La Coppa del Mondo di sci maschile è in Italia. Oggi la tradizionale discesa in Val Gardena fa seguito al super-G di ieri che è stato dominato dai norvegesi con Aksel Lund Svindal vittorioso davanti a Kjetil Jansrud e Aleksander Aamodt Kilde. Oggi la gara più attesa sulla mitica pista Saslong, la discesa che è una delle gare più longeve del Circo Bianco. Favoriti ancora i norvegesi, speriamo che possano inserirsi anche gli azzurri a partire da Dominik Paris, che è il più adatto alle caratteristiche tecniche del tracciato gardenese. Per il pronostico della discesa libera in Val Gardena abbiamo sentito Kristian Ghedina, che ha vinto quattro volte sulla Saslong. Eccolo in questa intervista esclusiva per IlSussidiario.net.
Come vede questa discesa della Val Gardena? La Saslong è una discesa non troppo difficile, non certo come quella di Kitzbuhel, ma proprio in quelle semplici si paga di più l’errore. Ci sono però due punti, due passaggi di questa pista che mettono soggezione agli sciatori, le Gobbe del Cammello a metà percorso e poi verso la fine i prati di Ciaslat con quattro curve molto impegnative.
Svindal sarà il favorito principale? Direi di sì, anche perché sta andando molto bene, e su questa pista il peso conta molto e dovrebbe favorire l’atleta norvegese.
Quali saranno i suoi rivali? Credo molto nell’atleta canadese Erik Guay, che qui ha anche vinto nel 2013 e quindi si trova bene su questa pista.
Gli sciatori italiani cosa potranno fare? Potrebbero fare bene, credo soprattutto in Paris che qui dovrebbe trovarsi bene anche lui come Svindal per il peso che ha.
In discesa lei ha vinto quattro volte in Val Gardena, i suoi ricordi più belli? Sono contento di questi quattro successi che mi pongono in testa come vittorie nella storia della Saslong, insieme a Franz Klammer e Michael Walchhofer. Mi ricordo in particolare che un anno feci il miglior tempo nella prima prova, poi nella seconda, poi vinsi una gara e arrivai secondo in un’altra. Feci quasi l’en plein…
C’è qualche nome nuovo per la velocità azzurra su cui punta? Non mi sembra attualmente, poi il problema è che non basterà vincere un anno, ma bisogna sapersi ripetere anche nelle stagioni a seguire. Confermarsi è sempre più difficile che vincere…
Contento della sua carriera? Sono contento certamente, del resto io prima di tutto correvo per passione, non solo per vincere. Poi è vero che facendo questo sport a livello agonistico c’è stato anche un impegno globale che mi ha coinvolto totalmente. Devo dire che rispetto a un tempo gli sciatori di oggi sono meno abituati a soffrire, a lottare per raggiungere certi obiettivi. (Franco Vittadini)