Se queste sono le premesse, la volata per la Champions della Juventus appare in salita. Non solo. A questo punto i bianconeri (in svantaggio negli scontri diretti con il Palermo e con il Napoli) devono guardare con attenzione anche all’Europa League. La Juve sta infilando un risultato negativo dietro l’altro di fronte all’incredulità dello stesso tecnico che non sa più cosa fare. Dov’è finito l’orgoglio dei campioni? Si può spiegare tutto con una condizione fisica non ottimale? Misteriosamente la squadra, pur non facendo un ritmo forsennato nei prima 45 minuti, cala vistosamente nella ripresa.
Quel che non si comprende è come giocatori esperti (vedi Camoranesi) facciano di tutto per complicare la situazione: nella serata al San Paolo, già ammonito, ha rischiato l’espulsione in un momento difficile della gara. Inutile sottolineare ormai il capitolo (sempre più ampio) degli infortuni (con Poulsen siamo a 60).
Zac spera di recuperarli completamente. Non possiamo, però, non ribadire che la rosa della Juve resta superiore a quella delle rivali dirette. Adesso (ma è un po’ di tempo ormai che tutti, dal magazziniere al presidente, lo ripetono) bisogna restare uniti per cercare di portare a casa più punti possibili nelle ultime otto gare. In palio non c’è solo un posto al sole nell’Europa che conta, ma forse anche una semplice qualificazione all’Europa League. Non si può escludere da questa corsa i viola di Cesare Prandelli. La situazione è complessa, perché tutte le squadre, dal Palermo alla Fiorentina, si giocano qualcosa di importante. C’è, quindi, il concreto rischio di restare fuori un anno dall’Europa, il che vorrebbe dire inevitabilmente perdere alcuni giocatori (Buffon o Chiellini su tutti), mentre altri (a fine carriera) si precluderebbero per un altro anno il sogno di vincere qualcosa di importante.
E pensare che è stato allontanato un allenatore (Ranieri) che aveva fatto un solo errore: arrivare secondo alle spalle dell’Inter, una potenza economica senza rivali (in Italia). Il sonno dei tifosi è disturbato dall’incubo di restare fuori dall’Europa. L’ultima volta che è successo (serie B a parte) è stato nell’anno di Gigi Maifredi. Purtroppo le analogie sono tante. La prima è quella di una dirigenza che rischia di essere azzerata.
(Luciano Zanardini)