Oggi, come quasi sempre succede al lunedì della seconda settimana, è il primo giorno di riposo al Giro d’Italia 2015. La carovana rosa si è spostata da San Giorgio del Sannio, dove si è conclusa la tappa di ieri, a Civitanova Marche dove domani ci sarà la partenza della decima tappa che si concluderà a Forlì.
Senza dubbio le prime nove frazioni di questo Giro sono state molto impegnative, con la cronosquadre iniziale, due arrivi in salita e più in generale molte tappe insidiose che hanno già indicato in modo molto chiaro quali sono i tre corridori più forti. La classifica infatti ci presenta già sul podio virtuale i tre uomini più attesi: in maglia rosa ecco Alberto Contador nonostante la paura per la caduta di Castiglione della Pescaia, secondo Fabio Aru a soli tre secondi dal leader e in terza posizione Richie Porte a 22 da Contador e probabilmente con il vantaggio di avere speso meno degli altri grazie a una perfetta tattica attendista, certamente non spettacolare ma che alla lunga potrebbe dare i suoi frutti. I temi offerti dai primi nove giorni sono quindi già tantissimi. In primis, il comportamento della Astana: non ci sono dubbi sul fatto che la squadra kazaka sia la migliore in questo Giro, ma il dubbio è che abbiano già speso tante (troppe?) energie per obiettivi tutto sommato secondari per una formazione che ha come obiettivo quello di vincere il Giro. Buon che ieri almeno Paolo Tiralongo abbia vinto la tappa regalandoci anche le emozioni dopo il traguardo per la felicità condivisa con il suo giovane capitano, ma soprattutto sabato verso Campitello Matese si sarebbe potuto probabilmente fare di più. A questo punto sarà fondamentale sfruttare nel migliore di modi la posizione in classifica di Mikel Landa e Dario Cataldo per mettere in difficoltà i due grandi rivali, entrambi sulla carta più forti di Aru nella lunga e attesissima cronometro di Treviso. Negli occhi restano anche tante altre emozioni: le ben quattro vittorie di tappa italiane, di cui tre spalancate al futuro (ci perdoni il vecchietto Tiralongo) con la volata di Elia Viviani a Genova, lo splendido assolo dell’astro nascente Davide Formolo a La Spezia e l’acuto del ritrovato Diego Ulissi a Fiuggi, ma anche la conferma di alcuni stranieri che onorano sempre la loro partecipazione al Giro. Innanzitutto la Orica GreenEdge e Michael Matthews, che anche quest’anno si sono portati a casa la cronosquadre e con essa quattro giorni in maglia rosa, di cui due col giovane australiano che ha pure vinto a Sestri Levante mentre indossava il simbolo del primato, ma anche Benat Intxausti che era già stato protagonista nel 2013 e abbiamo ritrovato a Campitello Matese e André Greipel, a segno dopo avere già vinto una tappa anche nelle precedenti partecipazioni nel 2008 e 2010. Ride anche la Lampre-Merida, che onora il ruolo di unica squadra italiana superstite nel World Tour cosa su cui si dovrebbe seriamente riflettere con due vittorie: oltre a Ulissi, il bel successo di Jan Polanc all’Abetone. Adesso ci attendono alcuni giorni sulla carta interlocutori fino alla crono di sabato, ma le tappe di Imola e Vicenza presenteranno nuove insidie da non sottovalutare, nel migliore stile del Giro 2015… (Mauro Mantegazza)