Anche il 2017 musicale va in soffitta, registrando cose belle, eventi più o meno epocali, nostalgie diffuse, personaggi e momenti televisivi, mescolati nella solita quantità impressionante di musica usa e getta. Mentre i talent televisivi sfornano fenomeni più o meno duraturi e i big producono dischi in chiaroscuro che dividono gli appassionati (si vedano gli U2 di Songs of Experience), le star dominano le classifiche (Taylor Swift rimane il miglior venditore di musica nelle hit parade mondiali, seguita da Rihanna). Tutto questo accade ben sapendo che ormai la confusione regna sovrana proprio quando si parla di “vendite”, visto che ormai sul termine “copie vendute” si affollano l’acquisto di Cd, di vinili (in forte aumento), di download digitali; a queste si aggiungono (per verificare fama e successo) anche le visualizzazioni dei video-clip e il numero di follower sui canali sociali. Risultato finale: un guazzabuglio, da cui quest’anno sembrano uscire vincitori personaggi da copertina come Ed Sheeran, Kedrick Lamar e Rag’n’Bone Man (quello di Human).
Per l’Italia i personaggi che sono riusciti ad imprimere un proprio marchio sull’annata delle classifiche e dell’immagine sono Francesco Gabbani, vincitore a sorpresa di Sanremo con Occidentali’s Karma (vale a dire Battiato meets Righeira), con Cremonini, Giorgia e la coppia DjAx-Fedez a contorno, mentre l’ultima parte dell’anno è stata conquistata da un Jovanotti che se ne esce con un disco di bei suoni prodotto da una leggenda del rock come Rick Rubin.
Fin qui la musica “d’alta classifica”. Per il resto, come ormai capita per ovvi motivi di anagrafe, anche quest’anno i roccketari purosangue piangono la scomparsa di nomi che hanno nobilitato la musica degli ultimi decenni (in testa: Gregg Allman, Tom Petty, Chuck Berry, Fats Domino, Chris Cornell, Walter Becker, Al Jarreau, Johnny Halliday), mentre dal punto di vista produttivo si assiste con sempre maggior continuità alla sovrapposizione tra powerplay radiofonico, mainstream e scena indie (The Giornalisti e Brunori dove stanno ormai?), categorie e definizioni che perdono interesse e significato nell’epoca in cui il Rolling Stone italiano affida alla leggendaria Selvaggia Lucarelli una buona parte della sua presenza editoriale sui social.
Di fronte a questa rigogliosa giungla sonora, come ogni fine stagione Il Sussidiario suggerisce alcuni dischi da sentire, tanto per sintetizzare il 2017. Ma quest’anno i volonterosi collaboratori musicali hanno provato a riassumere l’annata aggiungendo una novità alla loro faticosissima cernita, contribuendo all’ascolto piacevole di chi vuole godersi una manciata di belle canzoni, dal rock al pop levigato, dal blues alla canzone italiana, mai come quest’anno da noi rivalutata . E quindi alle categorie già note, ecco aggiungersi la Compilation del Sussidiario. Buon ascolto e buon Natale!
SUSSIDIARIO COMPILATION 2017
Ormai il termine “playlist” fa parte della vita quotidiana. Ognuno ha la sua, su Spotify oppure sullo smartphone. Concentriamoci dunque sulle canzoni: ecco la “COLONNA SONORA” con le migliori canzoni dell’annata sulla base dei suggerimenti dei “consiglieri musicali” del Sussidiario. Createvela e fateci sapere:
Noel Gallagher’s High Flying Birds – Holy Mountain
BNQT – Failing at Feeling
Craig Finn – God in Chicago
The National – Guilty Party
The Horrors – Something to Remember Me By
Flavio Giurato – Le promesse del mondo
Little Steven – Soulfire
Shelby Lynne & Allison Moore – Not Dark Yet
Francesco D’Acri – Portami a ballare, Un sentiero verso le stelle
Chris Rea – The Last Train
Mavericks – Damned If You Do
Rodney Crowell – I’m Tied To Ya
U2 – The Little Things That Give You Away
Ed Sheeran – Castle On The Hill
Laura Marling – Soothing
Nerina Pallot – Juno
Everything Everything – Good Shot, Good Soldier
St. Vincent – Los Ageless
Gregg Allman – Willin’
Massimo Priviero, Bataclan
ALESSANDRO BERNI
2017, ovvero una manciata di uscite che sono arrivate a riacciuffare il nostro cuore in cerca del sussulto in grado di farlo ancora una volta sanguinare. Tre artiste a tutto tondo, dal pop-rock musical dagli accenti letterari di Nerina Pallot, alle differenti modalità di esorcizzare malinconia e dolore con l’elegante storytelling di Aimee Mann o il variopinto karma soul-rock di Nicole Atkins. Chiudono il cyber-rock compulsivo degli Evertyhing Everything e l’eclettismo sempre più credibile di The Corrs tra identità irish e canzone stilosa.
BEST ALBUM 2017
Nerina Pallot – Stay Lucky
Aimee Mann – Mental Illness
Nicole Atkins – Goodnight Rhonda Lee
Everything Everything – A Fever Dream
The Corrs – Jupiter Calling
EMERGENTI
Tempio delle Clessidre
BEST LIVE 2017
Nick Cave and The Bad Seeds (Milano Forum 6 novembre 2017)
EVENTO DELL’ANNO
La morte di …(metteteci chi volete). Nell’era in cui – volenti o nolenti – tutto è social, anche il 2017 con la sua inevitabile razione di scomparse illustri, sconfina nel meta-evento (il puro evento viene sostituito dall’evento che parla dell’evento). Format di successo o necessario ripensamento di antichi e sani sentimenti?
LORENZO RANDAZZO
Il 2017 non è stato un anno ricco di uscite memorabili. L’album più bello è quello di Neil Young e non mi riferisco al nuovissimo The Visitor, ma al vecchio Hitchhiker, un album di inediti senza inediti di 40 anni fa. Tutti brani già apparsi in album, raccolte, live, bootleg ma presentati ora nella veste originale. Nella sua semplicità è la cosa più bella che abbia ascoltato quest’anno. Bob Dylan ha lasciato il segno anche nel 2017 con il suo repertorio Cristiano di Trouble No More e indirettamente grazie alle apprezzabili rivisitazioni degli OCMS e di Willie Nile.
BEST ALBUM 2017
Roger Waters – Is this the life we really want?
Flogging Molly – Life is good
Old Crow Medicine Show – 50 years of Blonde on Blonde
Lost Horizon – Ojalá
Noel Gallagher’s High Flying Birds – Who built the moon
BEST LIVE 2017
BlackBerry Smoke – 11 marzo (Milano)
Tedeschi Trucks Band – 19 marzo (Milano)
Bob Dylan – 17 aprile (Amsterdam)
Ryan Adams – 11 luglio (Roma)
Nick Cave & The Bad Seeds – 6 novembre (Milano)
EMERGENTE
Colter Wall
EVENTO DELL’ANNO
La morte di Tom Petty
LUIGI VIVA
Ad ogni fine anno si ripresenta il sempre più arduo compito di segnalare i migliori. Il panorama è sempre più desolante, la televisione, salvo rari casi, continua ad essere il braccio armato dei prodotti ed eccoci costretti a sorbirci rocker della piadina, cinquantenni rimbecilliti vestiti da ragazzini che credono di avere la verità in tasca e i bravi musicisti costretti a sforzi disumani per far conoscere la loro musica. Stampa specializzata praticamente scomparsa, con i più giovani facili preda della musica spazzatura.
BEST ALBUM 2017
Nad Sylvan – The Bride Said No
David Crosby – Sky Trials
Lorenzo Feliciati – Elevator Man
Cristiano De André – De André canta De André, vol 3°
Pasquale Innarella – Migrantes
BEST LIVE 2017
Snarky Puppy (Pisa 23 Aprile 2017)
Joe Zawinul: The Stories Of The Danube – BBC Concert Orchestra diretta da Kristjan Jarvi (EFG London Jazz Festival, 19 novembre 2017)
Cristiano De André (Cremona 20 aprile 2017)
Brian Wilson (Umbria Jazz 15 luglio 2017)
Printmakers Fut. Nikki Iles & Norma Winstone (606 club, Londra 15 novembre 2017)
EMERGENTE 2017
Becca Stevens
WALTER MUTO
Faccio sempre molta fatica – e sempre più in questa epoca in cui tutto corre velocissimo – a fare consuntivi. In un mondo in cui ha sempre meno senso parlare di ‘album’, non solo i giovani, ma anche noi dinosauri ascoltiamo musica in modalità sempre più frammentaria e si fa fatica a prendere in mano il setaccio. Però fra le maglie qualche cosa rimane. Il mio tentativo è in questa breve, forse inutile, premessa. Altra breve, squinternata avvertenza: non so se quella che segue è una classifica.
BEST ALBUM 2017
U2 – Songs of Experience
Laura Marling – Semper Femina
Chris Thile/Brad Meldhau – Chris Thile & Brad Meldhau
Brunori SAS – A casa tutto bene
David Crosby – Sky Trails
BEST LIVE 2017
Chris Thile & Brad Meldhau – Milano
Niccolò Fabi – Lugano
Snarky Puppy – Torino
LUCA FRANCESCHINI
Ancora una volta mi trovo costretto a ripetermi: la musica non è morta, per nulla. In giro c’è un sacco di roba valida e mai come stavolta ho faticato ad elencare solo cinque titoli, tra i tanti lavori che mi hanno entusiasmato in questi dodici, lunghissimi mesi. E poi i concerti, tantissimi concerti. Se qualche grosso nome con prezzi altissimi, tanto pubblico e tanto effetto nostalgia l’ho fatto anch’io, è in quelli medio-piccoli che continuo a trovare soddisfazione. È una scelta nostra però: si può rimanere ancorati alle nostre certezze, oppure lasciarsi dirigere dagli algoritmi di Spotify. In alternativa, ed è la via che scelgo da anni, non smettere mai di cercare.
BEST ALBUM 2017
LCD Soundsystem – American Dream
The National – Sleep Well Beast
Colapesce – Infedele
Sampha – Process
Lorde – Melodrama
BEST LIVE 2017
The Dream Syndicate, Milano
Elbow, Gardone Riviera
Thom Yorke e Johnny Greenwood, Macerata
The Wedding Present, Brighton
LCD Soundsystem, Copenhagen
EVENTO DELL’ANNO
Verrebbe da scrivere la morte di Tom Petty ma voglio richiamare qualcosa di positivo, per una volta. Per cui dico: la reunion degli Helloween in formazione “quasi” originale, per la prima volta dopo 30 anni. Evento che potrebbe essere circoscritto forse solo al mondo del Metal ma se pensiamo a ciò che ha espresso la band di Amburgo in termini di suono ed estetica, forse non è proprio così. Aggiungiamo che erano pressoché gli unici, tra i grandi nomi, a non avere ancora ceduto alle lusinghe del denaro e che era un qualcosa che, sebbene ormai con meno entusiasmo, attendevo sin dall’adolescenza. Non è andata proprio benissimo, ma fa niente, ce lo ricorderemo lo stesso per sempre.
FAUSTO LEALI
BEST ALBUM 2017
Little Steven – Soulfire
Gregg Allman – Southern Blood
Bob Dylan – Triplicate
Shelby Lynne & Allison Moorer – Not Dark Yet
Francesco D’Acri – Il Principio Di Archimede.
BEST LIVE 2017
Milano, Padova e Roma: il concerto dell’anno è il suo. Nick in grande forma. Nick che riesce a portare Skeleton Tree, l’album della perdita, sul palco. Nick che ha bisogno della gente, che la deve abbracciare, che deve lasciarsi toccare per tutta la durata dello show. Andare avanti dopo la morte di un figlio è possibile solo in questo modo. Ora che la luce di Dio si è fatta strada giù nel profondo ed ha scavato lungo le ferite. Cave ha deciso, con la moglie, di essere felice, lo dice al termine di One More Time With Feeling. A vederlo in concerto, sembra davvero che sia così.
EVENTO DELL’ANNO
Il tempo che passa sta portando via molte pietre miliari della musica rock. Ma Tom Petty era ancora giovane e molti di noi stanno ancora elaborando il lutto. Insignito a febbraio del premio Musicares Person Of The Year, il 25 settembre aveva concluso a Los Angeles il tour del 40° anniversario con gli Heartbreakers. Fermarsi un po’, stare finalmente con la famiglia e invece un arresto cardiaco se lo è portato via. Per chi lo aveva visto trent’anni prima, in Italia, insieme a Bob Dylan e Roger McGuinn, lo strappo è sin troppo doloroso. Ma in fondo il suo destino adesso è compiuto: “Qualcuno dice che la vita ti farà crollare / ti spezzerà il cuore, ti ruberà la corona / così mi sono incamminato, Dio sa per dove / credo che lo saprò quando ci arriverò / sto imparando a volare, attorno alle nuvole / ma ciò che va su deve anche tornare giù / sto imparando a volare ma non ho ali / venire giù è la cosa più difficile / sto imparando a volare“. E allora buon viaggio, Tom: forse adesso hai imparato davvero a volare.
PAOLO VITES
La canzone d’autore italiana è morta alla fine degli anni 70 poi è diventato pop di bassa categoria. Dopo, il grande buio. Luca Rovini, i Cheap Wine e Francesco D’Acri nel loro cercare un linguaggio autonomo, alla faccia della bruttezza del mondo indie che si spaccia per nuova canzone d’autore, sono un segno di speranza. Massimo Priviero invece è una conferma: con 30 anni di carriera fa il suo disco più bello.
BEST ALBUM 2017
Little Steven and the Disciples of Soul – Soulfire
Massimo Priviero – All’Italia
Francesco D’Acri – Il principio d’Archimede
Cheap Wine – Dreams
Bob Dylan – Triplicate
BEST LIVE 2017
Tedeschi Trucks Band – Milano, 19 marzo
Eddie Vedder, Firenze, 24 giugno
Nick Cave, Milano, 6 novembre
Little Steven, Milano, 5 dicembre
EVENTO DELL’ANNO
Il dolore per la scomparsa improvvisa, ancora giovane, di Tom Petty ha lasciato un buco che difficilmente si rimarginerà, un ennesimo addio alla stagione migliore del rock, la mancanza di un compagno più che di un musicista. Ma senz’altro l’evento del 2017 è stata la morte di Charles Manson, il leader della versione oscura e satanista dell’Estate dell’amore, l’ideatore della strage che condurrà alla fine quel periodo storico in cui sembrava davvero che il mondo potesse cambiare in meglio. Ma vinse ancora una volta il Male. Con la sua morte, a 83 anni, si chiudono definitivamente gli anni 60 e tutto quello che hanno significato, nel bene e nel male.
WALTER GATTI
L’annata è stata segnata (a parere di chi scrive) dal ricordo dell’estate del 1967 e da tutto quello che significa per il mondo del rock e del pop, anche e soprattutto nel suo confronto con il presente. L’estate di San Francisco, nata 50anni fa e morta nel giro di pochi mesi, tra acidi e musiche in forme libere, amori e ribellismi vari ci ha portato Janis Joplin e i Grateful Dead, i Jefferson e i Quicksilver, Monterey e compagnia bella. Ma il ’67 ha soprattutto messo al mondo un movimento musicale, ha fatto intuire che ci potesse essere una socialità che si affratellava attorno a un palco e attorno ad una manciata di canzoni, per quanto folle potesse essere il tutto. Un po’ tutti, per dovere di cronaca, hanno ricordato quell’estate che ha lasciato tracce un po ovunque. Oggi di canzoni ce ne sono sempre di più, l’industria della musica (inutile lamentarsi) c’è e vive benissimo, del resto – soprattutto dell’idea di un movimento dinamico di arti e di culture che si esprimevano attraverso le canzoni e i suoni – non c’è più traccia. Si attende di sapere se un qualche tipo di “movimento” possa essere ancora nell’aria. Magari l’anno venturo…
BEST ALBUM 2017
Blackie and the Rodeo Kings – Kings and Kings
Gregg Allman – Southern Blood
Jerry Douglas Band – What If
Chris Rea, Road Songs for Lovers
Walter Trout – We’re All in This Together
BEST LIVE 2017
Blackbery Smoke (Milano)
Marcus King (Milano)
Melvin Taylor (Chicago)
Stevie Winwood (Pordenone)
Yes (Schio)
EMERGENTE
Marcus King (southern rock)
Offa Rex (folk)
Lee Bains III (southern rock)
Bette Smith (rhythm’n’blues)
Susto (country-folk)
EVENTO DELL’ANNO
Da che mondo è mondo non si è mai sentito che un musicista italiano entrasse nella cinquina delle nomination dei Grammy Awards per la musica blues. Ci è riuscito Fabrizio Poggi, armonicista e cantante di razza pavese, indomito interprete ed autore che da decenni tiene alto il gemellaggio tra Italia e Mississippi e che – dopo anni di stupende collaborazioni – questa volta ha fatto centro in compagnia di Guy Davis (Sonny & Brownie’s Last Train). Vada come vada (i Grammy saranno assegnati a fine gennaio 2018) è lui l’evento dell’anno.