Il collo questa sera ha retto. No, non sto dando i numeri. Quando lo spettacolo è bello ma a 15 metri da terra il naso punta in alto ed é una “Meraviglia”. Già! Meraviglia, la nuova creazione dei Sonics, il gruppo dei performer volanti piemontesi, italiani doc. Una prima nazionale del tour estivo che ben si sposa con la cornice di Piazza della Loggia a Brescia. Una meraviglia che ospita un”altra meraviglia.
Adrenalina e stupore sono gli ingredienti di questa favola moderna che nasce con lo scopo di trasportare lo spettatore negli spazi nascosti, infiniti e meravigliosi della fantasia umana, in quella capacità di emozionarsi ancora di fronte alle cose semplici e geniali.
Acrobazie aeree mozzafiato, macchine sceniche imponenti e tutta la multiforme e geniale fantasia del nouveau cirque viene raccontata come una fiaba in questo spettacolo immaginato, creatore ed ideatore da Alessandro Pietrolini , co-fondatore con Ileana Prudente del gruppo artistico stile Cirque du Soleil nel 2001. Un sogno divenuto realtà e che viene apprezzato in tutto il mondo. Nulla da invidiare ai più blasonati colleghi. Già perché i giovani Sonics si sono conquistati l”attenzione del pubblico internazionale in questi ultimi anni con i loro spettacoli coinvolgenti e già vengono paragonati al Cirque du solei. Ne abbiamo parlato con Alessandro Pietrolini, creatore ed ideatore di Sonics
Alessandro, com’é nata l”idea per “Meraviglia”?
Arrivando dall’esperienza teatrale con Duum, ho iniziato a pensare ad uno spettacolo più lungo ma adatto anche a spazi aperti ed a palchi che, normalmente, sono concepiti per la musica. Abbiamo utilizzato una serie di “quadri” – singole performance – che abbiamo creato negli anni, poi assemblati, messi insieme, shakerati ed é venuto fuori questo spettacolo.
Spesso siete paragonati al Cirque du Soleil C’é qualcosa che vi accomuna oppure c’é differenza?
Bisogna essere onesti. siamo tutti figli del Cirque du Soleil. Loro sono in grado raccogli ogni tipo di genere di situazione, ogni meraviglia della natura e trasformare tutto in uno spettacolo magico. Hanno stravolto il concetto di circo che in Italia é ancora legato allo stereotipo del domatore di leoni. Certo hanno una capacità economica che organizzativa notevole. Comunque grazie a loro questo tipo di spettacolo viene apprezzato anche in Italia, ed incuriosisce. Bene o male tutti noi deriviamo da quella convinzione.
A parte i budget che sicuramente fanno la differenza, in questo spettacolo c’é tanta performance aerea. Come mai questa scelta?
Guarda, la battuta che faccio sempre é “noi siamo la RyanAir del Cirque du Soleil”. A parte gli scherzi, lo spettacolo é voluto in questo modo per rompere uno schema. Per entrare e farci conoscere a pieno, giocando molto sulla parte emozionale dello spettatore.
Come si possono trovare sponsorizzazioni e budget adeguati in Italia per fare spettacolo e cultura?
In Italia? Lascia perdere. Noi facciamo tutto da soli. Da un certo punto di vista é un bene perché non siamo schiavi di nessuno. Ma non é semplice.
Ma é vero che i Sonics sono tutti di Torino?
Sì siamo tutti di Torino, anche se negli anni c’é stata una sorta di metamorfosi. Comunque io punto sul gruppo. Un gruppo stabile e non di Free lance. Noi dalla sera alla mattina siamo pronti a partire ed andare in scena. Dopo otto anni che viviamo di questo, direi che é una buona conquista
Quale sarà il prossimo passo, o progetto, dei Sonics?
Ci stiamo preparando per il Fringe Festival di Edimburg, il festival delle arti figurative più importanti al mondo. Tutto il meglio dell’arte figurativa ed i più importanti distributori si trovano in quel festival. Già riuscire ad entrare non é stato facile.
Ho notato che siete quasi tutti giovani. Cos’è si può fare in momento storico per puntare sulla cultura e sui giovani?
Non saprei. Nessuno ti da una mano. Non piangersi addosso, ecco forse questo. Se vuoi fare, puoi fare, ma é molto difficile. Figurati che non esiste una legislatura in merito per inquadrare tutti noi. Questo spettacolo é paragonato ad un cantiere edile. Come fai. Cosa vuoi fare. Però abbiamo voglia di fare e soprattutto rimanere italiani. Figurati che quando siamo andati a cena la signora ci ha detto: Ah ma siete tutti italiani? Certo che siamo italiani!