La nona tappa del Giro d’Italia, da Sansepolcro a Firenze, si chiude con la vittoria di Maxim Belkov, 28 anni, atleta del team Katusha. Il russo, al primo successo in carriera da professionista, ha largamente preceduto Betancur (che al traguardo, convinto di essere in testa, ha esultato vistosamente), mentre al terzo posto si è piazzato Pantano seguito da Ludvigsson. La giornata è stata caratterizzata da una fuga partita da lontano di dodici corridori, che sono poi rimasti appena due con Pirazzi e Belkov che si sono staccati andando via. Belkov lascia scollinare Pirazzi a Vallombrosa, poi sulla discesa lo stacca e se ne va, anche se sulla Vetta Le Croci sente la fatica e fa rientrare Pantano a meno di due minuti; il russo però contiene bene e quando arriva sul Fiesole sa di aver vinto. Il gruppo della maglia rosa è arrivato con un ritardo di 1’06”, con Nibali che quindi resta maglia rosa. Rientra tra questi anche Bradley Wiggins, il britannico del team Sky che oggi ha faticato tantissimo a causa del maltempo e delle discese che rischiavano di far giungere al traguardo l’atleta molto più in ritardo: è solo grazie all’aiuto della propria squadra che Wiggins, a 25 chilometri dall’arrivo di Firenze, è riuscito ad arrivare nel gruppo della maglia rosa dopo che aveva perso terreno sulle discese. Continuano così le sue difficoltà sulle strade bagnate di questo Giro; ma in crisi oggi è andato anche Ryder Hesjedal, che invece ha perso terreno non riuscendo a recuperare (si è staccato alla salita Fiesole) e così è costretto a osservare la maglia rosa Vincenzo Nibali (conferma senza faticare troppo) da più di tre minuti di ritardo, fuori dai primi dieci della classifica (clicca qui per la classifrica generale dopo la nona tappa). Dopo il giorno di riposo di domani, sarà la volta della prima frazione alpina che, in 167 chilometri, porterà il gruppo da Cordenons all’Altopiano del Montasio. Nibali, intanto, può godersi la sua maglia rosa e sfruttare la giornata di domani per riprendersi da una tappa che è stata decisamente faticosa (clicca qui per l’intervista esclusiva a Roberto Miodini).