Il galletto del Bari non esiste più. Del marchio storico, che avevamo imparato a conoscere in tutti questi anni, rimane soltanto la cresta rossa; che però è stata ribaltata rispetto al passato. Il motivo? Di certo non per una sommossa popolare. “E’ troppo freddo”, “Si poteva fare di meglio”, “Non è affascinante”: questi alcuni dei commenti sui social network da parte dei tifosi. Il motivo è un altro: non ci sono conferme ufficiali, ma sembra proprio che il galletto sia scomparso dal logo della nuova società – acquisita dall’ex arbitro barese Gianluca Paparesta – sia legato al marketing. Ovvero: gli imprenditori russi che fanno parte del progetto avrebbero fatto sentire la loro voce specificando che nella loro patria “galletto” è una parola che si utilizza per appellare i detenuti più in basso ella gerarchia carceraria, quelli che occupano i posti più umili e sgradevoli e sono anche oggetto di attenzioni sessuali da parte dei più violenti carcerati. Questo in origine; poi, nel corso degli anni, se dici “galletto” a qualcuno lo fai con intenti omofobi. E dunque, via il galletto che avrebbe potuto precludere qualche pista estera; dentro invece l’immagine di San Nicola, che in Russia è uno dei santi più amati. Paparesta però non ci sta: ha già fatto sapere che “il galletto non è sparito e sarà parte integrante del nostro merchandising. Abbiamo un passato che non vogliamo rinnegare, siamo una società aperta e abbiamo scelto nel marchio un riferimento al santo patrono di Bari”. Per adesso però il galletto non c’è: dopo le polemiche sul nuovo logo della Roma, altri tifosi si schierano contro le scelte della società in fatto di marchio.