Lazio-Fiorentina finisce 0-0, ed è un’occasione sprecata per entrambe le squadre. Intanto perchè le prime della classe scappano: adesso la vetta dista, rispettivamente, 9 e 10 punti, e anche la zona Champions League (-7 e -8) diventa lontana. In più, perchè due squadre che sanno giocare a calcio e lo hanno più volte dimostrato non sono riuscite a esprimersi, partorendo uno spettacolo decisamente non all’altezza dei giocatori in campo. Finisce che nessuno si fa male; per fortuna ora c’è la sosta, così Petkovic e Montella potranno tirare le somme di questa prima parte di stagione che poteva sicuramente essere più proficua. Curiosità: questo è solo il quarto 0-0 della stagione (gli altri erano stati Parma-Chievo, Catania-Parma e Genoa-Livorno). Per larghi tratti è sembrata una partita tra due squadre che lottavano per la salvezza, con il terrore vivo di perdere altro terreno dall’asciutto delle posizioni sicure. Pochi tiri in porta, poche manovre articolate, poco coraggio: è mancato soprattutto questo, e certo la fatica per l’Europa League può avere inciso sulle gambe dei giocatori ma di certo ci saremmo aspettati molto di più. Lo 0-0 per altro non serve proprio a nessuno: entrambe vengono scavalcate dal Verona, che in quinta posizione forse non durerà troppo ma intanto è lì davanti e andrà scalzato. Quella che ci ha provato di più, se così si può dire. Giocava in casa e a un certo punto una punta di orgoglio e spinta del pubblico è venuta fuori, ma non tale da portare i tre punti o anche solo una spinta concreta verso la porta di Neto. Confermata la tendenza che a questo punto diventa problematica: senza Klose, lì davanti non si riesce a incidere. Passo indietro deciso dopo la bella vittoria nel gelo di Dnipropetrovsk. Ci si aspettava una Fiorentina arrembante, e invece le tossine rimaste sulle gambe causa un campo durissimo si sono fatte sentire. In più la squadra di Montella, forse spaventata dai due punti persi contro il Parma, ha come cercato di mantenere il pareggio come prima cosa, senza esporsi troppo. Il pareggio, però, è risultato che non serve. Poco lavoro, perchè come detto le due squadre rinunciano a giocare. Così il fischietto se la cava bene, anche lui una serata quasi tranquilla in attesa di prove più impegnative.
Lazio-Fiorentina fa calare il sipario su un primo tempo bruttino segnato profondamente dalla stanchezza dovuta agli impegni e alle assenze. Una prima parte di gara, fino circa al 20′ passata a stuzzicarsi a un ritmo davvero basso, anzi, bassissimo e senza grandi occasioni. Poi è salito l’agonismo e gli spunti dei singoli – specialmente dei giocatori della Lazio – ma che non sono sufficienti per trovare la via della rete o occasioni davvero limpide. Voto primo tempo 5.L’occasione più interessante è quella occorsa al 12′: Pizarro (nervosissimo) perde palla sulla pressione di un ottimo Perea che scatta verso l’area di rigore, vince il duello con Savic e prova la conclusione (di poco a lato grazie anche all’opposizione del difensore viola). Voto 7La situazione più tragicomica del primo tempo avviene sugli sviluppi di un calcio di punizione dal limite per la Lazio. Malinteso tra Candreva ed Hernanes e la Fiorentina parte in contropiede. Ma non finisce qui perchè la palla arrivata a Cuadrado viene calciata verso la porta di Marchetti ben prima di arrivare a metà campo. Non però con uno spiovente che avrebbe potuto trovarlo fuori dai pali, ma con un rasoterra di indubbia inefficacia, che muore tra i piedi di Marchetti. Voto 4 ad entrambe le formazioni.
I biancocelesti cominciano in sordina ma poi grazie al dinamismo di Onazi, all’ottima vena di Perea – oggi all’esordio dal primo minuto – e ad una Hernanes in crescita mettono paura ai Viola. Troppa imprecisione in avanti, troppi brividi regalati da un Marchetti che non pare in serata, ma Lazio ok soprattutto sulle ripartenze. Brutta prestazione di una Fiorentina che prima riesce a gestire molto bene la gara abbassando il ritmo fin quasi allo 0, poi con alcune sbavature (in particolare di Pizarro, nervosissimo) e un attacco che non riesce ad essere incisivo anche a causa di un Pepito Rossi e di un Cuadrado non al meglio si spegne. E rischia troppo dietro. Migliore in campo Lazio: Perea 7 – Bellissima scoperta questo giovane che sta andando alla grande sulle ali dell’entusiasmo. Con un pizzico di fortuna avrebbe pure fatto gol. Peggiore in campo Lazio: Marchetti 5 – Da brividi le sue uscite di pugno. Migliore in campo Fiorentina: Rodriguez 6,5 – Attento ed efficace. Peggiore in campo Fiorentina: Pizarro 5 – Brutto e “cattivo”. I suoi palloni persi sono davvero proverbiali. E rischia pure il cartellino.
Poco sicuro, esce rimirando le stelle nel primo tempo e per poco non ci scappa il gol. Fortuna che poi non gli tirano più in porta.
Ordinaria amministrazione, se non altro conferma di essere in un buon periodo, rigenerato dopo una stagione ai margini.
Tenere a bada gli attaccanti viola è uno scherzo, così si spinge in avanti in cerca di fortuna, e quasi la trova.
E’ anche merito suo se la Fiorentina crea poco o nulla: sempre attento, ormai riciclato in questo ruolo lo svolge molto bene.
Cuadrado non è al meglio, così fermarlo diventa missione semplice. Eppure non ne approfitta, non garantendo spinta.
Tanta corsa, però anche poca lucidità. Tuttavia convince più di altre uscite. ()
Aveva aperto bene la stagione, qui torna a essere un punto di domanda. Nel senso che c’è come piazzamento, ma sarebbe un regista e invece la palla non gira.
Lui almeno ci prova. Su calcio piazzato, manovrando, cercando di portare classe. Poi capisce che non è serata. ()
In mezzo al deserto, spunta lui a portare le borracce. Per tutta la squadra: siccome nessuno gli dà una mano, lui da solo non fa i miracoli, pur sfiorandoli.
Bravo il colombiano, che si è integrato bene nella sua nuova realtà. Fa fare una pessima figura a Pizarro ma il gol lo sbaglia lui, poi cala. Se diventa più concreto sotto porta, la Lazio ha fatto l’affare.
Eccolo qui, l’acquisto boom dell’estate. Per ora, il botto non l’ha fatto: deve ancora integrarsi nel calcio europeo, perchè nessuno nota la sua presenza in campo.
Molto più concreto, tanto da chiedersi perchè sia rimasto in panchina a guardare per 58 minuti. Non è un bomber di razza pura, però il suo lavoro lo garantisce)
All. PETKOVIC 5,5 La rosa è quella che è: forse, non vale le prime posizioni. Si arrangia con quello che ha, al momento pochino, ma alcune scelte le sbaglia: vedi sopra, un Floccari da due gol europei in un minuto meritava il campo subito, specie senza Klose.
Per una sera non fa figuracce, dimostrando di avere tecnica: vola su un diagonale di Floccari, c’è in situazioni da sbrogliare. Deve imparare a giocare con i piedi: il Grasshoppers lo ricordano ancora tutti, da queste parti e non solo.
Ha di fronte Lulic: si prospetta serata dura, e invece il bosniaco non infierisce mai, forse per paura che d’improvviso Cuadrado si svegli.
Partite così potrebbe giocarle bendato. Si rilassa così tanto che rischia di sbagliare, ma poi si riprende. Leader della retroguardia.
Degno compare dell’argentino, si nota in particolare in un paio di interventi che evitano situazioni spiacevoli.
Non è in condizione, e lo sa anche lui: così resta sulle sue, sperando che la partita non prenda certe pieghe. Non succede, e allora si riposa.
Ha giocato partite più brillanti, però dimostra che i piedi buoni possono mettersi al servizio della squadra se c’è da calarsi in trincea e difendere il forte. Contribuisce.
Nel primo tempo ricasca nel solito vizietto: cincischia sulla trequarti difensiva e si fa gabbare da Perea, che poi grazia Neto. Quasi timoroso di potersi ripetere giochicchia invece di illuminare, e la Fiorentina non gira.
( Combina qualcosa, quantomeno entra con il piglio di chi vuole essere ricordato. Domani mattina sarà uno dei tanti ad aver giocato questa partita noiosa, ma lo sarà meno di altri)
Appesantito dalla steppa ucraina, si concede un turno di riposo pur giocando. Tiene alla grande la posizione (non si giocano 20 anni in serie A per caso), ma a parte quello fa veramente poco.
Mezzo voto in meno perchè ci aspettavamo che uno così, in una partita così, potesse prendere il pallone e decidere di giocare da solo. E invece si adegua al clima, ed è una colpa.
Ci prova con qualche scatto dei suoi, ma non è il Cuadrado versione Speedy Gonzalez, e lo si capisce piuttosto in fretta. ()
Intendiamoci: non è colpa sua, Montella prova a dargli fiducia ma Pepito non sta bene e abbandona presto la contesa, rimandando i gol ad appuntamento migliore. Per esempio, la Juventus dopo la sosta.
( Il cambio, da solo, fa capire che la Fiorentina sta rinunciando ai tre punti, o che quantomeno li vuole prendere in contropiede in mancanza del piano principale. Il peruviano si adegua, cioè va al passo invece di galoppare)
All. MONTELLA 5,5 Anche lui paga le tante assenze: se hai in rosa Mario Gomez e devi far giocare Ryder Matos (con tutto il rispetto), significa che non sei in un buon periodo di salute. Lui però pare quasi dire ai suoi di non esporsi troppo, accontentandosi di un pareggio esterno. Niente di sacrilego, ma il vero Aeroplanino non è questo.
(Claudio Franceschini)