Sono passati due anni dalla sua prima partecipazione al Festival della canzone Italiana, ma anche e soprattutto per questo si racconta felice di essere tornata proprio ora a calcare quel palco importante che è Sanremo. “Sono maturata nel frattempo. E soprattutto ho imparato a difendere le mie scelte, cosa importantissima per chi svolge un lavoro come il mio” dice. Ha ammaliato tutti con l’ausilio di una canzone intitolata Straordinario, e di un abito giallo canarino davvero seducente, firmato Federico Zaccone.
Chiara Galiazzo, comunemente conosciuta col solo nome di battesimo, inizia nel migliore dei modi il suo nuovo e personalissimo percorso artistico tornando all’Ariston con una ballad intensa e narratrice di amori giovani e pieni di speranze. Diretta dal maestro Roberto Rossi, prova decisamente superata. Noi l’abbiamo incontrata poco dopo l’esibizione, ed ecco cosa ci ha raccontato.
Come descriveresti l’emozione di salire su quel palco a cantare il tuo pezzo dopo ben due anni di assenza?
Un qualcosa di indescrivibile. Credo sia stata una delle poche volte in cui mi sono emozionata per davvero. Stavolta mi sono commossa, e se ci ripenso rischio di piangere anche ora. Mi sono davvero resa conto di quanto io abbia finalmente realizzato il mio sogno. Adrenalina pura, mi devo ancora riprendere!
Una strofa di ‘Straordinario’ recita “mi chiedo spesso se tu sei felice con me”. Allora ti domando: cosa occorre, a te in primis, per esser felice?
In realtà molto poco. Cantare direi che veste una fetta molto importante del tutto. La mia professione, la mia passione, influisce inevitabilmente su quella che è la mia vita. Di conseguenza credo calcare il palco sia praticamente tutto quello che mi serve. Poi ecco, se trovassi anche l’amore, e il mio principe azzurro decidesse di dedicarmi una canzone d’amore allora sì, parleremmo proprio di Chiara in paradiso…
L’idea che molti si son fatti di Chiara è quella di una giovane cantante che tuttavia publicizza una compagnia telefonica anzichè fare musica. Ovviamente un pensiero sbagliato. Tuttavia tu come lo commenteresti?
Penso che ciò che davvero varia non sia il contenuto ma bensì la forma. Non ho mai smesso di fare concerti e di fare musica. Però se le persone non ti vedono in televisione, spesso credono la tua carriera stia precipitando. In realtà non è affatto così, ma mi adeguo al mondo dello spettacolo e anche per questo rivaluto ulteriormente la visibilità che anche il palco di Sanremo sta dando a me, Chiara, ma anche e soprattutto al mio pezzo. Una manifestazione importante, coi riflettori puntati contro. Forse avrei potuto puntare sull’immagine televisiva anche in passato, ma non me la sentivo e io faccio solo ciò che mi sento di fare. Sai, ci sono dei momenti giusti, e dei momenti meno opportuni. Prima non ero pronta, ora lo sono. Orgogliosa, e fiera. Per me essere qui è una favola tutta da scrivere! E allora che la mia carriera riparta!
Com’è cambiata Chiara da X-Factor ad oggi?
Non è cambiata affatto. L’agitazione sul palco della prima sera lo dimostra. Allo spettacolo dal vivo non ti ci abitui praticamente mai. Un’artista come me vive di musica e di adrenalina. Certo forse gli anni mi hanno fatta crescere, e ad oggi sono sicuramente più consapevole di quanto conti difendere le scelte che ognuno fa. Tuttavia rimango “profumata” come sempre.
Nella serata cover hai cantato un brano di Caterina Caselli. Come ti sei trovata a collaborare con lei?
Direi benissimo! Un qualcosa di entusiasmante. Lei mi è sempre piaciuta moltissimo, d’altronde come credo piaccia a tutti. La canzone ho interpretato è del 1968, personalmente al trovo molto intrigante, ma anche molto moderna. Ho sempre conservato una sincera passione per questo pezzo, ed ero molto curiosa di vedere come avrebbe reso una volta interpretato davanti al pubblico dell’Ariston. Ho tentato di presentarla da un punto di vista differente, in un’altra veste. Ho puntato molto anche al look: il mio abito era “straordinario” e probabilmente non avrei mai pensato di indossarlo in nessun altra occasione.
Anche tu porti a Sanremo una canzone che parla d’amore. Quanto secondo te i giovani d’oggi hanno bisogno di amare e di sentirsi amati?
Rispondo parlando di me. Io, ad esempio, sento il bisogno di un amore intelligente che mi colpisca anche e soprattutto a livello di attrazione mentale. L’amore credo sia effettivamente uno dei temi tra i più trattati, ma nel mio piccolo ho avuto la fortuna di cantarne una versione che mi colpisce davvero e mi tocca nel profondo.
(Claudia Cabrini)