Le ATP Finals 2015 sono dietro langolo: alla O2 Arena di Londra è quasi tutto pronto per il grande spettacolo che come di consueto chiude ufficialmente la stagione del tennis maschile, il Master al quale partecipano i migliori otto giocatori dellanno solare. Giovedì avverrà il sorteggio, che dividerà i tennisti in due gruppi; la formula prevede un round robin e le semifinali (a tabellone incrociato) con i primi due di ogni gruppo.
In attesa dell’urna, andiamo a dare uno sguardo ai partecipanti e scopriamo pronostici e previsioni. Intanto un dato: rispetto allo scorso anno la formazione delle Finals si compone di due giocatori diversi, vale a dire Rafa Nadal e David Ferrer che prendono il posto di Marin Cilic e Milos Raonic. Per di più Nadal non aveva partecipato per infortunio, ma si era comunque qualificato; questo dice di un momento nel quale i migliori tennisti al mondo sono quelli, senza troppe novità nel circuito. Parlando invece dei partecipanti e di quanto ci aspetta, Novak Djokovic punta la quarta vittoria consecutiva che sarebbe la quinta in totale; il serbo è il grandissimo favorito per il titolo, arriva da una stagione che lui stesso ha definito la migliore a livello personale e nella quale ha raccolto 10 trofei – di cui tre Slam e sei Master 1000 – 14 finali consecutive e una striscia di 28 set vinti, spezzata nella semifinale di Parigi-Bercy. Ha sempre raggiunto la finale in qualunque torneo abbia giocato, si è portato a -1 da Nadal per i Master 1000 vinti e raggiunto la doppia cifra nei Major.
Per lanno prossimo lobiettivo è chiaramente quel Roland Garros che gli permetterebbe di completare il Grande Slam di carriera, intanto a Londra si presenta con qualche sassolino negli ingranaggi (a Parigi non è stato perfetto) ma con la consapevolezza che quando la pallina scotta gli errori sono molto più rari. I suoi avversari più accreditati? Innanzitutto Roger Federer: lo svizzero, sei volte campione alle Finals, ha confermato in questo 2015 di essere tornato ad altissimi livelli. Ha vinto a Cincinnati e giocato la finale di Wimbledon e degli Us Open; il talento superiore a quello di chiunque altro (forse anche nella storia) non lo scopriamo certo oggi, in più cè la voglia di tornare a una finale che lhanno scorso aveva raggiunto senza poterla giocare (anche perchè incombeva la Coppa Davis e lappuntamento con la storia nazionale).
Certo resta da capire in che girone finirà Roger, ma appena dietro Djokovic mettiamo lui; a seguire Andy Murray e Stan Wawrinka. Il primo può chiudere la stagione al numero 2 del ranking ATP per la prima volta in carriera, premio meritato dopo i titoli Master 1000 di Madrid e Montréal e le finali giocate a Miami e Parigi-Bercy (oltre che agli Australian Open); gli rimane il limite di andare sotto, anche a livello psicologico, contro i due di cui sopra. Wawrinka invece soffre mentalmente ben poco contro Djokovic e Federer, e ha dimostrato più volte di saperli battere in contesti importanti: la finale del Roland Garros parla da sola. Casomai il problema di Stan è quello di rimanere costante per più match consecutivi, e di recuperare tra un giorno e laltro la condizione perfetta (in questo il fisico non lo aiuta).
Gli altri, sostanzialmente, possono ambire a un posto in semifinale ma forse poco altro; personalmente abbiamo la curiosità di rivedere il Tomas Berdych che ha giocato un match semi-perfetto contro Djokovic qualche giorno fa, che avrebbe meritato di vincere ma che ha perso per quel solito braccino che gli viene ogni volta che è sullorlo di un grande risultato (problema che gli ha condizionato una carriera). Sia come sia, il ceco è alla sesta qualificazione consecutiva al Master, segno di una costanza pazzesca che in pochi hanno avuto negli ultimi anni.
E invece lundicesima partecipazione per Rafa Nadal: il quale ha già lasciato intendere di poter tornare a ottimi standard. Il gioco migliora, ora ci aspettiamo anche quello sguardo da tigre con il quale vinceva le partite prima di iniziarle, lasciando intendere agli avversari come sarebbero andate le cose. Se dobbiamo dire una sorpresa diciamo David Ferrer: già finalista nel 2007, è inferiore ad almeno tre-quattro giocatori presenti a Londra ma di riffa o di raffa in fondo ci arriva – quasi – sempre. Perchè non anche questa volta?
(Claudio Franceschini)