Il Leicester campione d’Inghilterra? Il titolo di Premier League da parte delle Foxes era quotato 5000 a 1 a inizio stagione. Immaginate chi ci ha puntato anche solo 10 sterline ad agosto: pazzesco. La Gazzetta dello Sport ha riassunto tutte le scommesse da parte dei bookmaker che avrebbero pagato meno dell’impresa sportiva della squadra di Claudio Ranieri: leggerle adesso farebbe sorridere, se non fosse che è tutto vero. Per esempio: era 2000/1 la quota per Kim Kardashian eletta presidente degli Stati Uniti, e così il fatto che Elvis Presley non fosse mai morto. Ancora: la dimostrazione dell’esistenza del mostro di Loch Ness era quotata 500/1, dieci volte meno del Leicester campione d’Inghilterra. Una sola scommessa avrebbe pagato 5000 volte la somma giocata: l’elezione di Bono Vox a Papa.
Anche José Mourinho fa i complimenti al Leicester. Lo Special One, esonerato dal Chelsea dopo un pessimo avvio di stagione, si inchina a un allenatore con il quale, quando uno allenava l’Inter e l’altro la Juventus, aveva avuto più di uno screzio. Ranieri aveva battuto Mourinho quest’anno, quando il suo Leicester si era preso i tre punti contro il Chelsea; nei mesi seguenti sulla panchina dei Blues si è seduto Guus Hiddink, ed è stato proprio lui a dare la Premier League al Leicester fermando il Tottenham. Mourinho dal canto suo aveva già rivisto le sue posizioni (ai tempi invece diceva che “Ranieri a quasi 70 anni ha vinto una Supercoppa e un’altra piccola coppa, è troppo vecchio per cambiare mentalità”) affermando di fare il tifo per lui e le Foxes. Oggi, come si legge sulla Gazzetta dello Sport, ha voluto diramare un comunicato per “fare i complimenti a tutti coloro che fanno parte del Leicester. Ho perso il titolo a vantaggio di Claudio Ranieri” ha scritto lo Special One “e vivo questo momento magico della sua carriera con grande emozione”. Pace fatta insomma, anche se Ranieri ha ampiamente detto di non essere in cerca di rivincite.
Non solo Claudio Ranieri: il trionfo in Premier League con il Leicester pone il tecnico romano nella ristretta cerchia degli allenatori italiani che sono stati in grado di vincere un campionato all’estero. Le imprese non sono poche: nel 1996-1997 Fabio Capello e Giovanni Trapattoni portarono al titolo Real Madrid e Bayern Monaco, e Don Fabio si ripetè dieci anni più tardi sempre sulla panchina dei blancos. Lo stesso Trapattoni del resto ha festeggiato in quel 2007, con il Red Bull Salisburgo; due stagioni prima si era preso anche la Super Liga portoghese con il Benfica. a Luciano Spalletti si devono due titoli nella Premier League russa da parte dello Zenit San Pietroburgo; Walter Zenga ha festeggiato in Romania (Steaua Bucarest) e in Serbia-Montenegro (Stella Rossa) nel giro di due stagioni. Come lui, ma a distanza di più stagioni, Carlo Ancelotti: il tecnico emiliano ha trionfato con il Chelsea e con il Psg, non riuscendo nel tris quando era sulla panchina del Real Madrid (al quale comunque ha portato in dote la Champions League). Insomma: gli allenatori italiani all’estero sanno vincere, e Claudio Ranieri – che ha timbrato certamente l’impresa più incredibile di tutte – lo ha dimostrato ancora una volta.
Il Leicester ha vinto la Premier League: l’eroe della festa è naturalmente Claudio Ranieri, che – rientrato dalla visita alla madre – è stato intercettato dai microfoni per le prime dichiarazioni da campione d’Inghilterra, in attesa dell’abbraccio del King Power Stadium alla prossima partita che il Leicester giocherà, con il titolo già in tasca. Alle 10:30 di questa mattina, Claudio Ranieri era già nel suo ufficio, come se questo fosse un normale giorno di lavoro. “Avrei potuto dimenticarmi del titolo se avessi vinto da giovane” ha detto, come riporta Sport Mediaset. “Ora però sono vecchio, e posso ricordarlo”. Ranieri, come di consueto umile e schivo, ha voluto esprimere la sua felicità per “i tifosi, il presidente e tutta la comunità di Leicester”. Alla domanda su quale sia stato il segreto di questa squadra, il tecnico romano ha candidamente ammesso di non saperlo: “I giocatori hanno dato cuore e anima, è il modo in cui giocano”.
Il Leicester ha vinto la Premier League, e lo ha fatto dal salotto di casa. Impegnate domenica a Old Trafford, in virtù del pareggio per 1-1 contro il Manchester United le Foxes hanno dovuto aspettare il posticipo del Tottenham per avere la certezza della vittoria del campionato; sarebbe bastato un pareggio per festeggiare e così è stato. Il Leicester si è riunito per l’occasione a casa di Jamie Vardy, il bomber della squadra – 22 gol in campionato – che ha saltato le ultime due giornate per squalifica (espulso per doppia ammonizione contro il West Ham e protagonista di una reazione poco british nei confronti dell’arbitro). La sofferenza quando il Tottenham è passato in vantaggio e ha raddoppiato, la speranza sul gol di Gary Cahill, poi la rete di Eden Hazard che ha ribaltato tutto: i giocatori del Leicester hanno atteso con trepidazione il fischio finale a Stamford Bridge, per poi far esplodere la festa. Meritatissima: la loro è un’impresa straordinaria che rimarrà negli annali del calcio e di tutto il mondo dello sport.
Una favola diventata realtà. Dopo il fischio finale di Chelsea-Tottenham che ha decretato la vittoria del campionato del Leicester, in migliaia sono scesi in piazza per festeggiare i Foxes. Nella città di Leicester sono partiti cortei a piedi e in auto, formando addirittura un unico corteo, che da quelle parti di certo non si era mai visto. Tutti sono arrivati fino al King Power Stadium, punto d’incontro per festeggiare tutti insieme la vittoria della tanto ambita Premier League. Una vera e propria festa di popolo. una città bloccata perché queste cose potrebbero capitare solo una volta nella vita e bisogna onorarle e festeggiarle. I tifosi si sono spostati anche fino alla casa di Vardy, ma la sua villa era ovviamente inaccessibile visto che era con gli altri compagni di squadra a festeggiare. La festa per le strade si è protratta fino all’alba, oggi tutto tornerà alla normalità, allenamenti compresi.
Il Leicester è campione d’Inghilterra. Il pareggio del Tottenham sul campo del Chelsea regala alle Foxes il primo storico titolo in Premier League: peccato solo che Claudio Ranieri e i suoi giocatori non abbiano festeggiato in campo, come avrebbero meritato, ma lo abbiano fatto da casa, avendo già giocato il loro impegno della trentaseiesima giornata contro il Manchester United (1-1). Per Ranieri è il successo di tutta una vita, ma è la vittoria di tutto un gruppo che ha saputo andare al di là delle previsioni sulla carta, che indicavano questo Leicester come una delle formazioni che probabilmente si sarebbero giocate la salvezza (come era avvenuto un anno fa). Il Leicester ha vinto il titolo, e mancano ancora due giornate al termine della stagione, con 77 punti: 7 in più del Tottenham, 10 dell’Arsenal, 13 del Manchester City, 17 del Manchester United, addirittura 29 del Chelsea. Vince con 64 gol segnati (terzo attacco del campionato) e 34 subiti (terza difesa ex aequo); vince con una coppia gol da 39 reti, Jamie Vardy (22) e Riyad Mahrez (17) che è anche il primo giocatore africano a vincere il premio di miglior giocatore della Premier League. Vince con un allenatore che in carriera si era già preso una Coppa Italia di Serie C, una Supercoppa Italiana, una Coppa del Re in Spagna, una Supercoppa Europea; Claudio Ranieri però era diventato più famoso per gli esoneri e uno scudetto perso sul filo di lana quando allenava la Roma, uno scudetto che aveva già vinto e che invece ha consegnato all’Inter. E’ anche e soprattutto la sua vittoria, per aver saputo compattare un gruppo che sotto la sua guida ha reso al 100%.