Gli One Direction sono la band del momento. Non c’è dubbio. Le directioners – come vengono chiamate le loro fan – sono in tutto il mondo e i loro dischi hanno conquistato le classifiche. Ma dietro ogni directioner c’è una famiglia, ci sono due genitori che sostengono (volenti o nolenti) la passione dei propri figli. “Vuoi che i tuoi figli incontrino i One Direction? Raccontaci cosa vuole dire fare parte della 1Dfamily!”, è il nuovo concorso indetto dal Corriere della Sera. Come si partecipa? Raccontando cosa significa essere genitore di un fan degli One Direction. I contributi verranno letti dalla redazione che sceglierà chi premiare con un invito esclusivo per incontrare dal vivo Harry, Louis, Liam, Niall e Zayn. Sono oltre 500 i genitori che hanno già risposto, nella speranza di fare un sorpresa al proprio figlio. “Un padre di una directioner – specie se ha superato da un po’ i 50 – ha qualche problema a seguire una 14enne ma ‘deve’ superarlo per il ‘bene’ supremo: la felicità di una ragazzina”, scrive un papà.
“Cosa vuol dire essere genitore di una fan dei One Direction? Una vita d’inferno! Sapete cosa vuol dire sentire le loro canzoni a ripetizione sia a case che in macchina mentre si viaggia, avere la casa tappezzata dai loro volti (ormai li ritengo parte della famiglia), correre a comprare tutti i loro gadget, rientrare da lavoro e trovare le loro sagome nel corridoio (urlo spontaneo), e vogliamo parlare delle peripezie per comprare i biglietti del concerto di Torino?”, scrive una simpatica mamma che riesce anche a vedere il lato positivo di “questo inferno”: “Per andare al loro concerto mi ha promesso di andare bene a scuola e lo ha fatto! So che ogni mamma pensa questa cosa ma credo che mia figlia meriti di incontrare i One Direction, sarebbe il regalo più bello che io le possa fare”.
Infine c’è anche Ketty che si immedesima nella figlia: “Volevo sposare Simon Le Bon. Peccato che 25 anni fa voi del Corriere non facevate queste iniziative. Chiara è una directioner, da circa un anno, non vuole sposare Harry, almeno così mi dice, ma impazzisce dall’ idea di non poterli vederli dal vivo”.