Una lunga intervista con il tenore italiano Andrea Bocelli sul quotidiano inglese The Telegraph rivela tanti particolari poco conosciuti sulla sua vita e leda sua carriera. Ad esempio il fatto che il padre di Andrea, un rivenditore di macchinari agricoli, odiasse la musica lirica (“La trovava noiosissima, diceva che era musica vecchia per i vecchi”) o che da piccolo fosse soprannominato “terremoto” per il suo carattere irrequieto a attivissimo, una vera forza della natura (“Mi cacciavo sempre nei guai, non potevo stare fermo, andavo a cavallo senza sella, insomma ero un matto!”). Si parla anche del fatto che molti critici, specialmente americani, considerino malamente la sua attitudine di incrociare la musica lirica con quella pop: “Lo hanno fatto tutti i grandi tenori, anche Caruso. Ho amici che non amano l’opera e per loro canto canzoni pop, io amo cantare per chiunque, non solo per alcuni”. Nato sofferente di glaucoma, perse completamente la vista quando venne colpiti alla testa da un pallone da calcio. Fu colpito da emorragia cerebrale e si cercò di salvargli la vista usando addirittura delle sanguisughe, inutilmente. Nonostante la sua cecità completa e permanente, Bocelli scia, fa surf e va a cavallo da solo. Per anni si è rifiutato di parlare del suo handicap, addirittura abbandonando le interviste se qualcuno gli faceva una domanda al proposito. In questa intervista invece il giornalista gli chiede cosa ne pensi della frase dello scrittore Antoine de Saint-Exupery, che “ciò che è più essenziale nella vita è invisibile agli occhi”. Sono molto d’accordo con questa frase, ha risposto. Aggiungendo che essere cieco “è un enorme svantaggio ma tutti hanno svantaggi nella vita, il mio è solo più evidente di tanti altri”. Ma non si lamenta: “Sono molto religioso e credo che Dio abbia preso questa decisione per me. Ho le cose più importanti che un uomo può avere nella vita: l’amore della mia famiglia, gli amici, ho successo. Perché dovrei chiedere di più? Sono un uomo fortunato”.