Milan forza quattro, il Napoli è tornato a fare il Napoli, e l’Inter non vuole saperne di guarire definitivamente. Questi i temi più caldi sfornati dalla nona giornata di campionato, senza dimenticare le difficoltà delle romane, che non riescono ancora a spiccare il volo (soprattutto la Roma, battuta a Marassi). Di questo e molto altro abbiamo discusso con Pierluigi Pardo, collega di Mediaset Premium, intervenuto in esclusiva ai microfoni de IlSussidiario.net.
Pardo, è un Milan travolgente, quello visto stasera a San Siro (4-1 al Parma). In più, ha trovato un nuovo bomber: Nocerino…
Già vedere una tripletta è un fatto abbastanza clamoroso, figuriamoci poi quando arriva da un centrocampista, per di più come Nocerino, che non è certo avvezzo ad imprese simili. E’ una tripletta ancora più incredibile rispetto a quella di Boateng, che ovviamente ha più colpi. Per me, comunque, rimane il Milan la favorita del campionato. Se Ibrahimovic sta bene e se recupera pure il miglior Pato, vedo ancora i rossoneri davanti a tutti.
Quali possono essere le insidie per Allegri?
Direi la concorrenza, in cui spicca la Juventus, che ha solo due competizioni da affrontare. Però il Milan ha un passo più sicuro, ha più qualità e più cinismo.
Stasera si è rivisto un Napoli a buonissimi livelli. In fondo, dopo la sosta, non aveva fatto benissimo…
Nel complesso, però, direi che sta facendo molto bene. I cali ci possono stare, sono fisiologici. Non dimentichiamoci che questa squadra sta affrontando un girone di Champions durissimo, che non è come quelli di Inter e Milan. Normale perdere qualche punto.
Non è stata un po’ troppo strana la scelta dell’Udinese di rinunciare a Di Natale?
Sì, è vero, ma non voglio fare dietrologie. Il problema è che non si può rinunciare facilmente ad un campione simile. L’anno scorso ne avevi due, lui e Sanchez, mentre quest’anno c’è solo Di Natale.
Lavezzi è tornato al gol in casa dopo un anno. Di lui si dice sempre: se segnasse di più…
Il Pocho rimane un giocatore importantissimo. Ha una capacità quasi unica di andare via in velocità. Certo, dovrebbe segnare di più, ma da questo punto di vista non vedo grandissimi margini di miglioramento…
Ci si attendeva molto dalla Lazio, reduce da 3 vittorie consecutive, ma un tignoso Catania l’ha bloccata sul pari.
Sì, Lazio bloccata, ma di fronte aveva un Catania che sta molto, molto bene, come dimostrano le ultime gare. Finora quella di Reja mi è sembrata una squadra molto regolare, cinica al punto giusto, ma ha trovato un avversario in grande salute.
Potrebbero aver inciso in negativo le parole di Reja alla vigilia: “Lo scudetto è un discorso che non ci appartiene”…
No, io credo invece che Reja sia stato molto onesto. Per me la Lazio non è da scudetto, anche se può fare benissimo un ottimo campionato ed arrivare tra le prime.
Come sta la Roma? Più che una squadra, sembra un rebus.
E’ ancora un punto interrogativo. Col Genoa si è letteralmente suicidata. Non ha giocato male, ma hanno deciso gli episodi. Per dire, secondo me aveva giocato peggio col Palermo ed aveva vinto: il calcio è strano. Credo che il tridente leggero vada rivisto, almeno uno tra Osvaldo e Borriello deve giocare sempre.
Rimane, comunque, l’Inter la grande malata del nostro campionato.
Con l’Atalanta ha fatto un passo indietro. E aveva pure rischiato di perdere, se Denis non avesse sbagliato il rigore. Di sicuro è una squadra che non è ancora guarita del tutto. E’ presto, naturalmente, per fare certi discorsi, ma i distacchi in classifica mi pare che stiano diventando pesanti: c’è la Juve a +8, il Milan a +6, occorre darsi una mossa.
Giudizio complessivo sul nostro bistrattato campionato?
Io vedo una serie A equilibrata, non mediocre come si dice in giro. L’equilibrio è un valore. Francamente trovo noiosissimo un 6-0, un risultato che vediamo spesso in altri tornei. Mi pare interessante vedere una Lazio che non riesce a battere il Catania, un Milan che dopo 45′ è sotto di tre reti a Lecce, è tutto più incerto ed emozionante. Anche in Europa, poi, mi pare che le nostre squadre abbiano iniziato col piede giusto, mostrando i primi segnali di crescita.
(Alessandro Basile)