Se dovessero mettere in carcere tutte le cantanti occidentali che fanno video “spinti” e ammiccanti al soft porn, non ne resterebbe più in giro nessuna, da Beyoncé a Miley Cyrus, per non dire di Madonna. Da decenni ormai per avere successo nel mondo della musica bisogna fare produzioni sessualmente ammiccanti, mettere in mostra le doti di famiglia, incitare (o eccitare) al sesso libero e fare i “trasgressivi”, parola che non ha più senso. Se un tempo la morale puritana censurava Elvis Presley in televisione dal bacino in giù perché considerato scandaloso, oggi nessuno si scandalizza più di niente, ma certi video morbosi richiamano ovviamente le attenzioni dei più giovani facendolo crescere in una mentalità in cui tutto è lecito e dove chi non si rende sessualmente attraente, non conta.
In Egitto, dove come in ogni altra società a maggioranza islamica, la morale (e non solo) sono ferme a secoli fa, un video di questo tipo suscita la reprimenda giudiziaria. E’ stato così che una cantante del posto, Shima Ahmed, è stata condannata a due anni di carcere per un video della sua canzone Andi Zorof, definito “lascivo” e di incitamento al libertinaggio. Stessa condanna per il regista. Al momento i due hanno dovuto pagare una multa di 561 dollari e presenteranno ricorso per la condanna. Lei si è difesa scaricando tutta la colpa sul regista, dicendo che era stato lui a decidere il contenuto del video, in cui si vedono esplicite allusioni sessuali come succhiare una banana, leccare una mela e abiti sexy minimi che mettono bene in vista chiappe e tette che per la società musulmana egiziana sono ovviamente considerati “poco decorosi”. La morale è che è molto triste che per abbattere i canoni conservatori e moralisti di queste società si debba ricorrere alle bassezze più squallide della società occidentale, invece di usare strumenti più intelligenti e più elevati. Ma tant’è, così va il mondo…