Il caso si era aperto nel 2013, quando il rapper Fabri Fibra pubblicò un album contenente il brano A me di te, nel quale furono individuati evidenti riferimenti al cantante Valerio Scanu, vincitore del festival di Sanremo 2010. Un linguaggio esplicito in cui si prendeva in giro volgarmente la presunta omosessualità del cantante sardo. La causa si è conclusa adesso con una condanna per diffamazione nei confronti di Fibra: dovrà pagare una multa di cui una provvisionale, un anticipo, di 20mila euro, immediatamente. Fibra non ha impugnato la causa, e la condanna è adesso definitiva. Tra le strofe incriminate “Gli ho abbassato i pantaloni e sotto aveva un tanga”. Gli avvocati difensori del rapper hanno detto che è normale nel suo genere di musica un linguaggio esplicito, ma il magistrato ha detto che Fibra ha offeso Scanu “facendo riferimento con scherno ai suoi orientamenti sessuali”.L’avvocato difensore: “Le espressioni utilizzate dal cantante Fabri Fibra sono diffamatorie in maniera oggettiva, come ha stabilito il giudice. Ed è la prima sentenza in Italia che vede la condanna per diffamazione di un cantante di musica rap. La musica è libertà, ma insultare squallidamente una persona non è musica e non è arte. Ognuno è libero di manifestare liberamente il proprio pensiero, non di offendere e diffamare una persona”.