Quando Martina Hingis vinse il suo primo (e unico) torneo di Wimbledon aveva 16 anni e 9 mesi. Rende sei mesi in termini di giovinezza a una connazionale che, come lei, ha origini cecoslovacche e lo scorso 6 luglio ha portato a casa i Championships: Belinda Bencic. Le similitudini non si fermano qui: potremmo iniziare con il dire che Belinda fa parte della scuderia di Melanie Molitor, vale a dire la mamma della Hingis; ma possiamo anche citare il fatto che la sua vittoria a Wimbledon arriva a 16 anni esatti da quando Martina sconfisse Jana Novotna sull’erba del campo centrale. D’accordo: qui stiamo parlando di titolo juniores, perchè la Hingis a 16 anni e mezzo era già numero 1 al mondo della classifica WTA. Belinda Bencic lo è della sua categoria, ma è già qualcosa, anzi di più: perchè si trova a confrontarsi, nella maggior parte dei casi, con giocatrici che hanno uno o anche due anni più di lei, ma le domina con una naturalezza che fa già pensare che, un giorno non lontano, questa svizzera di Flawil (Canton San Gallo, nella parte tedesca della Confederazione) possa raggiungere il top del tennis mondiale. Per il momento si accontenta di alcuni record: per esempio, una striscia di 39 vittorie nel 2013, interrotta qualche giorno fa ai Campionati Europei (ha perso in due set da Barbora Krejcikova la prima partita dell’anno), ma anche due titoli Slam. Sì, perchè prima di Wimbledon Belinda aveva vinto anche il Roland Garros, e così con il trionfo di Londra (in finale contro Taylor Townsend) ha messo fine a una successione di ventisei Major nei quali si è imposta una giocatrice diversa (l’ultima è quindi Ana Konjuh, che ha vinto gli Australian Open). Dove si può spingere la Bencic? Il paragone con Martina Hingis è lì da vedere, ma lei va avanti per la sua strada: ha già esordito nel circuito delle professioniste (attualmente è al numero 330 del ranking), giocando in Lussemburgo contro Venus Williams ed entrando come wild card nel tabellone principale di Bastad, dove ha perso al primo turno da Anna Tatishvili strappandole però il primo set. In attesa del grande e definitivo salto, IlSussidiario.net l’ha intervistata in esclusiva per un commento sulla sua vittoria a Wimbledon e uno sguardo a quel che verrà.
Belinda, come è stato vincere Wimbledon juniores? E’ stato incredibile: ho giocato davanti a 11.000 spettatori, e poi al terzo set ero sotto 1-3 e 15-40… una grande emozione.
Hai vinto 16 anni dopo Martina Hingis, fai parte della scuderia di sua madre Melanie… quanto sei cresciuta con lei, e Martina è stata un’ispirazione per te? Ho fatto dei progressi, soprattutto a livello fisico. Per quanto riguarda Martina, era il mio idolo quando ero bambina.
Quest’anno hai giocato 40 partite a livello juniores, perdendone una: senti la pressione nell’essere la numero uno della categoria e per le aspettative su di te? Ovviamente, la gente si aspetta che io, in quanto numero 1 del ranking, vinca ogni partita. Io però non mi faccio pressare troppo da questo: prendo una partita per volta.
Come ti trovi ad avere tuo padre Ivan come allenatore? Ci sono vantaggi e svantaggi, questo è certo; ma funziona tutto bene, anche perchè nessuno mi conosce meglio di lui. In pratica, è la perfetta estensione di Melanie Molitor.
Hai già esordito nei tornei WTA, giocando peraltro contro Venus Williams e recentemente a Bastad: quali sono le differenze rispetto al mondo juniores? Gli juniores hanno un gioco più “sprovveduto”, istintivo: prendono rischi troppo presto, hanno poca pazienza. La differenza con i professionisti non sta nella forza o nella velocità dei colpi, quanto nella costanza.
Ti sei data un tempo definito prima di passare definitivamente nel mondo WTA? Sì: dopo gli US Open passerò regolarmente tra i professionisti.
Hai già una superficie preferita sulla quale giocare? No, ma posso dire che ovviamente dopo la vittoria a Wimbledon l’erba mi piace un po’ più di prima…
Quali sono i tuoi prossimi impegni? Giocherai agli Us Open? Sì, e prima sarò all’Interclub vicino a Locarno. Dopo Flushing Meadows giocherò tornei pro.
Ultima cosa: puoi indicarci qualche giocatrice che hai affrontato da juniores e che secondo te può sfondare tra i pro? Ti faccio due nomi: Madison Keys e Annika Beck. (Claudio Franceschini)