Da Goteborg sono arrivati segnali che la ricrescita dell’atletica italiana è reale, anche se forse potevamo fare pure qualcosa in più. Agli Europei indoor sono arrivate cinque medaglie, di cui una d’oro, una d’argento e tre di bronzo. Sugli scudi il salto triplo e la velocità, cioè i 60 metri, piani o ancor di più ad ostacoli. Infatti dal triplo sono arrivate la medaglia d’oro di Daniele Greco e quella di bronzo di Simona La Mantia. Con l’oro di Greco confermiamo di essere la nazione guida a livello europeo in questa specialità, nonostante l’assenza del bronzo olimpico Fabrizio Donato, mentre la siciliana ha centrato il podio nonostante un inverno caratterizzato da problemi all’anca destra. Un bilancio molto positivo, così come positivo è stato mandare ben tre atleti sul podio nelle gare veloci. Michael Tumi ha confermato i grandi progressi fatti registrare in questo inverno giungendo terzo nella gara più veloce con tempi ancora eccellenti, mentre nelle due gare dei 60 ostacoli sono arrivati al maschile l’argento di Paolo Dal Molin con un record italiano da ricordare in 7”51, e al femminile il bronzo di Veronica Borsi, che addirittura ha bissato il record nazionale, fatto registrare prima in semifinale e poi in finale. L’ottavo posto sia nel medagliere sia nella classifica a punti è senza dubbio un buon risultato, che ci conforta sulla bontà del nuovo corso, anche se – come si diceva – rimane pure qualche rimpianto. Tumi a parte, infatti, hanno brillato poco le altre stelle dell’inverno: Silvano Chesani nel salto in alto e Roberta Bruni nel salto con l’asta non sono nemmeno entrati in finale, mentre Alessia Trost si è fermata al quarto posto nel salto in alto femminile con 1.92, e se avesse saltato i 2 metri fatti qualche settimana fa avrebbe vinto l’oro. Ma si tratta di esperienze che faranno crescere questi nuovi talenti della nostra atletica, in vista di obiettivi ancora più prestigiosi. In chiusura, una notizia dall’America: Jennifer Suhr ha portato il record del mondo di salto con l’asta femminile indoor a 5.02 m. Dopo l’oro olimpico di Londra, la statunitense è sempre più la stella di questa specialità, superando la Isinbayeva.
1. Russia 4-7-3
2. Regno Unito 4-3-1
3. Francia 4-2-3
4. Ucraina 2-1-1
5. Spagna 1-3-0
6. Svezia 1-2-3
7. Germania 1-2-2
8. Italia 1-1-3
9. Polonia 1-1-1
10. Turchia 1-1-0
11. Repubblica Ceca 1-0-4
12. Serbia 1-0-1
13. Azerbaigian, Bulgaria, Paesi Bassi, Portogallo 1-0-0
17. Bielorussia 0-2-2
18. Bosnia Erzegovina 0-1-0
19. Irlanda 0-0-2
(Mauro Mantegazza)