La 29enne slovena ha vinto la Coppa del Mondo generale a Meribel il 24 febbraio, rimane in corsa per tutte le cinque coppe di specialità (ha già portato a casa quelle di gigante e combinata) e nel frattempo ha infranto la barriera dei 2000 punti arrivando a , che è record assoluto (a livello femminile Lindsey Vonn si era fermata a 1980 la scorsa stagione, mentre era Hermann Maier a detenere il primato). Ieri però non è stata certo una bella giornata per Tina; non tanto per il quarto posto nel super-G di Garmisch (vinto dalla austriaca Anna Fenninger, davanti a Maria Riesch e Julia Mancuso), quanto perchè al comitato organizzatore è giunta una mail, scritta in tedesco, nella quale la Maze veniva minacciata di morte in caso avesse preso parte alla gara. Immediato l’intervento della polizia che è stata allertata dagli organizzatori tedeschi: “La minaccia va presa sul serio, il nostro lavoro è quello di evitare problemi di sicurezza”, ha dichiarato Peter Fischer, capo del comitato di Garmisch. La slovena è dunque stata seguita ovunque come un’ombra da due guardie del corpo, addirittura al cancelletto di partenza e poi all’arrivo, mentre agenti di polizia hanno sorvegliato la sua stanza d’albergo. “Tutto questo è triste”, ha detto Tina Maze, “stai andando forte dando il tuo meglio e c’è qualcuno che ti vuole disturbare”. Sia lei che Andrea Massi, capo del suo team e fidanzato, hanno rivelato di non essere stati troppo infastiditi dalla cosa, “ma non è una cosa carina per me e il mio team. Non ho visto la mail, sono convinta che vogliano solo rovinare il mio momento ma io me lo sto godendo al 100%”. Non è la prima volta che mitomani vari minacciano di morte atleti delle varie discipline: era accaduto a Roger Federer solo qualche mese fa alla vigilia del Masters di Londra, mentre restando in ambito di sci pare che anche Marcel Hirscher fosse stato oggetto di lettere minatorie (gli organizzatori non hanno mai rivelato il nome della “vittima” ma l’austriaco è stato accompagnato da guardie del corpo). Nel 1993 invece Gunther Parche andò fino in fondo, o quantomeno ci provò: accecato dalla adorazione per Steffi Graf, pugnalò alla spalla la serba Monica Seles durante un cambio di campo di una partita di tennis ad Amburgo, non causandole ferite gravi ma producendo in lei un forte shock psicologico che la costrinse a stare lontana dai campi per più di due anni.