Poche parole, tante canzoni. E’ la sintesi della seconda delle due serate che Adriano Celentano ha tenuto all’Arena di Verona, 8 e 9 ottobre. Se nel corso della prima serata non aveva resistito a replicare i suoi dibattiti da tele predicatore, con la presenza di un economista e due giornalisti, a disquisire nella sua maniera di crisi economica e casta politica, nella seconda serata Celentano si è limitato un breve monologo. Peraltro neanche eccessivo nei contenuti come di solito gli capita di fare, ma a momenti anche toccante nell’esprimere il desiderio di un mondo migliore. Ma sono state le canzoni a decretare il trionfo di due serate che oltre al pubblico sold out dell’Arena ha visto un pubblico televisivo enorme, con punte di quasi dieci milioni di telespettatori. E poco importa che un paio di volte abbia inciampato nei testi dei brani, non riuscendo neanche a leggere lo schermo sui cui scorrevano le parole: non importa con un carisma che non ha tutt’ora paragoni sulla scena musicale italiana, di un artista che, ricordiamolo, ha la bellezza di 74 anni. Ha cambiato, mela seconda serata, quasi tutta la scaletta dei brani rispetto ala prima, a parte l’immancabile Il ragazzo della via Gluck che però ieri ha lasciato che fosse il pubblico entusiasta a cantare quasi per intera. Ha regalato poi chicche come Mondo in Mi 7ma e Straordinariamente, brano che Celentano ha ricordato essere il preferito di Sophia Loren. E ancora: finalmente si è sentita Azzurrro, accolta con un boato da parte degli spettatori. Si è poi ripetuto il duetto con l’amico Gianni Morandi (che da solo ha anche dedicato Caruso allo scomparso Lucio Dalla). Insieme ieri sera hanno davvero fatto scorrere dei brividi interpretando la bellissima Ora sei rimasta sola. Un po’ di rock’n’roll, anche nella seconda serata, con un classico anni cinquanta, in cui Celentano anche a 74 anni ha dimostrato ancora una volta di essere l’unici in Italia capace di fare questo genere di musica. Alla fine ha dimostrato, ma non ce n’era bisogno, che il suo carisma è tutto intatto: lo rivedremo ancora su di un palcoscenico?