E una stagione di ritiri per lo sci alpino femminile. Dominique Gisin ha da tempo annunciato laddio alle gare volendo dedicarsi al brevetto di volo; Tina Maze si è presa ufficialmente un anno sabbatico (forse con una stagione di ritardo) e sinceramente è difficile pensare che possa tornare; poco fa è stata la volta di Nicole Hosp, che in una conferenza stampa ha affermato di non avere più il sacro fuoco, ma chiudo la carriera in salute e competitiva come avevo iniziato. Per ora non penso al futuro: non vedo lora di tornare a casa e riposarmi per un po.
Termina una carriera scintillante: austriaca di Ehenbichl (in Tirolo), Nicole Hosp è una classe 1983 che ha disputato le sue prime gare FIS a nemmeno 16 anni. In Coppa del Mondo lesordio arriva nel febbraio 2001 (slalom di Garmisch); da allora sino allo slalom di Méribel del marzo 2015 vincerà 12 gare (5 in slalom, 5 in gigante, una in Super-G e una in supercombinata) aggiungendovi 23 secondi posti e 22 terzi. Non solo: la Hosp detiene anche 9 medaglie mondiali con 3 ori, 3 argenti e 3 bronzi, due argenti (Torino 2006 e Sochi 2014) e un bronzo (Sochi 2014) alle Olimpiadi. La sua miglior stagione è certamente quella del 2007: dai Mondiali di Are ha portato a casa loro in gigante e il bronzo in discesa, ma soprattutto ha vinto la Coppa del Mondo con 1572 punti, 90 in più della connazionale Marlies Schild, con annessa la coppetta di slalom gigante. E stata una delle poche atlete davvero polivalenti del circo bianco: lei e Tina Maze sono le uniche di un certo livello che siano riuscite a gareggiare in tutte le specialità. A conferma di ciò, e di una competitività davvero presente anche nel finale, ha chiuso la Coppa del Mondo 2015 al quinto posto della classifica generale (684 punti, anche se lontanissima da Anna Fenninger e dalla stessa Maze) prendendosi nello slalom di Aspen una vittoria che le mancava da sei anni. Ha pagato dazio agli infortuni (nel 2009 si è fratturata il piatto tibiale con lesione del legamento collaterale e del crociato, lo stesso anno si è rotta il crociato dellaltro ginocchio) ma ha saputo tornare. Oggi dice stop: le auguriamo tutto il meglio in qualunque cosa deciderà di fare.
(Claudio Franceschini)