Anche un attore affermato, con una carriera lunga e zeppa di esperienze e di successi, può coltivare qualche sogno, un progetto “segreto” da realizzare che è espressione di una passione coltivata collateralmente alla sua attività professionale ufficiale attraverso la quale tutti lo riconoscono. È questo il caso di Alessandro Haber che, alla tenera età di 65 anni (da poco compiuti), ma con l’entusiasmo di un diciottenne, ha realizzato un vecchio sogno: fare un concerto. Sì, proprio come se fosse “solo” un cantante. Perchè un concerto? «Perchè ne avevo bisogno», spiega lo stesso Haber agli spettatori che riempono, per un tutto esaurito, il Teatro Ambra Jovinelli di Roma.
Lo spettacolo romano (che nel prossimo futuro verrà ripreso e andrà in tour) è anche il pretesto per presentare la sua ultima fatica discografica,”Haber bacia tutti”. Al concerto partecipano amici vecchi e nuovi, come Danilo Rea, Giusy Ferreri, Mimmo Locasciulli, e che hanno anche collaborato alla realizzazione del disco insieme a Sergio Cammariere, Giuliana De Sio, Paolo Fresu, Beppe Servillo, Enzo Gragnaniello, Fausto Mesolella, Phil Palmer, Giuliano Sangiorgi.
La passione per la musica di questo eclettico artista è nota e non è nuovo a progetti musicali anche impegnativi. Haber ama le sfide e la sua inventiva è tanto appassionata quanto coinvolgente, lui sempre un pò così, sopra le righe, che ironizza su stesso, istrionico eppure lieve con quella voce che ammalia e che sa usare e piegare a piacimento.
Circa una ventina di anni fa, a scoprire il suo talento musicale è un amico di sempre, Mimmo Locasciulli, che per caso viene a sapere che l’attore, insieme a un gruppo di amici, si diletta a cantare. Locasciulli ha un locale dove invita Haber ad esibirsi e, manco a dirlo, è un successo!
Da quella esperienza nasce il primo disco “Haberrante” (1995) cui fa seguito “Qualcosa da dichiarare” (1999). È poi la volta della proficua collaborazione con la Banda del Barrio di Avellino che invita Haber a interpretare dei brani scritti da Borges e Ferrer su musiche di Astor Piazzolla. Nasce così “Tango d’amore e di coltelli” (2001) uno spettacolo che ha avuto un grande successo. Da questa esperienza se n’è sviluppata un’altra, “El tango” (2008), realizzata insieme al Quartetto Meridies. A seguire poi c’è uno spettacolo musicale condiviso con un altro amico, Rocco Papaleo (anche lui attore di teatro e cinema appassionato di musica) “E’ tempo di miracoli e canzoni” scritto dallo stesso Papaleo per la regia di Giovanni Veronesi, anche con questo progetto i due “cantattori” conquistano pubblico e critica. E non è tutto: la sua voce conquista anche Francesco De Gregori, che scrive per lui “La valigia dell’attore”, e Ivano Fossati, che gli dà “E di nuovo cambio casa”.
“Haber bacia tutti” è un disco pieno di emozioni, di paesaggi dell’anima delineati in tredici brani inediti e alcuni intramontabili classici della canzone italiana, gioielli come “Albergo a ore”, adattamento in italiano curato da Hebert Pagani (cantautore, paroliere e poeta) del brano “Les amants d’un jour” cantata da Edith Piaf (nel ’62) e portato al successo in Italia da Gino Paoli (nel ’69) e poi ancora da Ornella Vanoni. E ancora Haber fa sua, con un’interpretazione a dir poco toccante, la struggente e amara “Vedrai vedrai”, una delle più belle canzoni scritte da Luigi Tenco.
Haber è prima di tutto un interprete e nel suo modo di cantare, assolutamente personale, si percepisce la sua ricerca per rendere la musicalità delle parole e le suggestioni che possono donare, mettendosi a nudo e rendendo ogni brano un puro atto d’amore per la musica e per il pubblico. Il brano di apertura, “Che senso ha”, è tra i più belli del disco, un trascinante inno alla passione amorosa condivisa con un’intensa Giusy Ferreri, insieme a “Nessuno poteva non sapere” che è un potente atto di accusa contro la corruzione che inquina la vita sociale e politica del nostro Paese. In tutti i brani c’è grande attenzione ai testi, mai banali, e ogni canzone diventa racconto straniante oppure tenero, storia nostalgica o sentimentale, commedia ironica, aneddoto sarcastico. A tenere insieme il tutto ci pensa lui, istrionico mattatore, con la sua voce graffiante e sgranata, emozionante.