«Un titolo come “Musica X”, dice tutto. Significa la volontà di far cadere le barriere, volevamo fare un disco che fosse pop nel senso vero del termine, che potesse arrivare a più persone possibili, in più ambienti possibili, andando oltre a tutte quelle divisioni ed etichette che ci sono nel mondo musicale. Mettici quello che vuoi al posto della X: per me può essere una cosa, per te un’altra, l’importante è riuscire ad arrivare dovunque. Mi rendo conto che può suonare come un progetto presuntuoso, ma è anche il nostro sesto disco, ci sentivamo in grado di fare un passo avanti!» Ha le idee chiare Tommaso Cerasuolo, cantante e membro fondatore dei Perturbazione, una delle migliori realtà pop-rock del nostro paese.
Non sono mai stati a Sanremo, non sono mai stati al “concertone” del Primo Maggio, non hanno mai neppure vinto il Premio Tenco, che è quella manifestazione che di solito viene associata ad un tipo di musica più colta e meno mainstream. Un solo brano di un certo successo, Agosto, che ha contribuito a fare del loro secondo disco “In circolo” (2002), un piccolo vero classico del panorama indie, segnalato da Rolling Stone tra i 100 album più belli della musica italiana. Il passaggio alla EMI proprio sull’onda di quel brano, il rapidissimo licenziamento dopo il flop del pur meraviglioso “Pianissimo fortissimo”.
«Troppo poco classici per il Tenco, troppo sofisticati per Sanremo» è il ritornello che da sempre viene cantato per fotografare la situazione della band di Rivoli. «Non è che pensiamo di meritare chissà che cosa – dice Tommaso – anche se è chiaro che un certo ritorno economico per noi è fondamentale, visto che abbiamo tutti mogli e figli da mantenere. Anche per questo ci interessa così tanto rompere le barriere, potere arrivare dovunque. Siamo comunque consci che questo è un periodo molto difficile, c’è tanta musica a disposizione ma rimane tutto inscatolato, incasellato, la gente va a pescare solo quello che le interessa e non si riesce più a essere trasversali. Noi, forse in un modo un po’ folle, e forti anche del fatto che Mescal ha di nuovo creduto in noi, ci stiamo provando.»
Abbiamo contattato Tommaso via telefono, il giorno dopo l’uscita nelle edicole di “Musica X”. No, non abbiamo sbagliato a scrivere. Per tutto il mese di maggio infatti, il disco verrà venduto in allegato alla rivista “XL”, del gruppo editoriale di Repubblica. Un’iniziativa strana, ma molto gradita dal gruppo: «Quando Mescal ci ha proposto questa cosa, abbiamo accettato subito con entusiasmo. Con la musica in crisi e l’editoria in crisi è bello che ci si metta insieme e si possa quindi raggiungere un pubblico nuovo. Non credo sia uno scandalo, per una band, desiderare di arrivare dove non si è mai arrivati prima.»
Di sicuro non lo è. Soprattutto perché i Perturbazione hanno realizzato l’ennesimo album di grande qualità, all’interno di una discografia che non ha mai conosciuto cedimenti. Un disco che, stilisticamente parlando, presenta delle grosse novità, con la produzione di Max Casacci dei Subsonica e, soprattutto, la decisa virata verso l’elettronica:
Per produrre un disco così, Max ci è sembrata la persona più adatta: proveniamo dalle stesse zone, ci siamo sempre osservati e stimati da lontano ma non avevamo mai avuto la possibilità di conoscerci bene. Lui ci ha stimolati a dare molta forza sui beat, sul groove, una cosa un po’ nuova per noi, che abbiamo sempre avuto questo suono un po’ scafato alla Neil Young (ride, NdA)! Max ci ha poi spinto ad utilizzare un’elettronica che non fosse soltanto strettamente digitale ma “umana”, che utilizzasse cioè frammenti di suoni registrati e campionati che provenissero dal gruppo stesso: note e rumori del violoncello, voci, percussioni, ecc. Erano cose che in parte erano già presenti nei demo che avevamo registrato per il disco. Qui abbiamo spinto la cosa più avanti: abbiamo addirittura creato una tastiera, che abbiamo battezzato “Cerasuolizer” (ride) in cui abbiamo messo in successione tutti i vocalizzi registrati da me. Li puoi sentire qua e là, in Chiticapisce, Musica X, Mia Figlia Infinita. Siamo andati quindi a creare una elettronica “calda”, una cosa un po’ in stile Caribou, uno dei nomi che per primi sono venuti fuori discutendo con Max.»
Sicuramente la brevità è stata la scelta vincente, soprattutto venendo da un lavoro lungo e spesso disomogeneo come “Del nostro tempo rubato” (2010): «Nel disco precedente, di fronte all’ottica imperante del mordi e fuggi, abbiamo optato in maniera provocatoria per la sovrabbondanza. Questa volta abbiamo preferito andare dritti al punto, ragionare più nell’ottica del singolo. Trovo che “Del nostro tempo rubato” e “Musica X” siano entrambi figli del loro tempo. In tutti e due i lavori abbiamo risposto a quelle che ci sembrava la situazione del momento.»
Ma se il livello della scrittura si mantiene così alto, è soprattutto perché la band ha imparato a lavorare di più insieme: «Nel gruppo i compositori principali siamo io, Rossano (Lo Mele, il batterista, NdA) e Gigi (Giancursi, altro chitarrista, NdA). Un tempo eravamo molto più gelosi di quello che scrivevamo per conto nostro, accettavamo con fatica critiche o proposte di modifica. Col tempo abbiamo invece imparato che dal mettersi in discussione può venire fuori una ricchezza nuova. È successo ad esempio col brano Mia Figlia Infinita: avevo scritto il testo sull’agenda dove sono solito annotare pensieri, idee, testi completi. Quella l’avevo scritta per me, come se fosse una poesia. Ultimamente Gigi ha preso l’abitudine di sfogliare questa agenda per vedere se ci sono cose che gli piacciono. Quei pochi versi gli sono piaciuti subito e, senza praticamente dirmi niente, si è messo a musicarla. Abbiamo però modificato alcune cose: ad esempio, l’immagine delle carte che c’è nel ritornello non era presente all’inizio, è stato lui che mi ha proposto di utilizzarla. Insomma, un esempio di collaborazione davvero fruttuosa!».
La title track manifesta chiaramente l’esigenza che la musica debba essere sdoganata in ogni luogo e in ogni forma. Ripensando a quanto scritto da Simon Reynolds nel suo “Retromania”, forse questo rischia di assecondare un po’ troppo la mercificazione e la svalutazione di quest’arte, oggi imperante. Reynolds sostiene addirittura che bisognerebbe tornare ai dischi ascoltati con le cuffie sulla poltrona di casa. Tomi non è d’accordo: «Non ho letto “Retromania” ma conosco la tesi che sviluppa. Reynolds alla fine è un intellettuale per cui ha la libertà e la possibilità, chiuso nella sua cameretta, di elaborare certe teorie. Noi siamo musicisti e dobbiamo vivere il nostro tempo, certe cose non ce le possiamo permettere! Posso anche dargli ragione, in linea teorica, ma sarebbe solo un ragionamento slegato dalla realtà che viviamo. Ci sono un sacco di solitudini che vengono abitate dalla musica e questo è un bene, secondo me. La frase finale “Cantiamo per non esser soli” l’ho presa dal film “Viaggio in Inghilterra”, quello che racconta del rapporto tra C.S. Lewis e sua moglie, che poi morirà di cancro. È un film molto triste e alla fine lui pronuncia questa frase: “Noi leggiamo per non essere soli”. Per me è così ma penso che lo sia per tutti, in un certo qual modo. Alla fine, tutto quello che facciamo lo facciamo per non essere soli.»
Ma la musica può nascondere anche altre potenzialità, come racconta divertito subito dopo: «L’altra notte tornavo dalla provincia di Cuneo, dopo una serata con amici. Era molto tardi e mi trovavo in una zona di montagna; c’era appena stato un temporale pazzesco. A un certo punto, come colto da ispirazione, ho messo su L’Uccello Di Fuoco di Stravinsky e si è creata subito un’atmosfera allucinante, paurosissima. Sembrava di stare in un film dei fratelli Cohen! Io guidavo per questi tornanti nell’oscurità, con il sottofondo di quella musica angosciante. Se fosse saltato fuori un pazzo con la sega elettrica non sarebbe certo stato fuori posto (ride)! Ecco, quando parliamo del potere evocativo della musica, intendiamo anche cose di questo genere!»
Nel disco c’è anche un pezzo che si intitola La Vita Davanti e che contiene interessanti suggestioni sul passare del tempo e non solo: «Siamo entrati nella fase in cui conti gli anni al contrario: non più quelli che hai davanti ma quelli che ti rimangono. Dobbiamo ammettere che ormai siamo negli “-anta” anche se cerchiamo sempre di non sottolinearlo troppo perché non è molto utile questo, nel mondo della musica rock. Comunque il testo di questa canzone è ironico e non parla di noi: ci siamo immaginati tutte quelle situazioni per cui persone più anziane e navigate si rapportano ai giovani dando loro delle grandi pacche sulle spalle dicendo: “Vai tranquillo! Sei giovane, hai tutta la vita davanti!” ma è una frase sbrigativa, quasi a volerli sminuire. Invece un giovane normalmente ha il fuoco addosso e vorrebbe essere considerato, non vorrebbe certo essere liquidato così.»
Non si poteva non parlare delle “ospitate” di questo lavoro: in “Musica X” sono ben tre gli episodi che contengono collaborazioni. Ci sono nomi emergenti come Erica Mou (Ossexione) o I Cani (Questa è Sparta), ma anche un nume tutelare come Luca Carboni. Impossibile non chiedere da dove sia venuta l’idea di coinvolgere quest’ultimo: «I Baci Vietati, il pezzo in cui Luca canta assieme a noi, parla del rapporto tra genitori e figli attraverso il tema del sesso, presente anche in altri pezzi del disco. Dice di come a parole essere genitori sia semplice, vedi gli errori che i tuoi hanno fatto con te, pensi che non li rifarai mai ma poi, inevitabilmente, la realtà è più complicata e ci ricaschi. Sembra che basti seguire i manuali che ti dicono persino come parlare di sesso a tuo figlio… Ma poi i figli te li trovi davanti davvero ed è totalmente diverso. A proposito di questo tema, il brano Ossexione dice di come parlarne sia diventata una vera e propria ossessione, e anzi, ormai è un tema quasi banale: la frase “Sesso, contrario di me stesso”, significa innanzitutto che è un atto contrario all’egoismo; e poi che, nei fatti, è spesso distante delle aspettative molto idealizzate che si hanno. Forse un certo silenzio sul sesso da parte dei nostri genitori era in realtà motivato da tutto un mondo di valori positivi e negativi, sui quali ti appoggi e che ti aiuta a descrivere quell’idea li, forse non si può fare altrimenti. Luca lo abbiamo messo in gioco così, piuttosto per caso, ma ci siamo resi conto che con questa canzone calzava a pennello. È un brano generazionale, e lui musicalmente può essere considerato come una sorta di genitore per noi, anche se non c’è poi questa grande differenza di età. Prima non ci conosceva: gli abbiamo fatto sentire qualche pezzo e gli siamo piaciuti, ragion per cui ha deciso di collaborare con noi. Adesso vorrei mandargli il disco finito, sono curioso di sapere cosa ne pensa!»
È tempo di saluti: un paio di giorni dopo terranno un piccolo showcase gratuito al Rock’n’Roll di Milano, interessante anteprima dei concerti di quest’estate: «Sarà una cosa piccola. Verremo anche intervistati in diretta per la radio web collegata al locale. Scenderemo solo in tre: io, Gigi e Cristiano, perché purtroppo non c’è lo spazio per suonare con la formazione a sei elementi. Ci porteremo dietro un po’ di effetti e campionamenti, così da riprodurre un po’ dell’elettronica presente sul nuovo disco. Per il resto, però, sarà un concerto acustico.»
Detto fatto. Due giorni dopo i Perturbazione suonano in versione trio per una quarantina di minuti, dandoci in pasto i primi quattro pezzi di “Musica X” e intervallandoli con versioni scarne ma coinvolgenti di alcuni dei loro brani più famosi. I pervenuti, un nutrito gruppo di aficionados che hanno saputo del concerto nonostante fosse pensato quasi “a porte chiuse”, partecipano con grande calore, cantando ogni parola dei pezzi storici e rispondendo benissimo anche su quelli appena usciti. Il primo test pare funzionare, ma dura tutto troppo poco perché, come dice Tommaso: «Vogliamo che vi rimanga un po’ di fame in vista di quest’estate». Noi di fame, ne abbiamo fin troppa. In attesa che vengano rese pubbliche tutte le date di quello che si prospetta come un lungo tour, ci possiamo dare appuntamento il 4 luglio al Carroponte di Sesto San Giovanni. Ci sarà Musica X.