L’Harlem Shake è il nuovo tormentone di internet, o meglio il nuovo meme, uno di quei fenomeni virali che per le più svariate ragioni si propagano rapidamente online, spesso su YouTube. Originariamente l’Harlem Shake è un ballo inventato più di 30 anni fa Al B. negli intervalli delle partite di basket all’aperto di Harlem, quartiere di New York, popolato prevalentemente da afroamericani. A trasformare una danza in un fenomeno virale è stato, involontariamente, Dj Bauuer, il cui vero nome è Hary Rodrigues. Un paio d’anni fa Baauer ha cominciato a dedicarsi alla trap, fusione di dance e hip hop, e l’anno scorso ha creato l’Harlem Shake. Il pezzo è stato portato da DJ Rustie sulla Bbc1 e poi Diplo, produttore che ha lavorato con Beyoncé e Usher, ha messo il deejay sotto contratto. Il brano è stato distribuito in download gratuito, ma non ha avuto successo. Fino a quando il 2 febbraio Filthy Frank , ha caricato su YouTube il video “Do The Harlem Shake” in cui lui e i suoi amici, vestiti con colorate tutine si scatenano sulle note di “Harlem Shake” di Baauer. Il video che oggi è stato visualizzato più di 41.000.000 di volte, ha dato il via al proliferare di imitazioni e interpretazioni. Sono stati contagiati dall’Harlem Shake i giocatori della Juventus e del Manchester City, la squadra dei Miami Heat il cantante australiano Cody Simposon, un reggimento dell’esercito norvegese, i finalisti di Amici 12, le conigliette di Playboy, la cantante Ada Reina e pure i Simpson. Per non parlare di gruppi di amici, studenti e colleghi che hanno realizzato i video nei loro uffici. Ogni video dell’Harlem Shake dura poco più di 30 secondi ed è diviso in due parti: nella prima una persona mascherata balla da sola o circondata da persone totalmente indifferenti. Nella seconda tutti ballano muovendosi senza senso, impegnati in coreografie al limite dell’assurdo con costumi altrettanto surreali. Il video si conclude con uno slow motion. Dopo il successo virale il brano di Dj Baauer è arrivato alla prima posizione della classifica ufficiale di Billboard, che conta anche i passaggi radiofonici, gli streaming e le visualizzazioni su YouTube.