In occasione del Media Day organizzato dal Barcellona in vista della finale di Champions League contro la Juventus, in programma sabato sera, ha parlato anche Luis Enrique, tecnico del club catalano. Lallenatore dei blaugrana espone la ricetta per provare ad avere la meglio sugli avversari torinesi: «I nostri giocatori hnno già vinto la Champions, quindi ci alleniamo con allegria. Con una buona gestione del match saremo campioni, per questo dobbiamo provare a tenere il possesso del pallone sin dall’inizio della partita. Luis Enrique mette comunque in guardia i suoi dalle qualità dei campioni dItalia, e soprattutto da quelle di Andrea Pirlo, la mente della compagine torinese: «Conosciamo la Juve. La squadra di Allegri gioca un calcio diverso: in Italia la vecchia idea di calcio è scomparsa, perché ci sono allenatori con idee molto innovative. Mi preoccupano tutti, la Juve ha una formazione base chiara con giocatori di peso. Bisogna limitare Pirlo, ma tutti hanno qualità.
E fortemente in dubbio la presenza di Andres Iniesta per la finale di Champions League 2015, gara in programma sabato sera in quel di Berlino. Il centrocampista del Barcellona, stella del club catalano, ha un problema muscolare al gemello della gamba destra, e stamattina è stato lunico del gruppo a non allenarsi in campo, rimanendo a fare esercizi in palestra. LIllusionista, parlando in conferenza stampa durante il Media Day, ha voluto minimizzare il tutto, dicendo: «Ho avuto soltanto un fastidio, nulla di più. Non mi passa neanche per la testa l’idea di non poter essere in campo sabato. Andrà tutto bene, potrò giocare e aiutare i miei compagni a vincere questa Champions tanto desiderata. I medici sarebbero in realtà più cauti, anche perché Luis Enrique vuole che tutti i giocatori siano al top per una gara importante come appunto quella di sabato. Non è quindi da escludere che Iniesta parta dalla panchina per lasciare spazio magari a Xavi.
Il centrocampista della Juventus Andrea Pirlo, ha già vinto due Champions League in carriera: nel 2003 proprio contro i bianconeri, e nel 2007 con il Liverpool. Resta però la cocente delusione di Istanbul, quando nel i rossoneri si fecero clamorosamente rimontare dei Reds dopo un vantaggio di tre reti. E proprio quel ricordo, o meglio incubo, permetterà allo stesso regista bresciano di scendere in campo con maggiore serenità sabato sera contro il Barcellona: «So cosa significa vincere la Champions – ha detto il giocatore al Daily Mail – ma so anche cosa significa perderla. La sconfitta di Istanbul contro il Liverpool è stato uno dei momenti peggiori della mia vita. Userò quella sensazione per ispirarmi in vista di sabato. Non ho voglia di sentirmi ancora come alla fine di quella partita.
In vista della finale di Champions League che si giocherà sabato prossimo in quel di Berlino, fra Juventus e Barcellona, ha parlato Marcello Lippi, ex commissario tecnico della nazionale italiana, ed ex tecnico juventino. Intervistato da La Gazzetta dello Sport, il viareggiano ha svelato la sua ricetta per battere quei fenomeni dei blaugrana: «Il Barcellona ora comanda, verticalizza, se perde palla la riconquista subito e in tre secondi va al tiro. Ma non ha mai incontrato squadre come la Juve. Bayern e Real sono forti, ma non hanno la stessa solidità difensiva, e non intendo atteggiamento. Nessuno si protegge così bene né ha tanta qualità in mezzo e davanti. Non penso che quei tre troveranno il gol con la solita facilità. E poi in difesa concedono tanto: se la Juve sfruttasse queste gentili concessioni Deve solo crederci. Una Juventus, che in caso di vittoria della Champions, potrebbe riportare in Italia dopo anni il Pallone dOro: «Tevez Pallone dOro con la Champions? Come Buffon. La Serie B dopo il Mondiale, la ricostruzione con la sua esperienza e il suo carisma. Ci sono fenomeni come Messi e Ronaldo, ma Buffon meriterebbe un riconoscimento. Come lo meritava Maldini. Lippi chiude così: «Cosa si dice ai giocatori prima di una finale? Niente di particolare. Non è un Mondiale: dopo un anno, se sei in finale, sei molto più forte che allinizio. E non cè bisogno di fare come Al Pacino in Ogni maledetta domenica, anzi: a Berlino alcuni azzurri hanno passato la notte della vigilia al Kempinski con sigaretta. Che vuoi dirgli?.