, sette gol in campionato, otto gol in stagione, è solo la punta dell’iceberg di un caso vero e proprio che rischia di aprirsi dalle parti del Santiago Bernabeu, soprattutto se il Real Madrid dovesse chiudere senza titoli anche questa stagione. L’attaccante spagnolo, classe ’87, ha una storia quantomeno singolare: cresciuto nei Blancos, l’andaluso al termine dell’esperienza con le giovanili viene mandato a giocare nel Castilla, formazione B delle Merengues. Segna una media di un gol ogni due partite in un paio di stagioni, ma siamo nel 2008 e in quella squadra ci sono Robben e Sneijder, Huntelaar e Higuain. Niente da fare: Bernd Schuster decide di lasciarlo andare, all’Espanyol. A fine stagione il Real Madrid cede il titolo della Liga al primo Barcellona di Guardiola, giungendo a -9 in classifica; intanto Callejon si ricicla esterno-trequartista nell’Espanyol di Tamudo e Luis Garcia. Passano altre due stagioni: il Real Madrid prende costantemente schiaffi a tinte blaugrana. Dopo il sei gol del Bernabeu incassa la manita del Camp Nou, perde titoli e non spezza la maledizione della Decima Champions League. Arrivano Cristiano Ronaldo e Kakà: uno segna a valanga e l’altro passa tempo in infermeria. Niente, vincono sempre gli altri. Nel frattempo Callejon torna alla base: José Mourinho ha deciso che la sua duttilità può fare comodo e investe 5,5 milioni di euro per riprenderlo. Peccato che nel frattempo al Bernabeu siano arrivati anche Karim Benzema, Mesut Ozil e Angel Di Maria; così il gioiellino di Motril guarda più che altro le partite dalla panchina, aspettando che arrivi la sua occasione. Quando arriva la fine dell’era triennale dello Special One le cifre di Callejon parlando di 78 partite e 20 gol con la maglia blanca; più che altro spezzoni di partite. Così, malgrado ci sia un nuovo allenatore, l’andaluso dice basta: su di lui c’è Rafa Benitez, che lo fa sentire importante. Arriva il Napoli: inevitabile, perchè nel frattempo nella capitale di Spagna hanno deciso che per vincere la Champions League bisogna investire più di 150 milioni di euro (certo, senza considerare le cessioni) per portare al Bernabeu Gareth Bale, Isco e Illarramendi. Il resto della storia è noto, e torniamo alla prima riga: al tre dicembre Callejon ha già segnato otto gol con la maglia partenopea. E il Real Madrid? Fedele al motto secondo cui la maglia e la società sono la cosa più importante, è difficile pensare che possano rimpiangere l’esterno andaluso; tuttavia, le lacrime arrivano quando si pensa al confronto impietoso con il Barcellona. Dal 2004, anno della Champions League vinta da Frank Rijkaard, il conto dei titoli dice a favore della Catalogna. Cosa dire? Che a volte è bello passare le estati ad assistere a presentazioni e palleggi di svariati campioni con la maglia bianca, ma forse sarebbe il caso, ogni tanto, di essere più pragmatici e aspettare che i Callejon, i Raul Albiol (che a Madrid ha avuto anche meno spazio) e tanti altri facciano il loro percorso completo. Per dire: se il tifoso dicesse “pazienza se abbiamo venduto Robben, poi abbiamo vinto quattro Coppe dei Campioni” capiremmo; visto che la situazione corrente parla di tre campionati nazionali, due Supercoppe di Spagna e una Copa del Rey in dieci stagioni, forse qualcosa non torna. Ad ogni modo, per chi volesse ripercorrere un po’ di storia, ecco una “selezione” – sotto forma di formazione-tipo – di tutti i giocatori “scartati” dal Real Madrid che hanno poi trovato fortuna altrove. Allenatore Fabio Capello, per due volte – a distanza di un decennio – allontanato nonostante la vittoria della Liga. Dicevano, da quelle parti, che il suo gioco fosse noioso. Sarà, ma qualcosa continua a non tornare. (Claudio Franceschini)
Adan; Juanfran, Raul Albiol, Samuel, Garay; Borja Valero, Cambiasso; Robben, Sneijder, Callejon; Eto’o. All. Capello
A disp: Filipe Luis, Sahin, Van Der Vaart, Makelele, Javi Garcia, Soldado, Negredo, Robinho, Cassano