La stagione femminile 2015 della Coppa del Mondo di sci alpino si è risolta e conclusa allultima porta. Ed era giusto così. Ha vinto Anna Fenninger, che conquista – oltre alla coppetta di gigante, seconda consecutiva – la seconda Sfera di cristallo in serie. E – forse – è giusto così. A rimanere delusa è Tina Maze: che ha dominato fino a gennaio, si avviava al trionfo incontrastato e senza sussulti e poi improvvisamente si è bloccata. Ha perso, e questo molto probabilmente non è giusto. Siccome però vince una sola, inevitabilmente laltra sarebbe rimasta delusa; è la natura dello sport – e non solo. Perchè non ha vinto lei, la Maze lo ha spiegato molto bene ai microfoni della FIS: Ho perso troppi punti a Maribor e St. Moritz, e anche ad Are dove non stavo troppo bene. Compromettendo così una stagione che aveva in mano fino alla seconda discesa libera di Cortina dAmpezzo (18 gennaio) e anche oltre. I numeri nudi e crudi raccontano che dopo quella giornata la Maze aveva 361 punti di vantaggio, e che la Fenninger era addirittura terza alle spalle di Mikaela Shiffrin. Da allora laustriaca ne ha fatti 383 in più, vincendo cinque gare contro le zero della slovena (che ha vinto la terza e ultima ad Are, il 12 dicembre) e soprattutto andando per nove volte consecutive sul podio – striscia interrotta dalla discesa di Méribel.
Lo spartiacque del grande duello lha forse rappresentato il Mondiale di Vail/Beaver Creek, quando la Maze ha dominato nelle prime gare finendo però in calando nelle discipline tecniche; e siccome il giochino di capire dove chi ha perso ha lasciato per strada i punti decisivi è sempre allettante, possiamo dire senza timore di smentite che, al di là del flop di Maribor, la Maze abbia consegnato la Coppa del Mondo alla Fenninger nella combinata di Bansko, quando pur seconda dopo il super-G (laustriaca era prima) si è clamorosamente fatta battere nello slalom, che laltra non fa in stagione (e si è ben visto nelle finali, ventitreesima). Togliete 20 punti a una e metteteli allaltra e avrete unaltra classifica (ovviamente non si può ragionare così sullarco di 32 gare, ma il momentum è stato piuttosto importante). Alla fine la delusione sul volto della Maze cera. La regia internazionale, dopo aver seguito la sdraiata sulla neve della Fenninger, ha staccato sulla slovena appoggiata sulle racchette, come a riprendere fiato ma in realtà a pensare ho perso davvero. Perchè sì, a Méribel si era ripresa e che potesse sovvertire tutto, di nuovo, e prendersi la Coppa era una possibilità che anche a lei era passata per la mente. E quando le due rivali si sono incrociate per il rituale saluto post-gara, Tina ha faticato a contenere lo sconforto nel fare i complimenti ad Anna. E questo lha reso ancor più bello: nessun sorriso falso, nessuna parola di circostanza, la delusione vera e reale di chi ha perso. Poi sono arrivate le parole in positivo; solo poi. Ha vinto Anna Fenninger: sì, è giusto così. Avesse vinto Tina Maze sarebbe stato ugualmente giusto.
Checchè se ne dica, le italiane hanno disputato unottima stagione. Elena Fanchini è quinta nella classifica di discesa e ha vinto a Cortina, Nadia Fanchini (seconda nel gigante di Are) e Federica Brignone sesta e settima in gigante, nel super-G abbiamo portato sei atlete alle finali. In più ci sono i progressi della Brignone in super-G (ha chiuso con un sesto e un settimo posto), il graduale ritorno di Elena Curtoni alle posizioni che già aveva raggiunto, una Marta Bassino in costante crescita. Sì, lItalia ha risposto presente; dopotutto siamo la terza nazione per somma di punti. Certo resta la delusione dei Mondiali, e su quello bisognerà lavorare; ma, per parafrasare le parole di Federica Brignone, principianti le nostre ragazze non lo sono certo state.
Cosa ci riserverà la Coppa del Mondo 2016? Proviamo a ipotizzare. Chi scrive è convinto che Tina Maze abbia già deciso di ritirarsi; lo sapeva a Méribel, quando ha visto la sfera sfuggirle dalle mani, e forse anche per quello era particolarmente abbattuta. Forse ci sarà un ripensamento o forse no; ipotizzando una stagione senza di lei, è facile intuire che la corsa alla coppa sarà un affare tra la Fenninger, a caccia del tris, e una Lindsey Vonn che dopo due anni di stop per infortunio è tornata vincendo otto gare e le due coppette di velocità, polverizzando il record della Moser-Proll per numero di vittorie e dando la sensazione che con sei interi mesi di allenamento non avrà avversarie. Chissà che la Fenninger non inizi a pensare che forse qualche incursione nello slalom possa essere utile; a meno che non decida che dominare nel gigante sia la sua priorità, e se poi arriva anche la sfera più grande tanto meglio. Vonn-Fenninger dunque; ma occhio alle outsider, da una Lara Gut a caccia di rivincite a Viktoria Rebensburg che prima di stirarsi il ginocchio stava tornando sui livelli del 2010-2011, a una Mikaela Shiffrin che se per caso iniziasse a dominare nel gigante come fa nello slalom (tre coppette consecutive a 20 anni, 14 vittorie) e aprirsi al super-G potrebbe essere in corsa. Tra le altre possibili incursioni in quota Coppa del Mondo citiamo senza indugio Sara Hector: quest’anno ha vinto solo a Kuehtai, ma ha chiuso al quarto posto nella classifica di gigante. A 22 anni ha ancora tanto da guadagnare.
(Claudio Franceschini)