La cinica e crudele lotteria dei rigori punisce l’Atletico Madrid che ancora una volta si arrende ai cugini del Real nella finale di Champions League, finisce 6 a 4 per i blancos con l’ultimo rigore trasformato dall’uomo più atteso, Cristiano Ronaldo, che non era al top della forma. Pesa come un macigno l’errore di Juanfran che stampa il pallone sul palo. Alla fine piangono tutti al Meazza di Milano: i tifosi e i giocatori del Real per la gioia, quelli dell’Atletico per la disperazione, peccato per i colchoneros che per la seconda volta in tre anni vede i cugini alzare la coppa dalle grandi orecchie davanti a loro.
Anche i tempi supplementari si sono conclusi in parità, 1-1 il punteggio tra Real e Atletico Madrid, saranno i calci di rigore a decretare la squadra vincitrice della Champions League 2015-2016. Nel secondo tempo supplementare non si è praticamente giocato, con i ventidue in campo stanchissimi e che a malapena si reggono in piedi. Al 119′ ultimo brivido per la difesa dell’Atletico, Marcelo serve Lucas Vazquez che non trova la porta grazie all’opposizione di un giocatore avversario. Scintille tra Carrasco e Pepe nel finale, a dimostrazione della tensione salita a livelli incommensurabili.
Anche al termine del primo tempo supplementare le due squadre di Madrid, Real e Atletico, rimangono sull’1-1. Al 94′ Real pericoloso con Cristiano Ronaldo che stacca bene la testa ma il pallone viene artigliato da Oblak. Al 101′ grande azione dei blancos con Bale che al momento del tiro viene murato dai colchoneros. La stanchezza comincia a farsi sentire sui giocatori di entrambe le squadre, alcuni – come Bale – sono stati anche colpiti dai crampi.
Al termine dei 90 minuti regolamentari, il punteggio tra Real e Atletico è di 1-1, le due squadre di Madrid andranno ai supplementari. All’83’ Atletico in avanti con Torres che tocca il pallone ma non trova la porta. I giocatori del Real cominciano ad accusare la fatica, in particolare Cristiano Ronaldo che oggi non è al 100% ed è sofferente, purtroppo per lui Zidane ha già esaurito i tre cambi ed è costretto a tenere duro. Nel recupero non succede praticamente nulla, con le due squadre che rinviano ogni discorso all’extra-time.
Quando mancano dieci minuti al novantesimo, è di nuovo parità al Meazza tra Real e Atletico, 1-1 il punteggio tra le due squadre di Madrid. In questa seconda frazione di gioco sono i colchoneros a fare la partita. Al 59′ altra palla gol per l’Atletico, Carrasco serve Saul Niguez che non trova la porta spedendo il pallone di poco a lato. I blancos pensano più a contenere le sfuriate degli avversari che a a proporre il gioco, lasciando così l’iniziativa agli uomini di Simeone, ma in contropiede al 70′ il Real sfiora il raddoppio, per la seconda volta Oblak dice no a Benzema che si stava involando verso la porta. Altro sussulto dei blancos al 78′ con Modric che inventa un corridoio per Cristiano Ronaldo che scarica il destro addosso a Oblak, il quale poco dopo esce male lasciando la porta sguarnita, ma nessuno del Real riesce ad approfittarne. E sul capovolgimento di fronte successivo, Carrasco pareggia i conti, tutto da rifare per gli uomini di Zidane.
È ricominciato al Meazza il match tra Real e Atletico Madrid, al decimo minuto del secondo tempo il punteggio resta di 1 a 0 per gli uomini di Zidane. A inizio ripresa Simeone corre ai ripari inserendo Carrasco al posto di uno spento Fernandez. La musica cambia già al 47′ quando Pepe entra in maniera disastrosa su Torres all’interno dell’area di rigore, l’arbitro Clattenburg non può fare a meno di indicare il dischetto, dagli undici metri va Griezmann che però colpisce la traversa, il Real resta in vantaggio e l’Atletico spreca una grandissima chance per pareggiare i conti. Al 52′ finisce la partita di Carvajal che esce in lacrime dal campo per un problema muscolare, al suo posto entra Danilo. Al 54′ Atletico nuovamente vicino al gol su corner con Savic che non trova la porta da pochissimi passi.
Intervallo al Meazza, il primo tempo del derby di Madrid si è concluso con il Real in vantaggio per 1 a 0. Giro palla dei Colchoneros che dimostrano però di non avere molte idee in mezzo al campo, Griezmann ci prova in un paio di occasioni senza mettere in difficoltà Navas. Al 43′ Atletico minaccioso sempre con Griezmann che da fuori area libera il destro, palla che esce di poco a lato. Gli uomini di Zidane gestiscono il risultato senza troppi affanni.
Alla mezz’ora della prima frazione di gioco, il punteggio di Real-Atletico vede la formazione di Zidane avanti 1 a 0. Partita molto fisica con tantissimi contrasti a centrocampo e di conseguenza tante interruzioni, con l’arbitro che cerca comunque di non ammonire i giocatori. Al 15′ i blancos sbloccano la contesa sugli sviluppi di un calcio di punizione, Sergio Ramos arriva sul pallone e lo deposita in rete alle spalle di Oblak, anche se il gol sembra viziato da una leggera posizione di fuorigioco. La reazione dei Colchoneros è poca cosa, gli uomini di Zidane controllano senza problemi il risultato.
È finita l’attesa, è cominciata allo stadio Meazza di Milano la finalissima di Champions League 2015-2016 tra Real e Atletico Madrid, al decimo minuto del primo tempo il punteggio è fermo sullo 0-0. La prima emozione arriva al 6′ su calcio di punizione, quando Bale pesca Benzema che non trova la porta grazie all’intervento miracoloso di Oblak che blinda la porta dei Colchoneros. Com’era prevedibile sono i blancos a fare la partita con i colchoneros che pensano a difendersi.
Tutto è pronto per Real Madrid-Atletico Madrid, la finale di Champions League 2015-2016 che si disputa allo stadio San Siro di Milano. Sono state già comunicate le formazioni ufficiali, andiamo dunque a scoprire le scelte degli allenatori Zinedine Zidane e Diego Simeone per questa partita che metterà in palio nel derby madrileno al Meazza l’ambitissima ‘coppa dalle grandi orecchie’, la massima competizione europea per club. REAL MADRID (4-3-3): 1 Navas; 15 Carvajal, 4 Sergio Ramos, 3 Pepe, 12 Marcelo; 19 Modric, 14 Casemiro, 8 Kroos; 11 Bale, 9 Benzema, 7 Cristiano Ronaldo. A disposizione: 13 Casilla, 6 Nacho, 10 Rodriguez, 18 Lucas Vazquez, 20 Jesé, 22 Isco, 23 Danilo. Allenatore: Zidane. ATLETICO MADRID (4-4-2): 13 Oblak; 20 Juanfran, 15 Savic, 2 Godin, 3 Filipe Luis; 17 Saul Niguez, 14 Gabi, 12 Fernandez, 6 Koke; 9 Torres, 7 Griezmann. A disposizione: 1 Moyà, 5 Tiago, 16 Correa, 19 Lucas Hernandez, 21 Ferreira-Carrasco, 22 Partey, 24 Gimenez. Allenatore: Simeone
Sembra essere una finale di facile lettura dal punto di vista tattico. Ormai conosciamo bene le due squadre, e sappiamo quale sia il modo di giocare: con Zidane il Real Madrid ha acquisito qualcosa in termini di possesso palla, abbandonando la totale via della verticalizzazione nello spazio per scatenare la velocità di Cristiano Ronaldo e Bale. Si ragiona di più, cosa che invece non vuole fare, almeno offensivamente, l’Atletico Madrid: Diego Simeone crede fortemente nell’idea di impedire all’avversario di giocare, sporcando tutte le linee di passaggio e impedendo il regolare flusso della manovra. Per questo l’Atletico è una delle squadre più tignose e difficili da affrontare: la capacità di interferire nella circolazione di palla, a volte anche con interventi ai limiti del consentito, ha fatto ormai scuola. L’Atletico segna solitamente poco, ma incassa ancora meno: segnargli un gol può essere un grande affare, ma guai a subirlo per primi perchè, come lo stesso Real stava imparando due anni fa, le cose potrebbero diventare ingestibili.
Le scaramucce tra Atletico Madrid e Real Madrid, protagoniste questa sera a San Siro della finale di Champions League 2016, cominciano prima del fischio d’inizio. Oggetto del contendere tra le due compagini il numero di volte in cui bagnare il prato: i galacticos hanno infatti manifestato l’intenzione di innaffiare il manto erboso meneghino per 3 volte (2 prima del via e una durante l’intervallo); dello stesso avviso non sono stati però i colchoneros, desiderosi di rallentare il più possibile il terreno di gioco per mettere in pratica con maggiore facilità la propria caratteristica strategia difensiva, che hanno proposto all’Uefa di bagnare il campo al massimo 2 volte. Alla fine, come riporta l’Ansa, per questioni di regolamento ha avuto ragione la delegazione facente capo a Simeone: la prassi adottata dall’Uefa prevede infatti che il campo venga bagnato per due volte alle 19.35, 70 minuti prima dell’inizio della partita per 18 minuti, e per altri 8 minuti prima del secondo tempo, per fare in modo che le condizioni nella ripresa siano uguali a quelle di inizio gara. Zizou e gli amanti del possesso palla dovranno farsene una ragione…
È la finale di Champions League 2015-2016: si gioca a San Siro e dunque l’ultimo atto della coppa torna in Italia dopo sette anni. Il 27 maggio 2009 il Barcellona di Pep Guardiola e il Manchester United di Sir Alex Ferguson si incrociarono allo stadio Olimpico di Roma. Con sette titolari provenienti dal vivaio, il Barcellona vinse uno dei sei trofei di quell’anno solare, cioè tutte le competizioni alle quali partecipò: nel primo tempo, al 9’, Samuel Eto’o portò in vantaggio i blaugrana e al 69’ Leo Messi svettò di testa sul cross di Xavi, raddoppiando e chiudendo la partita. Terzo titolo per il Barcellona, il secondo in quattro stagioni e il primo da allenatore per Guardiola; quella finale si sarebbe ripetuta due anni più tardi – ma a Wembley – e ancora una volta avrebbe vinto il Barcellona, 3-1.
Non è la prima finale di Champions League che si disputa a Milano: lo stadio Giuseppe Meazza ne ha conosciute altre tre in passato. Nella prima c’era anche una delle due squadre padroni di casa: l’Inter, che il 27 maggio 1965 sconfisse il Benfica di Eusebio grazie a un gol di Jair al 42’. Era la Grande Inter di Helenio Herrera, capitanata da Giacinto Facchetti; nel 1970 (6 maggio) si tornò a Milano per la finale di Coppa dei Campioni, questa volta il Feyenoord di Ernst Happel si impose per 2-1, dopo i tempi supplementari, sul Celtic del mito Jock Stein. Segnarono Gemmell per gli scozzesi e Israel per gli olandesi, al 117’ risolse tutto lo svedese Ove Kindvall. Infine il 2001, dunque in tempi più recenti: due anni dopo la tremenda delusione di Barcellona, il Bayern Monaco tornò in finale e a San Siro incrociò il Valencia di Hector Cuper, alla seconda finale consecutiva (la prima l’aveva persa dal Real Madrid). Si decise tutto dal dischetto: al 3’ minuto rigore di Gaizka Mendieta, al 50’ rigore di Stefan Effenberg. Nella lotteria degli undici metri sbagliò subito Paulo Sergio, ma poi lo fecero anche Zahovic e Carboni; l’errore di Patrik Andersson rimise tutto in parità, a consegnare la coppa al Bayern di Ottmar Hitzfeld fu l’errore di Mauricio Pellegrino.
Si avvicina: due anni fa, all’Estadio Da Luz di Lisbona, queste due squadre si trovarono di fronte per la prima finale europea tra due squadre della stessa città. L’Atletico Madrid segnò al 36’ minuto con Diego Godin; arrivò a un soffio dalla vittoria ma al 93’, su un calcio d’angolo, Sergio Ramos svettò più in alto di tutti e pareggiò, portando la sfida ai supplementari. Dove l’Atletico, colpito duramente nel morale, crollò: al 110’ Gareth Bale infilò di testa sulla respinta di Courtois, poi Marcelo sorprese il portiere belga con una conclusione mancina e infine Cristiano Ronaldo mise il sigillo finale con un calcio di rigore. Un 4-1 forse esagerato per quanto si era visto in campo; Atletico Madrid anche sfortunato, perchè arrivò alla finale con Diego Costa menomato e costretto a uscire dal campo dopo soli 9 minuti. Sei degli undici titolari dei Colchoneros di allora fanno ancora parte della squadra (nessuno dei panchinari); nel Real Madrid i sopravvissuti sono allo stesso modo sei (anche se Varane stasera non ci sarà) ma con quattro dei panchinari ancora a disposizione di Zidane.
diretta dall’arbitro inglese Mark Clattenburg. L’appuntamento con la finale della Champions League 2015-2016 è alle ore 20:45 di questa sera presso lo stadio Giuseppe Meazza di Milano. San Siro ospita la partita più bella dell’anno, sicuramente la più importante a livello di club: per la seconda volta nelle ultime tre stagioni si tratta del derby di Madrid, che nel 2014 era stata la prima finale di Champions tra due squadre della stessa città e ora rischia di diventare un grande classico.
Per entrambe c’è la possibilità di dare una svolta totale a una stagione che dal punto di vista dei trofei è stata avara di soddisfazioni: il Real Madrid è arrivato secondo in campionato per un punto, mentre dalla Coppa del Re è uscito presto per l’affare Cheryshev (un grande pasticcio), mentre l’Atletico nella Liga ha mollato il colpo alla penultima giornata, e dalla coppa nazionale era già fuori da tempo.
Ora però c’è la Champions League, il trofeo più ambito: per il Real Madrid sarebbe l’undicesima volta – contando anche le Coppe dei Campioni – e la seconda in tre anni, l’Atletico Madrid va ancora a caccia del primo titolo in questa manifestazione, nella quale ha giocato due finali perse entrambe all’ultimo minuto (o quasi).
Il percorso del Real si è sviluppato dopo l’esonero di Rafa Benitez: la decisione di affidare i blancos a Zinedine Zidane, uomo “interno” e vincitore (con gol meraviglioso) della coppa come giocatore ha pagato dividendi, anche se il percorso è stato a volte tortuoso come dimostra la sconfitta di Wolfsburg (0-2) che ha richiesto una tripletta di Cristiano Ronaldo per ribaltare il risultato.
In semifinale il Real ha fatto fuori il Manchester City con il solo gol di Gareth Bale; ancora più complicato se vogliamo il percorso dell’Atletico, che agli ottavi non è riuscito a segnare al Psv Eindhoven qualificandosi solo ai rigori, per poi avere la classe di eliminare il Barcellona (ma anche la fortuna di trovarlo nei giorni più neri della stagione blaugrana) e far fuori anche il Bayern Monaco, grazie alla solita strategia di difesa e contropiede.
Si trovano di fronte due squadre separate da una grande rivalità e che hanno due modi diversi di intendere il calcio: dalla parte del Santiago Bernabeu le vittorie possono essere criticate se non accompagnate dal bel gioco, al Vicente Calderon si bada maggiormente al sodo tanto che il “Cholismo” ha già fatto scuola, pur se il tecnico argentino ha più volte ribadito di sfuggire alle etichette.
Non ci resta allora che accomodarci e stare a vedere chi riuscirà a sollevare la coppa, succedendo al Barcellona nell’albo d’oro; naturalmente speriamo in una grande partita, anche se le finali spesso e volentieri sono dominate dalla tensione e dalla paura di sbagliare. E’ tutto pronto in ogni caso, e allora diamo la parola al campo senza indugiare oltre: la diretta di Real Madrid-Atletico Madrid, valida per la finale della Champions League 2015-2016, sta per cominciare…
La diretta tv di Real Madrid-Atletico Madrid sarà un’esclusiva Mediaset: Canale 5 la trasmette in chiaro per tutti, in alternativa gli abbonati alla pay tv possono accedere a Premium Sport o Premium Sport HD. In entrambi i casi è garantita la diretta streaming video, visitando il sito sportmediaset.it oppure attivando – senza costi aggiuntivi – l’applicazione Premium Play riservata agli abbonati della pay tv. Per tutte le informazioni utili su questa partita consigliamo invece i canali ufficiali che la UEFA ha aperto sui social network: facebook.com/uefachampionsleague e, su Twitter, @ChampionsLeague.
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