
Quali difficoltà ha incontrato? «La più dura da affrontare è stata di natura tecnica. In Brasile io ero abituato, da attaccante, a scattare sempre in profondità in attesa del lancio di un compagno. Qui no, Ancelotti mi chiede un movimento diverso: devo andare incontro al pallone e poi correre nello spazio. Adesso ho imparato, era ora…».
Lo sa che Ancelotti pensa di insegnarle a fare la prima punta? «Benissimo, sono pronto. Se lui mi vede così, io non ho problemi. Sono giovane e ho voglia di apprendere tante cose, tanti segreti. Ho segnato 9 gol in metà campionato, ma so che posso fare di più. Molto di più».
Più forte Dinho o Kakà? «Tutt’e due sono importanti per il Milan, però sono diversi come tipo di gioco. Ronaldinho sta più sull’esterno. Kakà e Dinho ai lati, palla per me: gol! Facile no?».