E venne anche per Ligabue il momento dei 50 anni. 13 marzo 1960, recita la sua carta d identità anagrafica, quindi buon compleanno.
Se è vero che l Italia ha avuto pochi veri interpreti rock, il Liga è uno di questi, uno della triade assoluta in compagnia di Celentano e Vasco Rossi.
Evitando le biografie spicciòle – che parlando di ùn esordio tardivo nel 1990, di un disco bestseller come “Buon compleanno Elvis”, di altri titoli dalle vendite dorate e di una serie impressionante di concerti oceanici – c è da dire che il cantautore di Correggio ha interpretato come nessuno l’anima romantica e di frontiera del rock made in Italy.
Ricordo quando l’ho sentito per la prima volta: era una registrazione per giornalisti del suo primo disco, “Ligabue”. C’era su Marlon Brando è sempre lui, Bambolina Barracuda e soprattutto Bar Mario: rock vero, storie autentiche, voce convincente, chitarre piene.
Dopo tanto tempo si sentiva un italiano che raccontava storie rock e Bar Mario – con i suoi personaggi di provincia, il vitellone, il barista, i giocatori di scopa – era un capolavoro per le orecchie e per il cuore. Se Celentano era il rock’n’roll di Presley, Vasco era i rock degli Stones, ecco finalmente qualcuno chè seguiva la linea ispirativa di Springsteen, senza troppi calcoli, con tante vicende da dire, da cantare.
Negli anni successivi questa vena ha avuto alti e bassi. I jeans e il gilè di pelle sono rimasti, come pure alcune grandi canzoni (Niente paura, Il giorno di dolore che uno ha, Urlando contro il cielo), ma mentre il successo aumentava, si è fatta strada la sensazione sempre più ingombrante del cliché, dello standard. Come se il Liga fosse sempre più ciò che il pubblico si attendeva: canzoni, arrangiamenti, temi all’insegna della massima prevedibilità.
Dove è finita la sorpresa dell’inizio? Per carità: se uno fa milioni di spettatori un motivo ci sarà e il successo popolare è sempre un dato da rispettare, ma credo che quella potenza impetuosa, sincera e non misurata della prima ora, dell’esordio, sia andata perduta dietro un progetto rock troppo calcolato.
All’inizio di maggio Ligabue ci regalera il suo nuovo cd. Difficile che sia un fiasco. Sarebbe bello, però, che per il suo compleanno il rocker di Correggio facesse a noi un regalo: un disco come forse solo lui può fare. Un disco imperfetto, di storie cantate con quella voce padana che sarebbe piaciuta anche a Guareschi.
Regalaci un disco incontrollato, non progettato a tavolino, debordante, senza marketing socio-artistici sui temi da toccare x "rappresentare" un certo mondo giovanile.
Un disco di suoni e di feeling e non di emozioni prevedibili e corrette. Insomma, Ligabue, regalaci un disco di vero rock per i tuoi 50 anni. Sarebbe come tirar su la serranda del Bar Mario…