Inquietante rivelazione da parte di un perito medico convocato come teste nel processo che la famiglia Jackson ha intentato contro la società organizzatrice di concerti Aeg. Come si sa, l’artista morì mentre era intento a preparare una serie di spettacoli che avrebbe dovuto tenere a Londra. Dopo la condanna del dottor Murray nel precedente processo sulle cause della morte, adesso la madre di Michael e i figli dell’artista hanno intrapreso una nuova azione legale. La società è infatti accusata di aver fatto pressione sul dottore di Jackson affinché gli desse medicinali appositi che poi hanno provocato l’overdose mortale. Di fatto, sostiene il perito medico Charles Czeisler, il cantante soffriva di insonnia cronica tale che non avrebbe dormito per ben sessanta gironi consecutivi prima di morire. Assumeva dei medicinali che inducevano la sensazione artificiale dei benefici del sonno, senza aver mai dormito veramente. Insomma, una specie di coma indotto senza mai raggiungere la cosiddetta fase Rem, quella che oltre che a sognare permette anche di rigenerare le cellule dell’organismo. Michael Jackson sarebbe dunque morto comunque anche senza l’overdose che lo ha portato alla morte.