Ecco le pagelle di Irlanda-Svezia a fine partita, con il dettaglio dei voti per tutti i giocatori della partita degli Europei 2016. Pareggio tra le due avversar ie dell’Italia nel girone E: l’Irlanda si illude con il gol di Hoolahan, ma la S vezia riacciuffa la partita con l’autorete di Clark. La sensazione al termine de lla partita è che gli azzurri non dovranno sottovalutare nè l’Irlanda, che quant o ad agonismo non ha nulla da invidiare a nessuno, né la Svezia, che quando supp orta Ibrahimovic anziché lasciargli il peso dell’attacco può davvero far male.
Moralmente avrebbe meritato di più, perché ha dominato per gran parte della partita, ma non si può non tener conto del calo improvviso (e forse pure fisico?) dopo 70 minuti. La difesa, che fino ad allora aveva tenuto a bada Ibrahimovic, comincia ad arrancare e sbanda clamorosamente regalando alla Svezia il pareggio. Grande il rammarico, del resto è una competizione nella quale gli episodi possono rivelarsi decisivi.
La fortuna solitamente aiuta gli audaci, ma la squadra di Hamren oggi ha mostrato poco coraggio. Anzi, è stata sorprendente la timidezza in campo per gran parte della partita. Spaesata e poco intensa, la Svezia si è svegliata con il gol dell’Irlanda e ha cominciato a macinare gioco, mostrando sprazzi di buon calcio. Per loro il rimpianto è non essere scesi in campo prima.
Nessun problema per il direttore di gara nella gest ione della partita, nonostante il grande agonismo in campo. Ha gestito con autor ità i vari episodi.
Dopo il duplice fischio dell’arbitro Mazic alla partita di oggi, ecco le pagelle di Irlanda-Svezia relative al primo tempo, a cura de IlSussidiario.net. In attesa del big match tra Belgio e Italia, Irlanda e Svezia sono a caccia di punti importanti per mettere sui binari giusti il cammino negli Europei. O’Neill conferma il 4-3-1-2. In porta Randolph (6) con una difesa a quattro costituita dalla coppia centrale Clark (6)-O’Shea (7) e dai terzini Coleman (6) e Brady (7). Linea a tre a centrocampo con McCarthy (6) ed Hendrick (7) ai fianchi di Whelan (6), mentre Hoolahan (6.5) è il trequartista che agisce alle spalle di Long (5.5) e Walters (6). Hamren risponde con il classico 4-4-2. L’esperto Isaksson (6) tra i pali, mentre Lindelof (6) e Granqvist (6) compongono la coppia centrale della retroguardia. Sulle fasce Lustig (5.5) e Olsson (6) a supporto degli esterni di centrocampo Larsson (6) e Forsberg (6). In cabina di regia Kallstrom (5.5) con Lewicki (5) a supporto. In attacco spicca il fuoriclasse Ibrahimovic (6), la cui spalla è Berg (5).
Avrebbe meritato il vantaggio la squadra di O’Neill, che ha sfruttato la propria aggressività per dominare la Svezia. Intensità unita a qualità, perché sono state molte le potenziali occasioni costruite. Servirà maggiore determinazione sotto porta. Attento in fase difensiva, propositivo in quella offensiva: l’esterno è la spina del fianco della Svezia. La fascia sinistra è sua: se ne appropria subito e fa avanti e dietro senza trovare particolari opposizioni. I suoi cross poi sono sempre insidiosi. Tutti si battono in campo tranne lui, che fatica a trovare la giusta posizione in campo. Non crea alcun grattacapo ai difensori avversari, del resto finisce per isolarsi troppo. Dovrà provare a farsi coinvolgere maggiormente se non vorrà finire in panchina.
La squadra di Hamren si lascia incomprensibilmente sorprendere dalla grinta dell’Irlanda e con il passare dei minuti perde fiducia nei propri mezzi. Il centrocampo fatica a dialogare con l’attacco, dove Ibrahimovic deve fare praticamente tutto da solo. Sotto pressione la difesa, che prova a conteneregli irlandesi come meglio può. Predica nel deserto: torna indietro per dare una mano ai difensori, si abbassa a centrocampo per provare a imbastire la manovra, ma è nel suo reparto che fatica maggiormente, perché non viene ben supportato. E la sua tecnica non è sufficiente da sola. Contro una formazione grintosa e determinata come l’Irlanda emerge la sua timidezza. Il giovane centrocampista, seppur talentuoso, non riesce ad imporsi a centrocampo e per di più perde qualche pallone “sanguinoso”. (Silvana Palazzo)
La Svezia fino al gol dell’Irlanda non gli crea alcun problema, poi comincia a riscaldare i guanti. Non può nulla in occasione del pareggio svedese: la deviazione in rete di Clark sorprende anche lui, che stava seguendo il movim ento di Larsson.
Sulla fascia gli capita un brutto cliente, Forsberg, ma riesce per gr an parte della partita a tenerlo a bada, poi finisce la benzina e deve badare al la sostanza più che alla forma.
Aveva cominciato bene al fianco di O’Shea, poi è emerso il gap rispetto alla qualità del suo compagno di reparto. Chiunque al suo posto sarebbe interve nuto in anticipo, ma forse con più precisione. Senza dubbio sfortunato in occasi one dell’autorete.
O’SHEA 7: sale in cattedra in difesa e dirige il traffico senza problemi. Fa sem brare facili cose che per altri sarebbero difficili. Una garanzia per i compagni.
Grande energia in campo, tanta corsa e qualità sulla fascia. E’ il mi gliore dei suoi, nonostante non sia stato decisivo ai fini del risultato. E’ sta to il più pericoloso dei suoi e ha retto fino alla fine.
Deve fare legna a centrocampo e non se ne fa un problema, anzi ci me tte quel pizzico di agonismo in più per riuscire a spuntarla rispetto agli avver sari. Il classico lavoro dietro le quinte.
In cabina di regia si trova bene fin quando la Svezia sonnecchia, qu ando poi entra in campo Guidetti è costretto a restare indietro a supporto dei c ompagni ed evidenzia qualche difficoltà.
Ha un gran bel tiro. E’, infatti, uno dei giocatori con maggiore ini ziativa in campo da questo punto di vista. Alcune conclusioni sono davvero peric olose, avrebbe meritato di più.
Si fa trovare nel posto giusto al momento giusto. Bello il gol, impo rtante la sua qualità in mezzo al campo. Peccato non sia stata sufficiente ai fi ni del risultato.
Ci si aspettava di più in campo da lui e, invece, l’attaccante si “nasco nde” troppo. Non aiuta i compagni, che alla fine si dimenticano di lui e lo igno rano. Partita da dimenticare.
Viene tirato fuori dal campo nel secondo tempo non perché non stess e dando sufficiente aiuto ai compagni, ma perché aveva dato praticamente tutto. Generosissimo, un lottatore.
è il primo cambio che O’Neill decide di giocarsi, ma non riesce a g arantire quell’intensità che fino ad allora aveva messo in campo Walters.
CT O’NEILL 6.5: Prepara bene la partita, imbrigliando la Svezia per gran parte dell a partita. La squadra scende in campo senza paura e domina la Svezia: il caratte re sarà utile anche nelle prossime sfide, però dovrà chiedere di più dai giocato ri che entrano a partita in corso.
Il portiere della Svezia viene spesso chiamato in causa dall’Irlanda, ma risponde sempre presente. Sul gol di Hoolahan non può fare granché, deve sol o arrendersi.
Se è uscito dal campo col mal di testa, non ci sorprendiamo. Brady, in fatti, mette a ferro e fuoco la fascia, costringendolo a restare sempre dietro. Inconsistenti i suoi tentativi di opporsi.
Non è tecnico, ma pratico. Ma quando la Svezia alza il baricentro comincia a farsi schiacciare e a soffrire più del dovuto.
Tiene dall’inizio fino alla fine. E’ l’O’Shea della Svezia con meno qualità e autorità. Un punto di riferimento per i compagni.
Esce alla distanza, del resto tutti i compagni hanno dormito per 70 minuti. Quando decide di fare il suo si rivela molto utile ai fini della manovra , peccato non essersi svegliato prima.
Lotta in mezzo al campo senza esclusioni di colpi, ogni contrasto lo vede protagonista, ma non li vince tutti. Tiene botta e non è facile contro una Irlanda agguerrita.
Da dimenticare il debutto per il giovane centrocampista, impalpabile. Troppo timido, si fa sopraffare dagli irlandesi, che possono dargli lezioni di personalità.
Il gioco della Svezia dovrebbe passare dai suoi piedi o almeno ci conta Ibrahimovic, ma non illumina questo pomeriggio. Si accende quando ormai è troppo tardi.
E’ uno dei giocatori che l’Irlanda ha tenuto più d’occhio durante la partita, ma è stato discontinuo. Prestazione intermittente la sua, ma quando è attivo si nota in campo.
Prestazione assolutamente deludente per l’attaccante, che non aiuta in a lcun modo Ibrahimovic, lasciandogli tutto il peso dell’attacco. Non sorprende la sostituzione.
Oggi ha dimostrato all’allenatore che deve mettergli un compagno di qualità a fianco. Quando entra Guidetti tira fuori qualcosa del suo repertori o. Prima di allora predica nel deserto.
Entra in campo per l’infortunio di Lustig, ma dimostra ad Hamren ch e doveva essere titolare. Dalle sue parti, infatti, l’Irlanda non riesce a far male.
Il suo ingresso permette ad Ibrahimovic di togliersi il peso dell’ attacco. Il feeling tra i due è evidente e lo dimostra l’azione del gol del pareggio.
Se l’è giocata male il ct della Svezia, che non è riuscito a trasmet tere la giusta grinta alla squadra. La scommessa Lewicki non si rivela azzeccata : lo fa “sbranare” dagli irlandesi, ma recupera con i cambi, che cambiano volto alla squadra.
(Silvana Palazzo)