Stavolta in fatto di Anteprime abbiamo puntato davvero al massimo. Tant’è che per saziare almeno un poco la frenetica voglia di sapere di voi, oh amati lettori, ho cercato di recuperar più voci possibili per poi svelarvi in anticipo tutto ciò che le Nuove Proposte ci hanno voluto raccontare. Infatti, ebbene sì, torniamo anche oggi a parlare di Giovani, e sopratutto di Sanremo! Alla mia penna intervistatrice, a pochi giorni ormai dall’incipit di questo 65esimo Festival della Canzone Italiana, non è sfuggita nemmeno lei, 22 anni, poliglotta e cittadina del mondo che – figlia di papà Italiano e mamma Tanzaniana – dopo aver vissuto in Africa, Taiwan, ed America… ha deciso di approdare in Italia per non lasciarla proprio più! Si chiama Chanty, si interessa alla musica sin da piccina, e studia canto jazz al Conservatorio di Cuneo. Cantautrice ligure con la nobil arte dell’emozione vocale, proprio grazie alle sue innumerevoli esperienze in fatto di culture differenti, e con l’ausilio di una voce capace di spaziare dal pop al nu soul, vince il Festival Golden Disc, nella sezione inediti e cantautori, e partecipa anche al concorso per solisti al Festival di Paolo Fresu. Per non farsi mancar nulla, prima di approdare a Sanremo, in occasione dell’Umbria Jazz 2012, vince una borsa di studio per il programma estivo della Berklee College Music of Boston. Ecco allora tutti i segreti di cui mi ha voluto far partecipe ascoltatrice…
I Paesi in cui hai vissuto sono davvero molti. Quanto ha influito tutto ciò sulla tua identità artistica, oltre che sul tuo esser donna?
Ho girato il mondo, e soprattutto ho avuto la fortuna di vivere in luoghi tanto lontani quanto diversi fra loro. Il tutto ha ovviamente influito sulla mia formazione personale prima, e sul mio essere una cantautrice poi. Ciò che davvero mi porto nel cuore, è forse l’insegnamento del non giudicare il prossimo in base al colore della pelle, o alla nazionalità. O, ancora, alla città di provenienza. Ho innalzato barriere di conoscenza, distruggendone altre fatte di pregiudizi.
Africa, Asia, America o Europa… Di quale continente hai più nostalgia?
Ammetto sia la Tanzania la meta nella quale non vedo l’ora di far ritorno. I colori dell’Africa ti rimangono impressi per tutta la vita. Credo sia impossibile non trascorrere un periodo di realtà vera in un continente così bello, senza restarne impeccabilmente folgorati. Ciò che più ho amato, e continuo ad amare, della Tanzania, è la semplicità che caratterizzava le mie giornate. Non voglio certo togliere lustro all’Europa o agli Italiani, che amo alla follia, ma in Africa non hai nulla, e proprio il nulla ti sembra perfetto. I sorrisi son più reali, la generosità e l’affetto son cosa comune. Forse è vera la frase “si stava meglio quando si stava peggio”.
Il brano col quale ti sentiremo cantare a Sanremo si intitola “Ritornerai”, e racchiude proprio parte di quelle emozioni che hanno caratterizzato anche e soprattutto i tuoi tanti trasferimenti. Hai mai ipotizzato di presentarti alle selezioni con un pezzo differente?
Sono molto emotiva, e la scelta di Ritornerai credo non sia stata del tutto casuale, ma forse un po’ surreale. Ho seguito ciò che credevo, pensavo e provavo in quel momento. Una vocina mi ha detto che questa sarebbe stata la traccia che sì, forse avrebbe potuto farcela, e poi non nego sia una delle mie canzoni preferite. Certo c’è anche da dire che finchè ti fermi alla presentazione del brano, non ti rendi davvero conto di ciò in cui ti stai tuffando.
Hai già fatto le prime prove con l’Orchestra. Come ci si sente a cantare con un arrangiamento colorato da più di 60 elementi, (decisamente diverso dal classico live)?
Ci si sente molto bene e molto male. Un’esperienza mistica che mi ha risvegliata improvvisamente da un leggero sonno di pacata incoscienza. Solo dopo aver calcato quel palco, anche se con il Teatro ancora vuoto, ho davvero capito cosa mi toccherà affrontare fra qualche giorno. Manca veramente poco, e le farfalle nello stomaco stanno aumentando sempre più, minuto dopo minuto. Non ci sono abituata, e probabilmente non mi ci abituerò mai. Se ti dico che di notte sto iniziando a svegliarmi di soprassalto impaurita all’idea che tra meno di tre giorni canterò sotto quei riflettori davvero importantissimi, non ridi di me, vero? Avrò la fortuna di veder al mio fianco il Maestro Beppe Vessicchio, ed ammetto sia l’unica cosa ad oggi in grado di darmi speranza. Un grande professionista, ma anche un grande cuore. Quando – poco prima che l’Orchestra attacchi con la base – penso di svenire col microfono in mano, mi basta guardarlo negli occhi e tutto passa… Confido nel suo aiuto anche in quei giorni importanti!
La tua famiglia immagino si sia ritrovata, insieme a te, catapultata in un mondo tutto nuovo. In che modo ti stanno incoraggiando ad affrontar questa importante sfida?
Non incoraggiandomi affatto. Mi spiego meglio: mi amano alla follia, tanto quanto io amo loro. E hanno il potere di tranquillizzarmi evitando il discorso. In famiglia non parliamo di lavoro, ma soltanto di amore, divertimento, e cose belle. So per certo il loro affetto mi accompagni in ogni istante, ma il più grande insegnamento che nonostante Sanremo la mia mamma continua ad assicurarsi che io non dimentichi, è di restare con i piedi per terra. Solo così, ne sono convinta, andrà sempre tutto bene… Faranno il tifo per me, come hanno sempre fatto. Ma mi aiutano a non perdermi tra le nuvole quando non è proprio il caso di farlo.
C’è fra le altre Nuove Proposte una voce che più delle altre ti ha colpita?
In realtà ce ne sono tante. I miei colleghi sono bravi, e stiamo diventando tutti amici. L’affetto incide anche sul giudizio alla fin fine. Credo il mio preferito sia Giovanni Caccamo. Il suo brano è veramente molto interessante.
Il brano di Chanty, Ricorderai, è ascoltabile su “Deezer”, grazie alla pubblicazione online del suo omonimo EP “Chanty”, per Carosello Records. La tracklist vede anche i pezzi: “La tua voce”, “Non c’è mai il tempo”, e“Tutto quello che ho”.
(Claudia Cabrini)