Nina Zilli si scopre sessantottina, lei che era ben lontana da nascere ai tempi di quella memorabile stagione di rivolta. Magari ne coglie maggiormente l’aspetto estetico che quello contenutistico, come spiega lei stessa: “È un disco un po’ sessantottino, rivoltoso e pacifista allo stesso tempo, con un animo fricchettone”. In copertina, in questi tempi di terza guerra mondiale a pezzetti, il vecchio simbolo della pace di chi lottava contro la guerra in Vietnam. Anticipato dal singolo Mi hai fatto fare tardi, ascoltato per tutta l’estate, “Modern art” esce domani. Con lei ha lavorato alla produzione il meglio di quel mondo indie che piace tanto ai giovani trentenni di oggi: Dario Faini, Tommaso Paradiso dei Thegiornalisti e Calcutta. Musicalmente ovviamente dei tempi del 68, uno dei massimi periodi della musica rock per ispirazione e qualità, non c’è nulla. C’è quella leggerezza elettronica spensierata che va di moda oggi: “In un periodo in cui siamo tutti connessi e attaccati ai telefoni racconto com’è la vita scollegandosi, condividendo cose reali, non virtuali”, spiega la cantautrice piacentina, “si parla d’amore, sì, ma non è un amore a due: è l’amore inteso come condivisione, come sentimento da usare contro la paura. Questa è la mia ‘Modern art'”.
Quasi tre anni dal precedente Frasi & Fumo, un disco di un certo spessore prodotto dall’ex PFM Mauro Pagani che però aveva venduto molto poco, e allora ecco la sterzata verso una musica più facile e radiofonica. Canzoni nate fra Milano e la Giamaica con la collaborazione di artisti stranieri: Obi e Uchi Ebele, duo di fratelli-producer che in Italia ha già collaborato con Fedez, J-Ax (che è pure ospite di una traccia di “Modern art”, il rap di “Butti giù”), Gué Pequeno, Jake La Furia e Baby K (la stessa Zilli ci aveva già scritto una canzone del precedente disco, “Cadevo piano”). “Siamo partiti dall’inglese e poi io ho scritto l’adattamento in italiano dei testi”, spiega. Giamiaca che lei ama particolarmente perché patria del suo grande idolo Bob Marley: “Credo che le sue canzoni siano l’emblema del pacifismo, dell’unità, da ‘Redemption song’ a ‘One love’, passando per ‘Could you be loved’: è stato un grande poeta. E non ha mai sbagliato una canzone”. A ottobre Nina Zilli si esibirà in una serie di concerti in piccoli club: Non lo faccio da tempo ed è una sorta di ritorno alle origini. Credo che questo disco sia perfetto da presentare nei club: un tour analogico per un disco moderno ma molto analogico nei contenuti”.