Fu la rivoluzione che doveva cambiare tutto nel mondo della musica: il modo di registrarla, il modo di ascoltarla, il modo di venderla. E all’iniziò fu davvero così. E’ morto a 96 anni di età Heitaro Nakajima, ingegnere elettrico poi dal 1975 a capo del progetto sperimentale del compact disc della Sony. Nel 1984 diventò presidente della Aiwa, azienda di produzione di elettronica di consumo. Nakajima si era laureato in ingegneria elettrica nel 1944, dapprima lavorando nella divisione ricerca acustica della NHK poi passando alla Sony nel 1971. Il frutto della sua ricerca arrivò nel 1979 quando la Phillips e la Sony fecero una joint venture per la creazione del disco ottico, il cui primo esemplare uscì nel 1982, la Sinfonia delle Alpi di Richard Strauss diretta da von Karajan. Il primo lettore cd uscì nei negozi nel 1982. In Italia i cd cominciarono a diventare di massa solo alla fine del decennio, per poi sostituire quasi del tutto i vecchi vinili. La rivoluzione del suono digitale rispetto a quello analogico sembrò una gran vittoria per i musicofili: suono più definito, praticità di uso grazie al telecomando che ti permetteva di ascoltare tutto il disco senza doverti alzare per girarlo dall’altra parte, uno spazio di circa 90 minuti da riempire di musica invece degli scarsi 45 degli lp.
In realtà il suono almeno per tutti gli anni 80 si rivelò assai scarso, il paragone con il caldo e avvolgente suono analogico era improponibile e solo dagli anni 90 la cosa migliorò, anche se con la registrazione digitale si perdevano molte frequenze basse che danneggiavano comunque la sonorità. Senza parlare del formato dischetto, che praticamente uccideva le meravigliose opere d’arte delle vecchie copertine in vinile e rendeva i testi delle canzoni illeggibili e del prezzo altissimo comparato al vinile, giustificato con la necessità di ammortizzare i costi della nuova invenzione, ma che di fatto è rimasto alto ancor oggi. Fu però successo mondiale che cominciò a scemare quando una parte degli ascoltatori, negli anni duemila, tornarono ai vecchi vinili.Ma il colpo mortale lo diede la musica liquida dell’era di internet, che ha portato alla morte della musica registrata, per non parlare della pessima e inaccostabile qualità sonora della musica in streaming. Ma i tempi sono cambiati e i giovani preferiscono scaricarsi una canzone invece di un disco intero, ha vinto la mentalità usa e getta della musica, anche perché quasi nessun artista fa più dischi che valgono dalla prima e ultima canzone.