Secondo giorno di ritiro a Coverciano per la Nazionale, e oggi il protagonista della conferenza stampa giornaliera è stato Giuseppe Rossi. Giusto così, per celebrare il ritorno in azzurro di un giocatore che mancava da ben due anni, a causa di due gravi infortuni che ha subito uno dopo l’altro. Ora la sua carriera è ripartita, grazie alla Fiorentina, e il bottino di questa prima parte di campionato è eccellente. Già tutti pensano alla coppia formata da Pepito e Mario Balotelli per il Mondiale 2014, ma il diretto interessato preferisce essere molto cauto, perché ha già dovuto vivere troppe delusioni nella sua carriera: “Non vado più di corsa. L’ho già fatto una volta, per giocare l’Europeo, e ho pagato dazio (con il secondo infortunio e successiva operazione al ginocchio, ndR): stavolta voglio pensare solo giorno per giorno, mai troppo in là”. Il Mondiale naturalmente è un sogno, ma Rossi pensa a lavorare e a fare bene nel presente: “Al Mondiale penso, ma come un orizzonte lontano: prima penso al prossimo allenamento, a quello che dovrò fare con la Fiorentina. Questo per me è un anno zero, sono come un calciatore nuovo: devo arrivare in forma al periodo in cui Prandelli farà le sue scelte, e se poi in Brasile ci sarò anche io dovrò ringraziare tante persone, a cominciare dai fisioterapisti che mi hanno aiutato a recuperare. Ma il primissimo a cui dovrò dire grazie è mio padre (morto nel 2010, ndR): è lui che mi ha permesso di essere qui, oggi. La Nazionale è un onore e qui mi sento sempre a casa mia”. Come ha ritrovato la squadra azzurra dopo un’assenza così lunga? “Più matura, più sicura di se stessa, con un’identità di gioco”. Giudizio ampiamente positivo, quindi. E Rossi come è cambiato dopo quasi due anni di stop? “Tatticamente sono lo stesso: posso giocare in tanti modi, là davanti. Non ho mai avuto paura di non tornare Rossi, anzi ho sempre pensato di poter tornare più forte di prima: è sempre stata questa la mia mentalità e del resto, con un infortunio così, dovevo per forza pensare solo a cose buone”.