LA DECISIONE IN EXTREMIS DI JOE BIDEN: DOPO IL FIGLIO HUNTER, GRAZIA PREVENTIVA PER FAUCI E ALTRI “RIVALI” DI DONALD TRUMP
Anthony Fauci, il generale Mark Milley, e poi ancora Liz Cheney e l’intera commissione del Congresso per le indagini sull’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021: queste le ultime decisioni clamorose che il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden, ancora per poche ore in piene facenti funzioni, ha optato in materia di grazia preventiva Presidenziale. Dopo aver “graziato” il figlio Hunter Biden e dopo aver eliminato la condanna capitale di 37 dei 40 detenuti nel braccio della morte per reati federali, la scelta optata a poche ore dall’insediamento di Donald Trump fa già discutere: con un solo provvedimento, il Presidente uscente ha disposto che non si potrà indagare in alcun modo contro l’ex responsabile COVID della Casa Bianca (entrato in carica già durante gli ultimi mesi della Presidenza Trump, ndr), sull’ex Capo di Stato Maggiore considerato “traditore” dal tycoon repubblicano e sull’intero board che voleva indagare contro il neo-Presidente americano, salvo poi “arrendersi” all’archiviazione disposta dalla procura sul caso Capitol Hill.
Con una breve dichiarazione scritta e diffusa appena prima della stretta di mano alla Casa Bianca con il suo successore Donald Trump, il Presidente uscente Joe Biden spiega che gli Stati Uniti ogni giorno si affidano a «pubblici ufficiali dedicati e altruisti», sono di fatto la «linfa della nostra democrazia». Secondo il leader dem, davanti ai prossimi 4 anni di Presidenza repubblicana, vi sarebbe un pericolo per la giustizia e la tenuta democratica del Paese, e così «pubblici ufficiali sono oggetto di minacce e intimidazioni per aver svolto in modo fedele il proprio dovere»: tradotto in parole semplici, Biden concede la grazia preventiva a Fauci & Co. motivandola come una “protezione” nei loro confronti davanti al “cattivo” Donald Trump. Temendo azioni penali nei primi ordini esecutivi che il nuovo Presidente firmerà questa sera, la Casa Bianca rivendica la scelta della grazia intendendola come un’azione dovuta per «gratitudine per il loro impegno senza sosta per il nostro Paese». Il Presidente Biden – forse con un pizzico di “coda di paglia” – sottolinea nella dichiarazione ufficiale come la grazia preventiva non debba essere intesa come una “ammissione di colpa” e nemmeno come un riconoscere alcuni comportamenti sbagliati, anche se in queste ore le accuse contro il Partito Democratico USA sottolineano proprio questi due elementi come “sospetti” nell’azione intrapresa da Biden.
“NESSUN PRESIDENTE DEVE ESSERE SOPRA LA LEGGE”: EPPURE LA GRAZIA PREVENTIVA DI BIDEN NON SEMBRA UN GRAN SERVIZIO AL CONCETTO DI “GIUSTIZIA”
Fa piuttosto impressione vedere le ultime due importanti “mosse” da Presidente uscente degli Stati Uniti, il discorso di addio alla nazione e appunto la firma della grazia preventiva per Fauci, Milley, Cheney e compagnia: nel “Farewell Address” dallo Studio Ovale, Biden ha sottolineato in più passaggi la necessità che la Presidenza degli USA non debba avere poteri illimitati, in quanto «Il potere del presidente non è assoluto», riferendosi nettamente al suo successore e al suo desiderio di «riprendersi il Paese, cambiando il destino degli americani».
Il ragionamento di Biden e dei Democratici è anche comprensibile, riporre la centralità della legge sui “poteri illimitati”: il problema è che mal si accompagna con la decisioni disposte in extremis su grazie preventive o simili (come hanno fatto altri Presidenti americani in passato, ndr) attuate dalla stessa Casa Bianca prima del “change regime”. Impedire qualsiasi eventuale indagine sulla gestione dell’emergenza COVID (e della campagna vaccinale) di Fauci, così come “proteggere” l’azione del Comitato su Capitol Hill, che voleva portare alla sbarra il leader repubblicano, sono un modo di “rispondere” piuttosto anomalo alla richiesta di non avere Presidenze americane con poteri “illimitati”. Dalla grazia al figlio Hunter fino al collaboratore Fauci, finendo su Milley e Liz Cheney, già da tempo si discuteva della possibilità di “grazia presidenziale” disposta da Biden, con il Partito Democratico USA che si era spaccato sulla vicenda, manifestando non pochi malumori per queste “intemerate” potenziali della Casa Bianca. Alcuni dem ritenevano piuttosto offensivo e del tutto inutile procedere con tali “grazie” preventive, ma tant’é: a qualche ora dall’insediamento, la scelta è presa e lo “scudo” penale e giudiziario è presto che servito per i potenziali “nemici” di Donald Trump.