“E’ una vergogna!”. Il tweet incriminato comparso sul profilo ufficiale del Napoli inizia così, chiudendo con l’asserzione che il campionato di Serie A sia falsato; e che in Inghilterra “questo non sarebbe successo”. I fatti ormai sono noti; al 72’ minuto di Napoli-Atalanta, 28^ giornata di campionato, Mauricio Pinilla piomba sul pallone che Henrique sta difendendo. Gli passa davanti, salta Andujar. Gol: 0-1. Il Napoli pareggia con Duvan Zapata, ma finisce 1-1 e per i partenopei sono altri due punti persi nella lotta al secondo posto. Apriti cielo. Se il “ci può stare” di Rafa Benitez dopo Napoli-Juventus aveva fatto scuola (insieme ai tweet del presidente De Laurentiis sui sei ufficiali di gara che non avevano visto un fuorigioco), il siparietto di ieri sera è ancora più pesante, inteso come aria che gravita in zona mista. Benitez, espulso nel corso della partita, è un fascio di nervi: a malapena risponde alle domande, riesce ad accendere una sorta di rissa verbale con Massimo Mauro (clicca qui per il video) per un episodio ormai passato – va detto che l’ex giocatore di Juventus e Napoli non è nuovo a fatti simili – e sostanzialmente si adegua, scegliendo la strada dell’ironia, a quanto già messo nero su bianco via Twitter dalla sua società. Da cui la domanda: il campionato è davvero falsato? No: la classifica attuale rispecchia quanto si sta vedendo sul campo. Ma il punto è un altro: il punto è che nel calcio italiano siamo abituati troppo bene. E’ un discorso fatto e rifatto, ormai trito e consumato, ma purtroppo è sempre attuale. Purtroppo, perchè il calcio non è lo sci o il tennis: in uno ti lanci giù dalla montagna e se sei più veloce vinci, nell’altro tiri la pallina dall’altra parte della rete e se raggiungi un certo punteggio vinci. Margini di errori ce ne sono pochi (senza entrare in discorsi che riguardano giudici di linea e occhi di falco, ancora un altro problema). Il calcio è uno sport di contatto, di regole a volte troppo soggette a interpretazione; per qualcuno è fallo, per altri non lo è, l’espulsione è esagerata oppure no, l’arbitro spezzava troppo il gioco o magari erano tutti falli da sanzionare. Materiale infinito di cui discutere, e poi visto che siamo in Italia e la cultura del lamento e del sospetto è più marcata che in altre zone del mondo, ecco che si creano certi polveroni. Ma prendiamo in esame l’azione incriminata: quello di Pinilla è fallo? Forse sì e certamente si poteva fischiare, ma faccia attenzione il Napoli a tirare in ballo l’Inghilterra: magari oltre Manica avrebbero lasciato correre, perchè là non sono abituati a finire per terra alla prima pressione da dietro e sentire il fischio amico. Il campionato non è falsato; semplicemente esistono interpretazioni del gioco che possono differire, e che non tutti vedono allo stesso modo, oppure ci sta che l’arbitro sbagli una decisione come l’attaccante sbaglia un gol. E poi esiste la pratica di sviare l’attenzione dai problemi tecnico-tattici e dare la colpa ad altri: chissà come mai José Mourinho il gesto delle manette e il discorso della prostituzione intellettuale li ha tirati fuori qui (quando la sua Inter dominava il campionato), chissà come mai Benitez certi discorsi li fa qui. Che sia l’aria del nostro bel Paese?
(Claudio Franceschini)