Israeliano di nascita ma italiano di adozione Sagi Rei questa sera alle 21 al Blue Note di Milano presenterà il suo nuovo lavoro, il quinto, dal titolo Diamonds Jade & Pearls. Il disco è una rivisitazione in chiave acustica di classici del pop anni ’80. Il cantante e chitarrista dopo essere stato la voce di numerose hit dance internazionali, attira l’attenzione su di se con l’uscita del suo primo album, Emotional Songs del 2005 costituita esclusivamente da interpretazioni acustiche di classici dance. Ne seguiranno altri tre, sempre in chiave acustica, tra cui uno dedicato solo al grande Michael Jackson, una collaborazione con Mario Biondi nel disco Due, e un famoso spot televisivo con il brano “I’ll Fly With You”. Incontriamo Sagi Rei a Milano in occasione delle prove del tour promozionale.
Ciao Sagi, hai pubblicato da poco il tuo quinto album Diamonds Jade & Pearls, un percorso nel pop degli anni 80, in versione acustica, Come nasce questo lavoro e qual’è stata l’idea che l’ ha fatto nascere?
La gioia e la nostalgia della mia adolescenza. Era il nostro tempo. Un tempo storico-musicale in cui le sonorità cambiarono radicalmente la musica elettronica. Si ascoltava musica nuova, fresca, diversa. Batterie elettroniche, sintetizzatori. Persino il look era cambiato, capelli ingellati e gonfi, giacche con il risvolto delle maniche, i mocassini. Ero adolescente quando ascoltavo queste canzoni alle quali sono legato sentimentalmente. Ecco perché Diamonds jade & pearls. Nei lavori passati ho affrontato la dance anni 90, un po più “tamarra”, quindi e stato più semplice renderle fini, raffinate e più vicine al mio stile. Con gli anni ’80 la sfida era importante. Già i pezzi originali erano bellissimi e sono ancora bellissimi. Erano fatti molto bene. Erano proprio belle le melodie e le sonorità. E poi c’è la nostalgia di quell’età che non torna. In questo lavoro ho voluto curare di più l’aspetto acustico con l’aggiunta di un orchestra di 23 elementi che hanno dato sicuramente importanza al progetto, Quindi acustico ma fino a un certo punto. Non c’è il basso e la batteria ma non si sente la mancanza. Spero si apprezzi il lavoro di arrangiamento fatto.
C’è qualche canzone in particolare in questo disco che senti più vicina a te? Che più ti ha colpito ho ti ricorda qualche momento della tua adolescenza, come il primo bacio?
Sicuramente Cherish dei Kool and the Gang. La spensieratezza, le prime amicizie consolidate, le mie prime infatuazioni. Ma anche “You’re my Angel” l’unico brano inedito dell’album che avevo nel cassetto da anni. Cosi per aprirmi magari ad un prossimo lavoro di soli inediti.
Questa sera sera cosa ascolterà il pubblico del Blue Note?
Sarà un concerto che senz’altro metterà a fuoco i brani di Diamonds Jade & Pearls , anche se non mancheranno pezzi dei vecchi lavori di tutti i miei dischi. Ci sarà un po di tutto il mio percorso. Ed anche tanto divertimento, almeno quanto il mio.
Con l’orchestra?
Magari! Purtroppo è un po difficile portare in tour un’orchestra. I tempi non lo permettono a meno che tu non sia Morricone. Costi elevati e logistiche difficile da gestire. Comunque aro con me quattro bravi musicisti, due chitarristi un percussionista ed un tastierista. Ti assicuro che il sound é forte.
In questo periodo in cui per riuscire nella musica bisogna passare da un talent, cosa ne pensi e quale consiglio daresti ad un giovane artista?
E’ una realtà che da un’opportunità a tutti per interfacciarsi con la musica. Di farsi sentire e farsi conoscere. Certo penso che se arrivano 30.000 persone a farsi sentire l’attenzione non può essere focalizzata fino in fondo sulla persona e sulla voce. Va anche un pochino a fortuna. Diciamo che non deve essere l’unico mezzo per raggiungere l’obbiettivo di fare musica. Ci possono essere anche altre vie. Ben venga che ci siano. Sarebbe bello trovare ancora la figura del talent scout che trova i talenti nei locali dove ci sono ancora ragazzi che suonano la propria musica e che ci mettono ancora tanta passione. Una di quelle situazioni in cui uno dal pubblico dice “wow mi piacete… vorrei farvi conoscere, farvi fare un disco… vorrei produrvi”, cosa che purtroppo non accade più.
Quindi quello che manca ad un reality potremmo dire che é l’anima, il cuore?
Non c’è una vera base solida per poter seguire un artista veramente, anche perché non nasce da un giorno anche se c’è talento. Un artista va seguito. Manca creatività su cui costruire. Un lavoro che faccia perseverare il lavoro dell’artista nel tempo. Oggi tutto é veloce persino il consumo di artisti. E questo é triste. Giovani con del potenziale che si perdono perché non hanno in progetto vero e proprio dietro . Mancano le canzoni. La gavetta. Ecco! Manca la gavetta.
Dopo questi primi concerti per presentare il disco, cosa succederà?
Sicuramente una tounée estiva in fase di preparazione, ma non vorrei anticipare nulla.
Grandi collaborazioni nella tua carriera. Anche con Mario Biondi.
Sì Mario ha cantato un pezzo dal titolo “Won’t you come back” che ho scritto per lui nel suo album “Due”. Ma ho anche realizzato la colonna sonora del film di Diego Abatantuono
Area Paradiso.
Se potessi scegliere, con chi vorresti duettare sia in Italia che in campo internazionale?
Ci sono tanto artisti bravi. Nella scena italiana con Elisa. E un’artista che stimo… una delle artiste donna che stimo. Poi vorrei cantare con Beyonce. Ma se voglio spararla grossa anche con Stevie Wonder perché no!
Tu sei Israeliano. Che cosa ti ha portato in Italia e pensavi che la musica diventasse la tua vita?
In realtà non avrei mai pensato questo. Sono venuto in Italia a 16 anni perché volevo studiare medicina. La musica mi piaceva e coltivavo la mia passione. Poi le serate, i locali. I primi ingaggi come cantante e non mi sono ancora fermato. E non saremo di certo noi a fermare questo bravo e sorridente artista dal grande talento e la giusta umiltà che fa la differenza tra bravo ed Artista. E Saghi Rei – a proposito si pronuncia Saghi – é un vero Artista. E dopo aver ascoltato il nuovo disco sono sicuro che il pensiero diverrà comune.