Italia-Spagna è finita 0-4 (clicca qui per le pagelle della partita). Un poker impietoso, che ha proiettato la Roja nella storia, come prima nazionale a centrare il triplete di successi internazionali (2008-2010-2012). Le marcature, equamente suddivise tra i due tempi, di Silva, Jordi Alba, Torres e Mata hanno seppellito gli azzurri nelle piaghe di un sistema ancora palesemente inferiore a quello iberico. Del resto la storia recente parla chiaro: nell’ultimo lustro la Spagna è due spanne sopra tutti. Gli iberici hanno giocato una sola partita perfetta: quella che contava, quando contava. Peccato per noi, che ci eravamo illusi, e non senza qualche indizio a favore, di poter scalfire l’egemonia spagnola. Per commentare la sconfitta nella finale di Euro 2012 abbiamo intervistato in esclusiva Pierluigi Pardo, stimato collega di SportMediaset che ha seguito da vicino l’avventura degli azzurri. Ecco le sue impressioni a caldo:
Se l’aspettava così male?
E’ una partita difficile da giudicare, nel senso che tutto quello che poteva succedere per offuscare un ottimo europeo è successo. Non siamo mai stati in partita.
Dove siamo mancati maggiormente?
Sicuramente l’aspetto fisico è una chiave, però non può diventare un alibi, perchè anche la Spagna aveva fatto la sua maratona col Portogallo. Va ricordata una cosa in ogni caso.
Quale?
Quello cha ha fatto Prandelli è molto bello, lo abbiamo già sottolineato, soprattutto nella ricerca del gioco. Ma stasera non avevamo un piano B.
In che senso?
Quando abbiamo capito che gli spagnoli erano più rapidi, più reattivi ed efficaci nel pressing, non abbiamo trovato nessuna soluzione alternativa.
Cosa pensa delle sostituzioni? Da fuori siamo tutti bravi, però quel Thiago Motta ha lasciato un po’ perplessi…
Sinceramente ho avuto anch’io questa sensazione. Al decimo della ripresa, sotto due a zero: in teoria dovevamo sperare di arrivare ai supplementari. Con tanti minuti davanti, fare il terzo cambio in quel momento è stato un azzardo. Poi si può aggiungere una cosa.
Cioè?
La legge di Murphy ci ha colpito: non siamo stati nemmeno fortunati negli episodi, ma questo non cambia la sostanza. Peccato, perchè è la sconfitta più pesante nella storia delle finali, e finisce per coprire quello che di buono abbiamo fatto, che è stato tanto.
Da quello che capisce Prandelli andrà avanti?
Stasera ha detto che va avanti, domani (oggi, ndr) capiremo meglio. Se dovesse rimanere vorrà dire che qualcosa è cambiato negli ultimi due giorni: prima della finale sembrava abbastanza chiaro che volesse mollare.
Questa sconfitta può influenzare la decisione del mister?
Potrebbe essere una chiave perchè decida di rimanere.
Come giudica la prova di Balotelli e Cassano questa sera?
Hanno sbagliato, ma stasera sono mancati tutti. Il centrocampo era in affanno, è mancata completamente la difesa. C’è stata solo una partita in cui la coppia d’attacco ha fallito.
Quale?
I quarti contro l’Inghilterra: lì abbiamo tenuto benissimo dietro e in mezzo ma non siamo riusciti a finalizzare.
Stasera?
Non è colpa nè di Balotelli nè di Cassano: siamo stati surclassati da ogni punto di vista. Poi è chiaro che sono due giocatori non completamente compiuti.
In che senso?
Balotelli ha fatto un europeo così così, poi ha avuto un exploit in semifinale: sarà il futuro di questa nazionale.
Invece l’europeo di Cassano?
Veniva da cinque mesi di stop, non poteva avere il ritmo partita: per come stava ha fatto anche troppo. Stasera non è stato brillante, ma è un discorso generale.
Lei è fiducioso per il futuro di questo gruppo, a prescindere da quello che farà Prandelli?
Sì. A parte la Spagna, che ha costruito una generazione vincente, le nazionali sono molto legate agli episodi. Basti guardare alla nostra storia: nel 2004 usciamo col biscotto, nel 2006 vinciamo ai rigori che poi ci puniscono due anni dopo, nel 2010 lasciamo stare.
Come considerare Euro 2012 in quest’ottica?
Prandelli ha fatto un lavoro incredibile, pur con molti problemi. Senza Giuseppe Rossi, con Cassano fermo per mesi, le magagne exrta-campo. Adesso siamo suggestionati da una sconfitta pesante, ma nelle analisi a freddo dovremo dare un voto alto a questa squadra, e a questo allenatore.
Le lacrime di Pirlo sono l’immagine migliore della batosta?
Non so qual è l’immagine migliore. Questo è stato un grande europeo per la generazione degli “anziani”. Per Pirlo forse era l’ultima possibilità.
E gli altri?
Buffon potrebbe averne un’altra, i portieri sono più longevi. Lo stesso Cassano ha trent’anni, tra due andrà verificato. Certo, per il gruppo storico è una grossa occasione persa, mentre un Balotelli la può interpretare come una prima esperienza formativa.
(Carlo Necchi)