“La mia missione è entrare in contatto e guarire le persone attraverso la musica sia se mi esibisco in chiesa che in un club. Penso che le persone si sentano meglio con se stesse dopo che ho suonato. È fantastico! Questo è il dono che ho ricevuto” (Roosevelt Collier)
Così si presenta Roosevelt Collier straordinario talento della pedal steel guitar capace di infiammare platee affamate di rock e blues. Cresciuto nella House of God Church a Perrine, in Florida, Roosevelt ha sviluppato la sua abilità sullo strumento insieme ai suoi zii e cugini nei The Lee Boys, noti per le loro coinvolgenti esibizioni dal vivo. Collier viene presentato come una specie di nuovo Jimi Hendrix. In questi anni si è costruito una solida reputazione live, suonando sia alla guida di proprie formazioni o accompagnando tanti grandi nomi come Allman Brothers, Buddy Guy, the Tedeschi-Trucks Band, The String Cheese Incident, Umphrey’s McGee, Los Lobos, Robert Randolph e Del McCoury Band.
Arriva ora in Europa con la sua band composta da Armando Lopez, batteria, Jason Matthews tastiere, organo Hammond e Rodrigo Zambrano al basso, componenti della band Electric Kif. Nove le date previste, due i concerti in Italia e più precisamente il 5 luglio al Pordenone Blues Festival e il 7 al Deltablues a Occhiobello (Rovigo).
Nonostante la lunga carriera e la oramai consolidata fama nell’ambiente musicale, Roosevelt Collier ha esordito quest’anno con EXIT 16, album a suo nome prodotto da Micheal League per la GroudUp Records, etichetta indipendente statunitense che si sta mettendo in luce per tante ed interessanti nuove proposte (Banda Magda, Becca Stevens, Michelle Willis, Maz etc.) pubblicate accanto alle punte di diamante rappresentate dagli Snarky Puppy (in concerto a Roma il 7 luglio), Bokanté e Bill Laurance.
Musica da infiammare i cuori quella di Roosevelt Collier che in EXIT 16 suona accompagnato Michael League al basso, Bobby Sparks all’organo Hammond e tastiere già con Prince, Herbie Hancock, Tower of Power e Snarky Puppy oltre a JT Thomas batterista degli Snarky e dei Forq. Registrato in tre giorni di session, EXIT 16 mostra un musicista dalle grandissime qualità; il suono della sua pedal steel è capace di scalfire la roccia con un sound duro e tagliente e i suoi virtuosismi (svisate da non credere) trascinano come non mai. Blues, rock, funk autentico ed innervato da grande energia, lo faranno ben presto diventare un beniamino degli appassionati.
Sette i brani presenti nel cd: Sun Up Sun Down , Happy Feet, Make It Alright, Exit 16, That Could’ve Been Bad, Supernatural Encounters, Spike più quattro bonus track disponibili in digitale. Tutte composizioni originali firmate da Collier insieme a League segno del bell’interplay creatosi fra i due musicisti, non a caso League lo ha voluto accanto a sé nella nuova band Bokanté. Da evidenziare il lavoro Michael League, geniale musicista e autentico agitatore musicale, che con le sue produzioni, sta dando risalto a tanta musica di qualità. “Roosevelt canalizza qualcosa di spirituale e questo è stato determinante per portarlo finalmente ad incidere un suo album dopo decenni di presenza nella scena musicale”, racconta Michael League.
In tanti anni di attività Roosevelt Collier ha cercato di ampliare i confini di questo strumento che ha molto influenzato il suono blues attraverso l’uso dello slide. Anche se nel rock la pedal steel guitar è stata spesso protagonista grazie a Jerry Garcia dei Grateful Dead, Steve Howe degli Yes e David Gilmour, Collier dimostra invece di aver aperto nuovi e più orizzonti: “voglio vedere quanto riuscirò ad espandere questa chitarra”. Il suo stile è capace di escursioni melodiche impensabili anche se il suo suono distorto e l’uso del wha-wha fanno subito pensare a Jimi Hendrix; l’energia e la forza delle sue esibizioni lo avvicinano invece a Johnny Winter altro gigante della chitarra.
Una bella storia la sua; gli appassionati italiani potranno vederlo all’opera a Pordenone e Rovigo ed apprezzarlo in tour europeo con Bokanté (15 luglio-5 Agosto) con un’unica esibizione italiana prevista il 31 luglio al Dromos Festival ad Oristano. Si raccomanda “vivamente”.