Rolling Stone, Rock Planet, Factory, Rainbow Club sono tutti locali della scena rock che hanno in comune l’appartenenza ad una Milano che non esiste più. Scomodi, con gradini e scalinate ovunque (almeno questo è il mio ricordo), con impianti talvolta precari e con capienze spesso inadeguate, a metà degli anni novanta questi luoghi rappresentavano la scena musicale alternativa della città, un rutto in faccia alla Milano da bere.
In realtà quella era l’unica proposta rock che permetteva di fare quattro salti, spintonare e pogare sulle note del punk, dello ska e dell’heavy metal e dove il gesto delle corna era un codice di appartenenza. Già vonci e puzzolenti a metà serata, se non ci si fermava troppo alle apparenze, una volta immersi nella musica come per magia si veniva catapultati in metropoli all’avanguardia come Londra, New York e Seattle. Allora questi locali di culto diventavano dei posti fantastici dove ascoltare i classici dell’hard rock, conoscere nuove band come i Rage Against the Machine e i Pearl Jam, farsi travolgere e affascinare dal Grunge e dalla nuova ondata Brit Pop. E poi la musica italiana: finalmente dopo anni farfugliati in inglese anche il rock nostrano cantava in italiano e si aveva l’occasione di assistere ai concerti di nuove band come Timoria, Punkreas, Ritmo Tribale e di molti altri ancora. Pertanto se volevi ballare e ascoltare del buon Rock’n’Roll a Milano negli anni novanta c’era un sottobosco di luoghi dove era facile identificarsi.
Un altro comun denominatore di tutti i locali sopra citati è il coinvolgimento di Davide Mozzanica e del socio di una vita Giampaolo Di Tizio, veri deus ex-machina della scena rock milanese. Gestore di locali, direttore artistico, talent scout, manager di artisti, organizzatore di eventi, Davide Mozzanica, ora cinquantaduenne ricorda come ha iniziato: “Ho unito la mia passione per il rock al lavoro. Nel 1985 sono andato a Londra per vedere i concerti delle band che mi piacevano, gli Iron Maiden su tutti, e alla fine ci sono rimasto 6 anni. Ho lavorato anche come raccogli bicchieri nel mitico Marquee, e gli inglesi ne bevono parecchia di birra”. Ispirato da quanto visto e sentito nel ‘91 al suo rientro “mi sono messo a fare le serate del mercoledì all’Hollywood con Ringo”. Negli anni è poi riuscito a portare al Rock Planet Jeff Buckley dove ha presentato Grace, mentre al Factory si sono esibiti per esempio i primissimi Offspring, i Dream Theater e Robert Plant/Jimmy Page (No Quarter) .
Ora a Milano posti dove ascoltare la musica ce n’è per tutti i gusti: l’Alcatraz, il Fabrique, il Magnolia e i vari ARCI, il Rock Legend e molti altri ancora. Un tempo c’erano anche due strutture polifunzionali, il Palalido e il Palatrussardi (anch’essi appartenenti al passato) ma erano troppo grandi per buona parte dei concerti e soprattutto non erano un riferimento quotidiano. Per riempire questo vuoto c’è voluto nuovamente lo zampino di Mozzanica che dopo l’esperienza dello Zoe Club ha aperto il Rock’n’Roll nel 2007 a due passi dalla Stazione Centrale.
Per celebrare i 10 anni del Rock’n’Roll la Universal Music ha pubblicato una compilation in formato CD, due termini inglesi così fuori moda e sostituiti oggi da Playlist e Streaming. Il disco in realtà copre oltre un ventennio e i brani sono proposti nelle incisioni originali in studio. La scelta delle canzoni non segue un vero senso logico se non quello di celebrare la musica rock italiana e di ringraziare gli amici del Rock’n’Roll. “Sono tutte band che mi mandavano i demo” ricorda Davide: “Ascoltavamo tutto quello che ci inviavano. Per esempio dei Lacuna Coil, tra l’altro presenti nel cd con il pezzo Trip the Darkness, ne ho ricevuti parecchi di demo ma non li ho mai incontrati di persona pertanto al tempo quando facevo le serate all’Acquatica li ho ingaggiati perché non sapevo che fossero loro! Invece il demo migliore in assoluto è stato quello dei Bluvertigo, prodotto alla perfezione era un disco fatto e finito e conteneva già i brani dei primi tre album”.
Nel disco sono presenti gruppi che non esistono più come i Timoria (Senza Vento), band che hanno raggiunto il successo commerciale come i Subsonica e i Negrita, e band che hanno avuto lunghe pause di riflessione come i Bluvertigo, i Ritmo Tribale e i Casino Royale (stupendo riascoltare il brano Sempre più Vicino). Nel cd si trovano anche piacevoli sorprese, su tutte Adrenalina dei Rapsodia, prima band a fare crossover in Italia e sui quali avrei scommesso un futuro di grande successo. Per chi non si ricordasse, i Rapsodia sono la band di Fabiano Villa, ex Golden Age ovvero ex dei primissimi Bluvertigo e compagno di classe di Morgan (perché è giusto che le band nascano tra i banchi di scuola) loro primo fan come ricorda nel suo libro: “Mi piacevano tantissimo i Rap+Sodia… li invidiavo un sacco per il sound così moderno e in più scrivevano bene e in italiano”.
Dei Quartiere Latino, la prima band a suonare al Rock Planet, ritroviamo il brano Italian Style, dei Punkreas invece avrei preferito ascoltare Acà Toro o La Canzone del Bosco, ma va bene così, sono contento comunque che siano presenti. Nel cd si fanno anche delle piacevoli scoperte di pezzi di qualche anno fa come Non dimentico più dei Deasonika e più recenti come Peccato di Alteria. In totale le canzoni sono 20, con il massimo minutaggio consentito dal formato CD, e si trovano molti altri gruppi della scena milanese come gli Extrema, i V.M. 18 e i Ministri.
Il decennale del locale è stato celebrato anche con le esibizioni live di Omar Pedrini, Morgan, Le Vibrazioni che hanno riscosso molto successo. Davide é molto soddisfatto del contesto attuale della musica rock: “Il rock non morirà mai, anzi sta diventando sempre più mainstream. Semmai ad essere superato è il concetto di discoteca rock: il rock si balla di meno ma si vive di più di un tempo, il rock è diventato pop”! E poi il rock piace come cantano gli Elio e le Storie Tese nel brano Rock’n’roll riportato anch’esso nel CD: “Il rap non mi va, l’hip hop proprio non mi va, la techno è una merda ma il rock’n’roll si che che mi piace, non ha mai scontentato nessuno, il rock’n’roll”. E allora Viva il Rock’n’Roll!