La quarta gara della finalissima di Superlega ha sancito il trionfo di Trento, il quarto scudetto nella settima finale raggiunta nel corso degli ultimi otto anni. Un titolo conquistato andando ad espugnare il campo di Modena con un che non ammette repliche.
Si tratta di un sigillo inatteso a inizio stagione, ma ancora più bello per i tifosi della squadra presieduta da Diego Mosna. All’avvio della stagione, infatti, in pochi avrebbero creduto alla possibilità di vincere nuovamente il titolo, dopo il ridimensionamento operato nella scorsa stagione e pur con i ritorni in panchina di Radostin Stoytchev e di Matej Kaziyski in campo. Proprio per questo motivo, questo ennesimo trionfo può essere considerato il più bello in assoluto in un ciclo che si è riaperto.
Il quarto sigillo è arrivato al termine di una gara che ha letteralmente gelato la sempre calda tifoseria emiliana, pronta però a riconoscere i meriti dei rivali, capaci di terminare in testa sia il girone di andata che la regular season. Proprio i tifosi modenesi sono stati i grandi protagonisti dell’antipasto, dando vita ad una spettacolare coreografia che avrebbe dovuto galvanizzare i giocatori di casa. In effetti la partenza di Modena è stata all’altezza della situazione e delle aspettative, con Bruno pronto ad orchestrare i suoi compagni, con un repertorio sopraffino. Le sue alzate hanno ripetutamente innescato Vettori, Ngapeth e Piano, consentendo agli emiliani di mettere il muso davanti, anche in maniera decisa. Trento ha però avuto la forza di non demoralizzarsi e la pazienza di attendere un calo dei padroni di casa, puntualmente arrivato. A ricucire lo strappo è stato Kaziyski, con una serie di servizi che hanno messo in grave difficoltà la ricezione avversaria. Quando poi un muro di Djuric, sino a quel momento molto al di sotto del suo consueto rendimento, ha permesso a Trento di passare in vantaggio, Modena ha cercato a sua volta di reagire, tanto da arrivare ad un set ball che però gli emiliani non sono riusciti a concretizzare. E’ stato ancora Djuric a chiudere finalmente il conto, mettendo a terra la palla del che ha chiuso la prima frazione di gioco.
Nel secondo set si è capito immediatamente che l’inerzia della gara era ormai mutata. Gli ospiti sono infatti partiti con grande aggressività, mettendo presto in affanno la ricezione modenese. Soprattutto la battuta ha cominciato a produrre crepe su crepe nel dispositivo di gioco degli emiliani, costringendo Bruno a correre molto per poter offrire palloni giocabili ai compagni. Dopo l’8-5, però, Modena ha iniziato lentamente a risalire, nonostante le pennellate di Giannelli, ristabilendo un equilibrio che sembrava aleatorio ad inizio frazione, soprattutto facendo perno sulle proprie individualità. La svolta di questo secondo set è arrivata sul 19-18, quando un prepotente muro di Lanza ha fermato il tentativo di Ngapeth, provocando il netto contraccolpo psicologico dei gialli. Da questo momento Modena ha praticamente tirato i remi in barca ed è stato Giannelli a mostrare grande personalità nonostante la giovanissima età, mettendo a terra i punti risolutivi prima andando a segno con un tocco di seconda e poi con due battute di potenza, sulle quali la ricezione avversaria non ha potuto fare altro che arrendersi.
La tifoseria emiliana ha capito il momento difficile dei propri beniamini e ha cercato di dare una scossa, senza però riuscire nell’intento. Il terzo parziale è infatti iniziato nel peggiore dei modi per Vettori e compagni, con una serie di errori assolutamente evitabili, i quali hanno proiettato Trento sul 4-0. Quando poi a Bruno è stato fischiato addirittura un doppio palleggio, si è capito ampiamente che ormai l’inerzia della gara era tutta dalla parte di Trento. Da quel momento gli ospiti hanno iniziato una cavalcata trionfale, di fronte alla quale Modena non ha potuto opporre quasi nulla, ormai chiaramente in crisi. Il punto finale ha scatenato la comprensibile gioia dei trentini, mentre il pubblico di casa ha comunque decretato il giusto applauso agli sconfitti, autori di una ottima stagione che non viene cancellata dalla sconfitta nella finalissima. Ora per Modena non resta che voltare pagina e consolarsi con la Coppa Italia, in attesa di poter nuovamente provare il prossimo anno a riportare a casa uno scudetto che manca ormai dalla stagione 2001-02. Trento si gode invece uno scudetto che ha un simbolo soprattutto nel giovanissimo Giannelli, atteso da tutti come l’uomo nuovo del volley italiano del prossimo decennio.