Titolo numero 51 per Novak Djokovic, il terzo dellanno dopo gli Australian Open e Indian Wells. Il serbo si prende anche il Miami Open 2015 battendo in una finale intensissima Andy Murray, il suo coetaneo e amico, con il punteggio di . Dimostrando una volta di più che sul cemento sono in pochi a poter reggere un incontro alla pari con lui, e che anche nelle difficoltà più estreme trova sempre un modo per rinascere. Djokovic aveva sostanzialmente già perso agli ottavi, contro Dolgopolov: sotto di un set e di un break, con lucraino che sparava bordate al servizio e sembrava non sbagliare un colpo. Ma poi Nole ha trovato chissà dove la forza di recuperare; ha vinto in rimonta il secondo set e nel terzo ha lasciato lavversario a zero. Così anche ieri; senonchè il primo set è stato suo appannaggio, nonostante abbia dovuto recuperare per due volte un break a un Murray che ha commesso il grave errore di aspettare invece di attaccare come nei primi game. Il tie break, Djokovic lo ha portato a casa anche in virtù di qualche errore gratuito dello scozzese; ma quando sembrava che il numero 1 del mondo potesse chiuderla in fretta ecco che Murray è tornato, si è difeso al servizio e nel decimo gioco ha piazzato il break che ha portato tutti al terzo set. Djokovic lha presa malissimo: ha urlato contro il suo angolo, ha subito il warning dellarbitro e ha litigato pure con lui; poteva essere linizio della fine, ma non si diventa numero 1 al mondo per caso e non si passano 142 settimane in vetta al ranking senza ragioni (a proposito: oggi supera Rafa Nadal e si porta al sesto posto assoluto nella speciale classifica). E stato così che il serbo è rinato e, sotto gli occhi degli increduli spettatori del Crandon Park, non ha concesso un singolo game a un Murray ringalluzzito ma ancora una volta battuto. Per Djokovic è il Master 1000 numero 22, che lo porta a un solo successo da Nadal e a 5 da Federer; come lo scorso anno arriva la doppietta Indian Wells-Miami e il cinquantunesimo titolo lo avvicina alla Top Ten per trofei vinti (decimo è Ilie Nastase con 58). Al di là dei numeri, quello che stupisce di Djokovic è il carattere e il senso dellattimo; quando arrivano i punti decisivi lui non sbaglia mai, gli altri per frustrazione sono indotti allerrore. La stagione sulla terra inizia nel migliore dei modi per il serbo, che ora va a caccia dellunico Slam che gli manca in carriera: il Roland Garros. Che finora gli è sempre sfuggito perchè sulla terra non è così competitivo. I miglioramenti però sono enormi (due finali a Parigi, vittoria a Montecarlo e tre volte a Roma) e soprattutto Rafa Nadal che di Roland Garros ne ha vinti nove non è il Nadal che abbiamo conosciuto negli anni passati, e se dovessimo mettere un euro oggi punteremmo decisamente sulla prima volta di Djokovic piuttosto che sulla decima di Rafa. Senza dimenticarsi di Roger Federer: lunica volta in cui Nadal ha steccato nel suo regno transalpino lo svizzero si è preso il titolo. Sarà una grande lotta, ma prima ci sono altri appuntamenti: Montecarlo, Madrid e gli Internazionali dItalia sono i grandi antipasti prima della portata principale del Roland Garros.
(Claudio Franceschini)