Dalla terra rossa del Foro Italico di Roma è Maria Sharapova a uscire vincitrice; la russa vince il titolo numero 35 della sua carriera e il terzo nella capitale italiana, dopo quelli del 2011 e 2012. Ma gli Internazionali dItalia 2015 ci hanno raccontato altro, al di là del trionfo di una Sharapova che torna al numero 2 del ranking WTA (lo avrebbe fatto anche perdendo la finale); ci hanno raccontato ad esempio di una Serena Williams che arrivata alla soglia dei 34 anni (li compirà a settembre) ha bisogno sempre più di gestire il fisico e ha dovuto dare forfait al terzo turno per evitare di saltare il Roland Garros (che è uno dei grandi obiettivi stagionali, per il Grande Slam nellanno solare e per il ventesimo Major in carriera). La numero 1 del mondo avrebbe probabilmente stravinto, e ancora una volta ci conferma che è lei la principale avversaria di se stessa.
Ci hanno raccontato, questi Internazionali dItalia 2015, che Victoria Azarenka sta tornando, ma le manca ancora qualcosa per essere lassù con le migliori. La bielorussa ha saltato di fatto tutto il 2014 a causa di un infortunio al piede; rientrata nel circuito ha subito avuto buoni risultati, qui a Roma si è inerpicata fino a superare Caroline Wozniacki (in calo) ma poi è uscita distrutta dal confronto con la Sharapova. A dimostrazione che forse il tennis femminile non ha più troppe superstar assolute come ad esempio negli anni Settanta e Novanta, ma per tornare in vetta o confermarsi al top bisogna sudare e vincere, e non sempre si può fare.
La grande storia degli Internazionali dItalia 2015 è Daria Gavrilova. Attenzione alla russa: è passata leggermente sottotraccia tra le tante adolescenti del circuito. La Bouchard è esplosa presto ed era conosciuta per i risultati juniores, la Bencic idem come sopra, altre si sono fatte notare maggiormente. La Gavrilova, che è classe 94, è esplosa solo questanno: non può essere un caso se a Miami batti Erakovic, Sharapova e Nara e a Roma, su unaltra superficie, fai fuori Bencic, Ivanovic, Bacsinszky (una delle giocatrici più in forma) e McHale, volando in semifinale. Stavolta Masha le ha fatto lo scalpo, ma la Gavrilova che entrava nel torneo con il numero 45 del ranking mondiale è destinata a volare. Anastasia Myskina ne tenga conto per la finale di Fed Cup.
Tra le delusioni mettiamo senza ombra di dubbio Karolina Pliskova, Ana Ivanovic e Petra Kvitova. Discorsi diversi: la Pliskova, recente new entry nella Top 15, ha giocato benissimo per settimane e un calo ci può stare, per di più se la tua avversaria (Bacsinszky) è in grande fiducia. La Kvitova arrivava dalla vittoria di Madrid, ma una terraiola non è mai stata e contro una come la Suarez Navarro se non sei al 100% è dura per tutte, forse anche per la Chris Evert delle 135 vittorie consecutive sul rosso. Ana Ivanovic invece di scusanti ne ha poche: di questi tempi nel 2014 era quasi imbattibile, nel 2015 ne ha azzeccate davvero poche e qui ha perso subito nonostante un tentativo di rimonta (fermatosi appena prima della vittoria). La serba ha bisogno di ritrovarsi: il Roland Garros è la grande vetrina per il riscatto, ma negli Slam la Ivanovic non è mai andata troppo bene.
Le italiane meritano un capitolo a parte. Non ci si può nascondere: è stato un flop. Al secondo turno sono arrivate in due: era il torneo di casa e, se anche una finale come quella del 2014 era difficile, ci aspettavamo almeno gli ottavi di finale con una presenza più massiccia. E invece no: Camila Giorgi ha dimostrato ancora una volta che un conto è il talento, un altro la gestione dei match e dei singoli momenti. Karin Knapp si è sportivamente suicidata contro la Kvitova, avanti 5-2 nel terzo set è riuscita a perdere una partita che aveva vinto; Sara Errani avrebbe avuto un tabellone spalancato dal ritiro di Serena ma ha perso dalla McHale che aveva demolito un anno fa in Fed Cup. Parliamoci chiaro: non ne facciamo drammi perchè il tennis è fatto di periodi, ed è ampiamente possibile che una di queste – compresa Flavia Pennetta, eliminata da una Svitolina per la prima volta nella Top 20 – arrivi in profondità nel tabellone del Roland Garros; tuttavia bisogna dire le cose come stanno e ammettere che le nostre giocatrici sono in calo e non vivono un momento eccezionale. Ci aspettavamo di più, forse proprio la pressione e le aspettative hanno giocato brutti scherzi ma adesso c’è bisogno di rimboccarsi le maniche e ripartire.
Infine, una menzione speciale per Carla Suarez Navarro. Ha perso la finale crollando nel terzo set, ma è una tennista strepitosa: la sua semifinale contro Simona Halep è stata una gioia per gli occhi e un bello spot per chi pensa che il tennis femminile sia fatto solo di errori gratuiti, doppi falli e urletti. La spagnola è un talento vero; anche lei esplosa tardi (ma nelle 20 c’è da tempo), adesso rappresenta un ostacolo durissimo per chiunque e lascia intendere che sì, con i muscoli e la forza fisica si è avvantaggiate ma con testa e tecnica (e anche la Halep potrebbe dire qualcosa in merito) i bastoni tra le ruote si mettono eccome.
(Claudio Franceschini)