Una rapper donna? Ebbene sì, finalmente, dopo almeno due generazioni di maschi che hanno monopolizzato la scena, Giulia Casieri rompe “il cerchio magico” del maschilismo imperante, dei ragazzotti bulli che si sono impossessati della scena. Ottima voce scura, elegante, capacità di rapare, Giulia Casieri per chi scrive merita il podio del vincitore fra le nuove proposte con un’ottima canzone dai bei suoni funk, veri, analogici e con poca di quell’elettronica fastidiosa che oggi impera in ogni canzone. Originaria della periferia ex operaia di Milano, Sesto San Giovanni (dove è nata il 23 giugno 1995) anche se cresciuta a Monza, Giulia è una affascinante giovane donna con carisma e capacità nonostante sia alle primissime armi: si è qualificata per le Nuove Proposte di Sanremo 2018 al primo tentativo. Scritta con Andrea Ravasio è una canzone che la rappresenta, dice, “perché parla delle problematiche che ho avuto fino ad oggi”. In precedenza, dopo aver frequentato il CPM di Milano, ha già inciso un disco di cover acustiche per poi passare alle cover funk e R&B.
COME STAI?
“È un brano nato un po’ per gioco. La prima cosa che scrissi fu il ritornello e dalla semplice domanda ‘Come Stai?’, che continuavo a ripetermi nella testa, è emerso tutto il resto del brano, in un racconto profondo e sincero di tutte quelle forti emozioni che hanno accompagnato gran parte della mia vita fino ad oggi. In poco tempo sentii il brano diventare estremamente personale e con una grande capacità di esprimere la serietà emotiva che davvero stavo iniziando ad incanalare nelle parole. “Come stai” non è nient’altro che una parte della mia storia“, ha spiegato la stessa Giulia a proposito del brano. Oltre alla forza espressiva musicale anche il testo della canzone si caratterizza per la potenza espressiva. È il fastidio di chi ti chiede sempre come stai, l’espressione più banale di chi vuole approcciare un altro senza esserne veramente interessato, riducendo tutto alla superficialità, come dice nel ritornello: “Come stai, come sei come dici, cosa vuoi e mi chiedevano come stai come stai. Come fai come sei come dici, cosa vuoi tu dimmi come stai dimmi almeno se ci stai”.
LA RABBIA
La rabbia sfocia nella seconda strofa, tu non hai niente da dare, non hai niente da ridere mentre le dicevano di stare calma, di stare dritta, di stare zitta. Le problematiche della crescita, quando genitori, parenti e amici vogliono definirti, decidere loro come devi essere, ma anche della sua già intensa carriera musicale dove descrive in modo brillante le tante ipocrisie che vi fanno capolino: “C’era chi mi ascoltava solo per soldi oppure mi voleva solo sul tardi c’erano piatti vuoti, visi stanchi, giochi storti luci spente, liti accese. Mia madre che mi manca anche se gira l’angolo non trovo pace prego qualche strano angelo mi trovi qui da sola a raccontarti in fila la mia storia senza filtro e senza rima”. Non basta chiedere come si sta, bisogna andare a fondo nei rapporti, e Giulia lo dice benissimo, lo afferma con grinta, basta alle ipocrisie: “Sai è risaputo, chi ha sofferto è più evoluto non basta che mi ascolti qui mi serve un vero aiuto non basta chiedermi come stai tu non sei qui per me tu, sei solo qui per te ma ti ripeto che non mi basta chiedermi Come stai, come sei come dici, cosa vuoi e mi chiedevano come stai come stai. Come fai come sei come dici, cosa vuoi tu dimmi come stai dimmi almeno se ci stai”.